Il ragazzo invisibile: seconda generazione, la recensione: Una delusione senza profondità

La recensione del film diretto da Gabriele Salvatores: Il ragazzo invisibile: seconda generazione, una delusione senza profondità.

“Il ragazzo invisibile: seconda generazione” di Gabriele Salvatores è uno di quei film che lascia un senso di delusione, soprattutto per chi aveva apprezzato il primo capitolo del franchise. Nonostante le buone intenzioni e il tentativo di espandere l’universo narrativo creato, il film fallisce nel mantenere viva l’emozione e l’interesse, finendo per risultare confusionario e poco coinvolgente.

Il film tenta di approfondire il personaggio di Michele, il ragazzo dotato di poteri sovrannaturali che, nel primo film, aveva mostrato potenzialità interessanti. Tuttavia, in questa “seconda generazione”, la trama si perde in troppe linee narrative che non riescono a essere sviluppate in maniera efficace. La storia, infatti, appare frammentata e priva di una vera direzione. La gestione dei personaggi risulta piatta e poco credibile, con la trasformazione di Michele da ragazzo introverso a eroe, che dovrebbe essere centrale, ma che non arriva mai a toccare le giuste corde emotive.

Dal punto di vista visivo, il film non offre nulla di particolarmente memorabile. Gli effetti speciali, sebbene non siano da condannare, non contribuiscono a rendere l’esperienza cinematografica davvero coinvolgente. Non basta l’uso di qualche elemento di azione o il tentativo di rendere visivamente accattivante la narrazione per nascondere le lacune in sceneggiatura e recitazione.

Parlando proprio della recitazione, il cast, purtroppo, non riesce a brillare. Il protagonista, Ludovico Girardello, pur avendo un buon potenziale, non riesce a dare la giusta intensità al personaggio, che appare più piatto che mai. Anche i personaggi secondari sono poco sviluppati e non contribuiscono a dare spessore alla trama.

Inoltre, il film sembra essere vittima di un’incoerenza narrativa. I temi trattati, come il potere e la responsabilità, sono interessanti ma vengono affrontati in modo superficiale e troppo didascalico, senza mai scavare veramente nell’animo dei personaggi o nelle implicazioni morali dei loro comportamenti. Il risultato è che, alla fine, “Il ragazzo invisibile: seconda generazione” non riesce a coinvolgere né emotivamente né intellettualmente.

In sintesi, “Il ragazzo invisibile: seconda generazione” è una delusione. Non riesce a riprendere le intuizioni del primo film, né a proporre una trama avvincente o personaggi credibili. Il tentativo di espandere l’universo narrativo finisce per essere una scusa per allungare una storia che avrebbe potuto restare più concisa e potente. Salvatores, purtroppo, in questo caso non riesce a replicare il successo del primo capitolo, e ciò che ne esce è un film che, per quanto pieno di potenziale, rimane inutilizzato.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

5


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