Il Signore delle Formiche, la recensione: Un Ritratto Intenso di Libertà e Resistenza contro l’Intolleranza

La recensione di Il Signore delle Formiche, il film di Gianni Amelio con protagonisti Luigi Lo Cascio, Leonardo Maltese ed Elio Germano. 

“Chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione, è punito con la reclusione da cinque a quindici anni.” – Art. 603 del Codice Penale.

“Il Signore delle Formiche” di Gianni Amelio è un film potente e commovente che ricostruisce un capitolo oscuro della storia italiana, un’epoca in cui la diversità veniva trattata come una minaccia. Il film, presentato in Concorso alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, racconta la tragica vicenda di Aldo Braibanti, un drammaturgo, poeta e ex partigiano accusato di “plagio” per la sua relazione omosessuale con Ettore Tagliaferri, un giovane ragazzo del suo paese. Il caso, che risale alla fine degli anni ’60, suscitò scalpore e segnò un periodo di forte repressione per la comunità LGBTQ+ in Italia.

La storia di Braibanti è più di un semplice processo legale: è un’allegoria della lotta per l’identità e la libertà, un invito a riflettere sulla stigmatizzazione dei “diversi”. Sebbene l’aspetto giuridico del plagio sia stato strumentale, la vera accusa nei confronti di Braibanti è stata quella di vivere una vita che sfidava le convenzioni sociali. Il film non si limita a raccontare un dramma legale, ma esplora le sfumature emotive e psicologiche di una relazione che, purtroppo, è stata travolta da pregiudizi e intolleranza.

Amelio affronta la vicenda con una narrazione a più voci, arricchita dalla presenza di diversi personaggi: familiari, amici, accusatori, sostenitori, e un’opinione pubblica prevalentemente indifferente. Tra questi, emerge la figura di Ennio Scribani, il giornalista de L’Unità che si impegna a ricostruire la verità, affrontando censure e diffidenze. Nonostante il suo impegno, anche il Partito Comunista si schiera contro Braibanti, etichettandolo come “invertito” e rifiutandosi di difenderlo.

Nel corso della conferenza stampa, Gianni Amelio ha raccontato il processo creativo dietro la realizzazione del film. Un progetto che è nato come documentario, ma che si è trasformato in un lungometraggio grazie alla passione e alla visione del regista. Amelio, pur con una certa ironia, ha rivelato le difficoltà personali che ha attraversato durante la lavorazione del film, una “infelicità” che non riguarda la qualità del lavoro, ma le sue fragilità emotive, che si riflettono anche nel personaggio di Aldo Braibanti. Il film è un atto di amore e di resistenza, ma anche una riflessione sulle difficoltà di comunicare la propria identità in un mondo che tende a giudicare e a condannare ciò che è diverso.

I protagonisti del film danno vita a personaggi complessi e pieni di contraddizioni. Luigi Lo Cascio interpreta Aldo Braibanti, un uomo di grande intellettualità e forza creativa, ma anche fragile nei suoi sentimenti e nelle sue relazioni amorose. La sua interpretazione è enigmatica e sfaccettata, catturando la tensione tra la sua sicurezza artistica e la sua vulnerabilità emotiva. Al suo fianco, Leonardo Maltese dà voce a Ettore, un ragazzo che vive un amore proibito, ma che viene straziato dalla violenza psicologica e fisica della repressione. Elio Germano interpreta Ennio Scribani, il giornalista che, pur tra mille difficoltà, cerca di portare alla luce la verità in una società che preferisce ignorarla. La sua interpretazione mette in luce il conflitto tra passione e pragmatismo, tra il desiderio di raccontare la verità e le difficoltà legate alla sua professione.

“Il Signore delle Formiche” è un film che affronta temi universali come la libertà individuale, la lotta contro l’oscurantismo, e la difesa dell’amore in tutte le sue forme. Amelio riesce a restituire, con grande sensibilità, un ritratto crudo e autentico di una vicenda che ancora oggi conserva un enorme valore simbolico. Il film non è solo un’analisi storica, ma un’opera che invita a riflettere sul presente, su ciò che è cambiato e su ciò che, purtroppo, rimane ancora invariato.

Scritto dallo stesso Amelio insieme a Edoardo Petti e Federico Fava, il film coinvolge e commuove grazie alla forza della sua narrazione e alla capacità di portare sullo schermo una storia di amore, lotta e resistenza che parla ancora al nostro tempo. L’intero cast, dalle performance indimenticabili di Luigi Lo Cascio, Leonardo Maltese e Elio Germano, contribuisce a rendere “Il Signore delle Formiche” una delle opere più significative della cinematografia italiana contemporanea.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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