“Il Re Leone” – Incontro Stampa: l’emozionate versione di Jon Favreau

“Il Re Leone” – Incontro Stampa: l’emozionate versione di Jon Favreau

“Un bel giorno ti accorgi che esisti…Che sei parte del mondo anche tu…Non per tua volontà e ti chiedi chissà…Siamo qui per volere di chi…”

Non si può negare il trasporto e l’emozione nell’ascoltare e cantare “Il Cerchio della Vita”, brano simbolo del celebre classico de “IL RE LEONE”, del 1994, ancora oggi uno dei più grandi successi della storia del cinema di animazione, con un incasso globale complessivo di 968.8 milioni di dollari, e vincitore degli Oscar per la Miglior Canzone Originale con il brano “Can You Feel the Love Tonight”, composto da Elton John e Tim Rice, per la Miglior Colonna Sonora, opera di Hans Zimmer, e di due Grammy Awards.

Un inno alla vita, un invito ad amarla in ogni sua gioia e dolore, andando alla ricerca di sè stessi e credendoci fino in fondo. Principi e valori, quali amicizia e famiglia, rinnovati e ribaditi con la medesima stessa intensità nella nuova versione diretta da Jon Favreau, in arrivo nelle nostre sale il 21 agosto, approdato nei cinema statunitensi già lo scorso mese, abbattendo, come facilmente prevedibile, il muro del miliardo di dollari al botteghino globale.

Un rifacimento naturalmente che ha sollevato grande curiosità ed incertezza negli appassionati, soprattutto in merito all’intensità dell’impatto emotivo che la rappresentazione, creata interamente utilizzando nuove ed innovative tecniche di storytelling che uniscono i metodi del live – action a immagini fotorealistiche interamente generate al computer,  sarebbe riuscita a suscitare.

Impresa non facile, quella affrontata da Favreau, ma che tuttavia, è riuscito pienamente a soddisfare facendone emergere la forza interiore, donando al progetto una propria identità, grazie anche un livello visivo imponente e senza alcun dubbio spettacolare. Una costruzione trascinante ed impeccabile sotto ogni punto di vista, che ha saputo valorizzare, sottolineare, trasmettere e far percepire i sentimenti dei vai personaggi curandone dettagliatamente la mimica, catapultando ed immergendo lo spettatore nella sconfinata savana permettendogli di vivere a pieno le scene clou, come l’omaggio iniziale della comunità degli animali al nuovo piccolo futuro Re, e la drammatica morte di Mufasa, nei confronti del quale non si può restare indifferente.

Ma tra le sorprese dell’adattamento di certo a spiccare è la coppia composta da Timon & Pumba, doppiati rispettivamente da Edoardo Leo e Stefano Fresi, pionieri del motto scacciapensieri Akuna Matata, che con la loro sincera e brillante vivacità alleggeriscono, senza sminuirne il significato, la drammaticità degli eventi.

Ma se i due attori sopracitati, hanno saputo distinguersi prestando la loro voce ai buffi animali, lo stesso si può dire di Luca Ward nei panni di Mufasa, Massimo Popolizio in Scar, ed i cantanti Elisa e Marco Mengoni, entrambi presenti all’incontro avvenuto in occasione della proiezione per la stampa in anteprima del lungometraggio, rispettivamente nelle vesti vocali dei protagonisti Nala e Simba.

“Dell’originale de “Il Re Leone” ricordo soprattutto la musica, alcune scene iconiche come ad esempio il saluto iniziale. Essendo un amante della natura questo è uno di quei film che abbracciano il rapporto con gli animali e racchiude quel senso di “mamma Africa”, quel calore che ho sempre amato fin da bambina” – rivela Elisa“Le emozioni su cui abbiamo lavorato assieme a Fiamma Izzo, che è stata il mio faro, è stata la fierezza delle leonesse e la combattività di Nala, perché poi è quella che cambia un po’ la storia, disobbedendo per andare alla ricerca della e ribaltando infine la situazione del suo branco. Vedere il cartone originale con i miei figli, è stato particolare. Osservavo loro per vedere se provavano le mie stesse emozioni nelle medesime scene. Ed ho notato, con mio grande stupore, che invece loro hanno pianto molto meno di me.”

“Per quanto mi riguarda, ho dovuto lavorare tantissimo per via dell’evoluzione del personaggio nella storia. Da piccolo erede al trono, a giocherellone senza pensieri, influenzato anche da Timon & Pumba, fino alla ripresa delle redini della situazione ritrovando se stesso. Ho attinto prima al mio lato fanciullesco da eterno Peter Pan, e poi, per il finale, ho sviluppato e studiato la fierezza e la capacità di assumersi le responsabilità della vita” – afferma invece Marco Mengoni“Quando uscì il Re Leone avevo 5 anni e quindi non ricordo molto della prima visione. Ciò però che mi è rimasto impresso è senza dubbio il legame con mamma Africa, e naturalmente con il cerchio della vita, perché tutto parte d lì. L’Africa a livello musicale è una fonte di ispirazione eterna, che si è diramata nel blues, nel soul e nel jazz, per questo mi inchino ad essa. Ho constato personalmente il così detto mal d’Africa dopo aver fatto un viaggio in Tanzania, esiste veramente una particolare empatia che ti unisce a questa terra. L’esperienza della premiere di Los Angeles è stata straordinaria, mi sono sentito come un bambino, e mi ha stupito la loro gentilezza. Ho avuto l’onore di conoscere Jon Favreau che è una persona straordinaria estremamente entusiasta del film.”

La conversazione prosegue ed ai due artisti viene chiesto quale è il loro personaggio preferito dell’animazione originale e del film, che per entrambi è Rafiki per la saggezza, ed il difficile confronto con le voci del cast statunitensi di Beyonce e Donald Glover.

“Beh, avevamo un piccolo margine di differenza perché bisogna sempre essere fedeli all’originale. La difficoltà è che la lingua inglese è un po’ più fredda rispetto all’italiano melodicamente più romantico” – dichiara Mengoni“E’ stato un lavoro intenso riuscire a trasferire le emozioni ascoltando loro. In particolare per quanto riguarda la mia parte. E proprio al fine di rispettarne il tono abbiamo utilizzato degli escamotage teatrali.”

“Ho avuto anche io le stesse difficoltà di Marco” – conclude Elisa “Ho accettato questo compito pur non essendo un’attrice ed una doppiatrice, ed ho voluto ad ogni costo Fiamma Izzo al mio fianco.  Avevo bisogno di una guida, di una torre di controllo, e sapevo di potermi fidarmi cecamente di lei. Ho sempre amato questo mondo e ne sono sempre stata attratta.”

Sfida pienamente vinta in conclusione per Favreau, che con “IL RE LEONE”, il cui spettacolo teatrale del 1997 esordì a Broadway, vincendo sei Tony® Awards, per poi essere messo in scena in tutto il mondo e tradotto in otto lingue, stupisce, emoziona e commuove, rispettando nel profondo lo spirito della conosciuta ed immortale storia.

Emanuela Giuliani

© Riproduzione Riservata


Pubblicato

in

da

Tag: