“Basta! Troppi verbi”
Il giorno di Capodanno sono tornati Salvo Ficarra e Valentino Picone, stavolta però in streaming su Netflix, e non nelle sale, ed al debutto con la loro prima serie dopo il travolgente successo del film del 2019 “Il primo Natale”. Si tratta della prima stagione di una commedia criminale divertente e con vari colpi di scena, scritta e diretta dai due protagonisti insieme a Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, con tra i produttori Nicola Picone per Tramp Limited.
Sono 6 episodi da circa 30 minuti l’uno in cui tutto parte da un colossale equivoco e dalla passione quasi insana di Ficarra per una serie Tv dal titolo “The Touch of the killer”, che viene presa come riferimento per la risoluzione di alcuni misteri e che ricorda come imprinting la serie “Lupin” sempre in onda su Netflix, per l’ispirazione tratta in quel caso da un romanzo e qui, per il nostrano Ficarra, da una produzione televisiva.
Una vicenda che porta ventate di spensieratezza, pur senza dimenticare i mali che affliggono la Sicilia e non solo, comprendendo tutto il “Sistema Italia”.
Salvo e Valentino verranno, a loro insaputa e a causa di una misteriosa chiamata “inutile” per la riparazione di una tv in realtà funzionante, coinvolti in un omicidio, che non solo scoprirà scheletri nell’armadio, ma metterà le loro vite in pericolo, costringendoli a vivere situazioni al limite, ma esilaranti per lo spettatore.
E’ possibile riconoscere Palermo e Sciacca, i territori collinari di Piana degli Albanesi e di San Cipirello e la splendida cornice dell’Abbazia di Santa Maria del Bosco a Contessa Entellina.
E’ una vera e propria commedia degli equivoci, che aderisce perfettamente al loro stile canzonatorio e ingenuo, anche di fronte a colossi della mafia. Un mosaico dove i personaggi in gioco sono tanti, e tutti vengono coinvolti in una scacchiera che non sembra offrire via di salvezza, ma dove lo scacco matto sembra essere solo nelle mani dei mafiosi.
Sagaci gli sfottò alla politica, forze di potere interconnesse al mondo sommerso in Sicilia, dove le lunghe mani di Padre Santissimo, il boss dei boss, si insinuano nei piani del potere, tra appalti, elezioni e municipalità.
Divertente anche l’ironia sui tanti luoghi comuni del Sud Italia, come il legame malato tra madre e figli e l’ostilità rivolta verso chiunque posi lo sguardo sull’amore di mammà, anche se esso sia femmina, come Ester la moglie di Salvo, dedita allo yoga ed alla cucina salutista.
Un gioco di ruolo dove le pedine principali e forti sembrano essere le donne, una femminilità che parte dalle origini ma sa evolversi e ricoprire ruoli chiave, dimostrandosi il vero sesso forte, al contrario degli uomini, in primis Salvo e Valentino, schiavi della finzione o della mamma padrona e bambinoni incapaci di prendere in mano le redini della propria vita.
Unica pecca di questo tipo di comicità sta nel ritmo, meno adatto per una serie tv, in quanto estremamente lento e compassato, soprattutto negli episodi iniziali.
Una serie che comunque riesce nel suo intento, sorride sulle banalità di tradizioni e convenzioni sociali, sul trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, attraverso l’ironia e sottili stoccate su un maschilismo insito in modo subconscio nella società, una società ormai collusa e indifferente.
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Chiaretta Migliani Cavina