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Il Ragazzo e l’Airone, la recensione: Il Magico Ritorno di Hayao Miyazaki al Cinema

La recensione di Il Ragazzo e l’Airone del maestro giapponese Hayao Miyazaki presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023.

Dopo il passaggio al Festival di Toronto e il debutto lo scorso 14 luglio 2023 in Giappone, dove ha incassato ben 38 milioni di dollari al botteghino, Il Ragazzo e l’Airone è finalmente arrivato nelle sale italiane, presentato in anteprima nazionale alla diciottesima Festa del Cinema di Roma. La nuova attesissima meraviglia animata del maestro giapponese Hayao Miyazaki segna il suo ritorno dietro la macchina da presa dopo dieci anni di assenza. Dieci anni che erano stati preceduti dalla sua dichiarazione di voler abbandonare la regia in occasione della presentazione di Si alza il vento alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2013. Eppure, Il Ragazzo e l’Airone ci restituisce, con la consueta delicatezza e magnificenza visiva, tutta la poetica e i sogni del maestro giapponese. Un’opera che è tanto una gioia per gli occhi quanto un’emozione travolgente per il cuore e l’anima.

Il film si impone come una visione magica, sensibile e unica, che gioca con i contrasti tra il romanticismo e l’orrore della cruda realtà. Miyazaki ci immerge in un mondo sospeso tra il fantastico e il tragico, dove la bellezza visiva e la profondità emotiva si intrecciano in un’esperienza cinematografica che sembra essere la sintesi perfetta della sua carriera. L’intensità della narrazione, la delicatezza dei temi trattati e la maestria nei dettagli ci sorprendono ancora una volta, facendo risaltare una volta di più la capacità del regista di trattare argomenti universali con una delicatezza che solo lui sa esprimere.

Il Ragazzo e l’Airone, la storia

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Nel Giappone devastato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, Il Ragazzo e l’Airone racconta la storia di Mahito, un ragazzino di 12 anni che ha appena perso la madre, Hisako, morta nell’incendio che ha distrutto l’ospedale di Tokyo dove lavorava. Con il padre Shoichi, ingegnere aeronautico, e la nuova moglie Natsuko, sorella minore della defunta consorte, Mahito si trasferisce in una tranquilla villetta in campagna, lontano dalla frenesia della città. Ma la sua vita è pervasa dal dolore della perdita e dalla difficoltà di accettare la nuova realtà familiare.

Le sue giornate si susseguono tra il suo isolamento emotivo e la sua resistenza ad accogliere Natsuko, che, nonostante l’affetto, non riesce a sostituire la madre perduta. La svolta arriva quando Mahito, nel suo esilio emotivo, scopre la presenza misteriosa di un airone cenerino che lo osserva e, con parole straordinarie, gli rivela che sua madre è ancora viva e che lo guiderà nel suo viaggio verso il ricongiungimento. Questa rivelazione incredibile porta Mahito in un mondo fantastico, dove dovrà affrontare sfide e incontrare figure misteriose in una dimensione che sembra intrecciarsi con la sua realtà quotidiana.

Nel suo viaggio attraverso questo regno parallelo, Mahito incontrerà strane creature, figure eroiche, e poteri legati al fuoco e alla natura, che non solo gli aiuteranno a scoprire di più sulla sua famiglia, ma anche a esplorare e affrontare i suoi sentimenti più profondi e i suoi conflitti interiori. La crescita di Mahito è il cuore del film, un percorso di consapevolezza e accettazione che lo porta ad abbracciare la sua realtà e a capire che, nonostante la perdita, ci sono sempre vie per trovare la speranza e la pace interiore.

