Al cinema dal 10 ottobre Il Robot Selvaggio è l’emozionante e inaspettata animazione della DreamWorks Animation.
Dalla DreamWorks Animation arriva, in anteprima il 29 settembre e il 6 ottobre, e ufficialmente il 10 ottobre nelle sale cinematografiche italiane distribuito da Universal Pictures, una storia emozionante sulla scoperta di sé stessi. Un imprevedibile analisi sul legame tra tecnologia e natura, e sull’esplorazione di cosa significhi essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.
Il Robot Selvaggio, scritto e diretto dal pluricandidato all’Oscar® Chris Sanders – sceneggiatore e regista di Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch di Disney Animation Studios, è il nuovo adattamento dell’omonima, straordinaria e pluripremiata opera letteraria illustrata per ragazzi di Peter Brown, pubblicata per la prima volta nel 2016, e diventata un fenomeno balzando al primo posto della classifica dei bestseller del New York Times.
Un’autentica e sincera avventura che nella sua apparente semplicità abbraccia lo spettatore immergendolo in un magico viaggio molto più vicino a noi di quanto si possa immaginare, che intreccia poesia, delicatezza, forza, emozione, commozione e quella magia che solo l’animazione possiede.
Il Robot Selvaggio, una storia emozionante sulla scoperta di ciò che ci circonda e di se stessi
L’avventura de Il Robot Selvaggio ha inizio nel momento in cui una navicella con a bordo robot dalla tecnologia avanzata, creati per provvedere a qualsiasi bisogno della razza umana con l’obiettivo di facilitarne l’esistenza sulla Terra, si schianta su un’isola incontaminata dove la vegetazione cresce rigogliosa e gli animali vivono seguendo liberi seguendo il loro istinto.
Delle macchine trasportate, il robot Rozzum 7134 è l’unico a salvarsi, e nel tentativo di svolgere le funzioni per il quale è stato programmato, anzi è stata programmata, inizia a svolgere mansioni non richieste scombussolando la vita della variegata fauna del luogo. Fino a quando un episodio drammatico, causato involontariamente, fa incontrare Rozzum con un’ochetta orfana appena nata, che cambierà per sempre il programmato itinerario del robot.
Rozzum, come da protocollo infatti si assume il compito di pendersene cura, e al fine di completare il proprio obiettivo, decide di adattarsi all’ambiente circostante, apprendendone le abitudini, le necessità e i linguaggi, cosa la porterà a legarsi profondamente non solo all’isola, bensì al piccolo pennuto indifeso.
Tra due si instaurerà un legame dalla reciproca e inimmaginabile intensità emotiva, che aprirà le porte alla scoperta di sentimenti e concetti tanto semplici quanto fondamentali come: la famiglia, l’amicizia, la convivenza, il rapporto e il significato genitoriale.
Valori e principi purtroppo messi da parte e nei confronti del quale sarà impossibile restare indifferenti, raccontati attraverso una narrazione che entra in punta di piedi nell’animo e arriva dritta al cuore per implodere ed esplodere in tutta la sua potenza, incantando e conquistando nel modo più elementare, sincero, pulito e candido possibile sia il pubblico adulto che giovane. Una purezza genuina trasmessa dagli stessi personaggi che fin dalle prime scene mostrano e fanno comprendere le difficoltà, i sacrifici nonché la relativa crescita e maturità, che comportano le complesse tematiche di cui la storia si fa carico.
Una particolare e intima connessione empatica che abbraccia e affascina con una visione dalle molteplici sfumature, vivace, sentimentale e dettagliatamente curata e calibrata. Un vortice animato che va dalla sensazione di essere fuori posto poiché lontani dalla propria ‘casa’ e ‘gente’, allo sconosciuto senso materno, alla responsabilità di un genitore e all’importanza di una figura che faccia ne le veci, come nel caso per l’appunto di Rozzum, fino all’amicizia. Sentimenti che fanno credere in se stessi accettandosi per come si è.
Il Robot Selvaggio è quindi un’incredibile esperienza interiore che invita a guardare, parlare, toccare, scoprire e avere fiducia finalmente in se stessi e in chi ti è accanto sostenendoti senza farti sentire sbagliato e inferiore, dal momento che per comprendere e farsi comprendere bisogna solo sintonizzarsi sulla frequenza che contraddistingue ogni cosa ed essere vivente che ci circonda.
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Emanuela Giuliani
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