La recensione di (Im)perfetti criminali: la nuova commedia di Alessio Maria Federici tra risate, amicizia e voglia di riscatto.
Dopo il successo della serie Netflix Generazione 56K, Alessio Maria Federici torna dietro la macchina da presa con “(Im)perfetti criminali”, una commedia brillante e leggera in arrivo su Sky e in streaming su NOW dal 9 maggio. Il film si presenta come un comedy heist-movie, che unisce il tono spensierato della commedia italiana al genere del colpo perfetto (ma qui, decisamente imperfetto), con una premessa che ruota attorno al valore dell’amicizia e alla ricerca di riscatto sociale.
Protagonisti della storia sono quattro guardie giurate piuttosto goffe e lontane dall’ideale di eroi d’azione: Riccardo (Filippo Scicchitano), Pietro (Fabio Balsamo, membro dei The Jackal), Amir (Babak Karim) e Massimo (Guglielmo Poggi). Uniti da una forte amicizia ma non certo da un grande talento investigativo o da un innato coraggio, i quattro si trovano a fronteggiare un evento imprevisto: il licenziamento di Amir, che ha sulle spalle il peso di una numerosa famiglia da mantenere.
Da qui nasce l’idea – malsana quanto ingenua – di aiutarlo organizzando un’improbabile rapina alla gioielleria Meyer, travestiti da personaggi ispirati a Greg. L’improvvisato colpo, però, finirà per trascinarli in una serie di situazioni assurde, incontri bizzarri e imprevisti esilaranti. Tra tutti, spicca la partecipazione della criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone in un cameo esilarante, in cui insegna ai protagonisti ad usare un martinetto idraulico per sfondare una porta: un piccolo gioiello di comicità autoironica.
Il film si inserisce nel filone delle heist comedy all’italiana, ma cerca anche di raccontare, con leggerezza, le difficoltà reali dei trentenni di oggi: il precariato, le relazioni instabili, il desiderio di realizzazione personale e professionale. È il caso di Riccardo, che convive con la compagna Francesca (Anna Ferzetti), con cui condivide il dolore di non riuscire ad avere un figlio, o di Pietro, che vive il conflitto tra la propria identità e la paura di uscire allo scoperto.
“(Im)perfetti criminali” si snoda così tra il tono della farsa e momenti più teneri e malinconici, sempre con un occhio attento ai legami umani. L’amicizia, più forte di tutto – persino della legalità – diventa la molla che spinge i protagonisti a mettersi alla prova, anche con metodi del tutto discutibili.
E proprio quando la storia sembra indirizzarsi verso un epilogo prevedibile, arriva un colpo di scena che ribalta le carte in tavola: il piano dei nostri “criminali” si rivela parte di una strategia ben più ampia, orchestrata da forze dell’ordine che, fin dall’inizio, li avevano messi sotto controllo per arrivare a uno dei criminali più pericolosi al mondo. Un twist inaspettato che sorprende e, in parte, riabilita un racconto non sempre brillante o originale, ma che riesce comunque a divertire e a portare a casa il suo messaggio.
Federici firma così una commedia senza pretese e lontana dai toni dei suoi precedenti lavori come Lezioni di cioccolato 2, Fratelli unici o Tutte lo vogliono. Qui sceglie un registro più semplice, ma non per questo privo di cuore, regalando agli spettatori una storia che, pur con qualche cliché, parla con sincerità di sogni infranti, difficoltà quotidiane e soprattutto di un’amicizia che – anche quando si veste da criminale – resta l’unica vera via di fuga.
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Emanuela Giuliani
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