Il Ragazzo e l’Airone, l’incanto secondo Miyazaki

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Il Ragazzo e l’Airone non è solo un film d’animazione; è una riflessione profonda sulla vita, sul dolore, e sulla possibilità di guarire attraverso la magia della fantasia. Questo è il dodicesimo lungometraggio di Miyazaki e, a oltre 80 anni, si avvicina a quello che potremmo definire un lascito testamentario che racchiude l’essenza del suo cinema. La narrazione esplora tematiche universali come la crescita, l’accettazione della realtà, la gestione del lutto, e il rapporto con la natura. Miyazaki si tuffa nell’intimo, trattando il conflitto tra il mondo esterno e quello interiore, in un’armonia perfetta di simbolismi e metafore.

La realizzazione del film è stata influenzata dalle difficoltà legate alla pandemia, ma queste sfide non hanno intaccato la qualità del lavoro. Anzi, il film sembra essere più che mai il frutto di una ricerca continua di equilibrio tra il fantastico e il reale. La bellezza dei luoghi e dei personaggi animati è straordinaria, con colori brillanti che riempiono lo schermo e sfumature sottili che esplorano il confine tra la luce e l’oscurità, il bene e il male. La stessa presenza dell’airone, che guida Mahito, è un simbolo potente dell’ambiguità dei legami familiari e della fragilità della fiducia.

Un altro aspetto fondamentale del film è la sua riflessione sul tempo e sulla memoria. Miyazaki gioca con il concetto di passato, presente e futuro, creando un ambiente in cui il tempo sembra sospeso, in un’alternanza di dimensioni che si fondono l’una con l’altra. Questo approccio non solo arricchisce il film, ma lo rende anche un’ode alla memoria come strumento di guarigione e crescita.

La filosofia di Miyazaki e le sue influenze

Il Ragazzo e l’Airone non manca di richiamare molti dei temi che hanno reso celebri le opere precedenti di Miyazaki, con l’ambientazione e le creature straordinarie che richiamano le atmosfere di La città incantata, e la lotta tra l’uomo e la natura riporta alla mente Ponyo sulla scogliera e Principessa Mononoke.  In questo film inoltre il conflitto interiore del protagonista e il suo rapporto con la morte ricordano anche le dinamiche esplorate in Porco Rosso, dove la guerra e la sofferenza sono esplorati in modo altrettanto profondo e simbolico. Ogni riferimento alle sue opere passate arricchisce l’esperienza di Il Ragazzo e l’Airone, ma allo stesso tempo il film è anche un’entità unica, che si distingue per la sua intimità e la sua capacità di parlare a ogni generazione.

La narrazione, ispirata al romanzo E voi come vivrete? di Genzaburō Yoshino, offre una riflessione più ampia sulla crescita personale, sulla responsabilità sociale e sull’importanza di mantenere il legame con la propria infanzia. Il film si rivolge infatti non solo ai più giovani, ma anche agli adulti, invitandoli a non dimenticare la parte più genuina e creativa di sé, quella che spesso si perde nel corso degli anni.

Un film che unisce generazioni

In Il Ragazzo e l’Airone, Miyazaki ci invita a rimanere connessi al bambino che c’è in ognuno di noi. Con una narrazione ricca di creatività, metafore sorprendenti e immagini incantevoli, il film trascende i confini della sua semplice funzione di intrattenimento per diventare una riflessione sul ruolo che l’immaginazione e la speranza giocano nelle nostre vite, anche nei momenti più bui. È un’opera che esorta a non rinunciare mai alla bellezza, alla meraviglia e al sogno, anche quando la realtà sembra travolgerci.

Il Ragazzo e l’Airone è un’opera che segna il ritorno trionfale di Hayao Miyazaki al cinema d’animazione e che ci regala un’esperienza emozionante e indimenticabile. Con la sua maestria nel mescolare fantasia e realtà, luce e ombra, speranza e dolore, Miyazaki ci offre un viaggio nel cuore umano, un invito a non smettere mai di sognare. Questo film è una gemma preziosa, che conferma il genio del regista e dimostra che la sua capacità di toccare le corde più profonde dell’animo umano non ha tempo e non invecchia mai. Il Ragazzo e l’Airone è una delle opere più significative di un maestro che, nonostante l’età e le difficoltà, continua a regalare al mondo il suo straordinario dono.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

10


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