Insidious: L’ultima Chiave – Recensione
“Lei è la sensitiva e noi i sensori..”
Una bambina, Elise Rainer, dalla straordinaria, quanto sconvolgente, capacità di stabilire e comunicare con gli spiriti dannati destinati all’oscurità, alla ricerca di un effimero sollievo, un dono a cui non può opporre resistenza, non compreso e accettato dal padre Gerald (Josh Stewart), vittima, forse, inconsapevole dell’influenza esercitata dall’entità maligna liberata involontariamente dalla piccola.
A distanza di quarant’anni Elise, adulta e matura, si trova, suo malgrado, ad affrontare, una volta per tutte, il tenebroso nemico infernale, da cui era, precedentemente, fuggita, preda della paura e del totale smarrimento, causa l’apparente incapacità di gestire la situazione, all’interno di un nucleo familiare dilaniato dallo spirito demoniaco responsabile della morte della madre Aubry (Tessa Ferrer).
Uno scontro che ammetterà solo un vincitore, permettendo di fare luce su verità legate a quell’infanzia maledetta, in cui rimase, inevitabilmente, coinvolto il fratello Christian (Pierce Pope/Bruce Davison), in un crescendo inquietante di sinistri imprevisti.
Insidious: L’Ultima Chiave, diretto da Adam Robitel, è il quarto capitolo della saga iniziata nel 2010 con Insidious, e proseguita nel 2013 con Oltre i Confini del Male: Insidious 2, e Insidoius 3: L’inizio del 2015, mostra le origini della triste vicenda della psicologa sensitiva Elise, il cui volto appartiene sempre ad un oramai affermata, e più che convincente, Lin Shaye, nel New Mexico in un ambiente visibilmente deviato sentitamente dalla presenza, al suo fianco, in questa battaglia finale i sempre fidati Specs, interpretato da Leigh Whannel, autore della sceneggiatura e della trilogia, il quale fece il suo debutto alla regia dirigendo il terzo episodio, e il sarcastico Tucker, Angus Sampson.
La pellicola è la perfetta miscela thriller/horror, prodotto da James Wan, Jason Blum e Oren Peli, in cui adrenalina e tensione sono ben dosati e bilanciati, in un graduale vortice di apprensione, tipica del fascino del soprannaturale, contribuendo ad evidenziare l’intensa atmosfera cupa di terrore del racconto. Un’atmosfera sottolineata dalla musiche della colonna della sonora che ne esalta la suspense, attirando e coinvolgendo, suscitando curiosità, per la durata dell’intero lungometraggio, grazie alla narrazione fluida ed i colpi di scena imprevedibili, in grado di sorprendere e far sobbalzare dalla poltrona.
Robitel, rispettando le aspettative, raggiunge l’obiettivo realizzando un opera avvincente e dal risultato ampiamente soddisfacente, distribuito da Warner Bros. Entertainment, Insidious: L’Ultima Chiave, del cui cast fanno parte anche: Kirk Acevedo, Spencer Locke, Javie Botet, Hana Hayes, Caitlin Gerad e Marcus Henderson, distribuito da Warner Bros. Entertainment, arriverà nelle sale cinematografiche il 18 gennaio.
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