“Il Principe di Roma”: “Il Canto di Natale” secondo Edoardo Falcone
Presentato in anteprima nella sezione Grand Public alla 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma, “Il Principe di Roma” di Edoardo Falcone, una commedia da lui scritta assieme a Paolo Costella, il cui punto di partenza, come detto dallo stesso regista nel corso della Press Conference, oltre al film “L’anno del Signore” e al cinema di Luigi Magni, è “Il Canto di Natale” di Charles Dickens, ovviamente qui rivisitato in chiave romana.
Roma, 1829. Bartolomeo è un uomo ricco e avido che brama il titolo nobiliare più di ogni cosa. Nel tentativo di recuperare il denaro necessario a stringere un accordo segreto con il Principe Accoramboni per ottenere in moglie sua figlia, si troverà nel bel mezzo di un sorprendente viaggio a cavallo tra passato, presente e futuro. Affiancato da compagni d’eccezione dovrà fare i conti con sé stesso e conquistare nuove consapevolezze.
“Io ho un grande amore per Roma e per le sue tradizioni, e da sempre volevo fare un film che parlasse di Roma e in particolare della Roma del Papa Re, e naturalmente il film ‘L’anno del Signore’ di Magni è stato un caposaldo dell’argomento” – dice il regista Edoardo Falcone – “Cercavo l’occasione giusta e non volevo fare semplicemente un film comico, ma come negli altri film, continuare a parlare di temi universali. Mi è venuto in aiuto ‘Il Canto di Natale’, un libro che ho sempre amato e che in realtà è la storia di una trasformazione. Baipassando il discorso del Natale vero e proprio, che non mi interessava perché ho già dato in merito, ho capito che poteva essere interessante vedere questo Scrooge ambientato nello stesso periodo però a Roma, e cambiando completamente i fantasmi del Natale passato, presente e futuro, con tre dei tanti fantasmi che si annidano tutt’oggi per le strade di Roma” – continua parlando delle musiche e della sceneggiatura – “Per le musiche, essendo io un malato mentale per la precisione, inizialmente avevo chiesto a Michele (Braga) di fare delle musiche dell’epoca, solo che il primo effetto era scoraggiante dal momento che creava una malinconia eccessiva, quindi abbiamo ricominciato da capo, ci tengo a dire però, che la canzone che viene cantata ‘Tutte le notti in sogno’, è veramente un brano dell’epoca, e per me sono quei piccoli dettagli che fanno la differenza. Nel film ho chiamato Carlotta Proietti, non solo per Gigi ma anche perché una brava attrice, e il cognome diventa indirettamente un omaggio a lui. Per la sceneggiatura invece, abbiamo fatto un lavoro lunghissimo con Paolo (Costella), perché volevamo essere più storici e realistici possibili con una storia che non lo era assolutamente. E’ stato un lavoro complesso con una grande cura anche per i costumi e per le scenografie, si è trattato di un atto d’amore generale.”
A vestire i panni per l’appunto di questo Scrooge trasteverino, ovvero Bartolomeo Pinelli, il mattatore Marco Giallini, nei confronti dei quali, per il linguaggio e modo di fare, è difficile non paragonare a “Il Marchese del Grillo” e a “Il Conte Tacchia”.
Bartolomeo è un uomo di umili origini, divenuto ricco e potente grazie alla sua astuzia e al suo fiuto per affari. Arrogante, egoista e tra le persone più temute a Roma, vuole avere sempre di più e per questo è alla ricerca del definitivo riconoscimento sociale, ed è disposto a tutto pur di ottenere il titolo nobiliare di Principe.
“Mi sono divertito anche se era un momento particolare perché c’era ancora il covid e vedevo tutte queste mascherine girare” – dichiara Marco Giallini – “E’ stata dura considerando che si trattava di un film in costume. Non mi sono preparato eccessivamente ho semplicemente letto, anche perchè Falcone fa un pò quello che vuole ti da delle solo indicazioni. Non ho pensato a nessuno e non mi sono ispirato a Sordi in particolare, mi è venuto spontaneo essendo romano e dall’esperienza acquisita nel corso degli anni. Ovviamente penso che Sordi sia tra i più grandi di tutti assieme a tutti gli altri. La scena più emozionante per me è quella del finale.”
Un’immagine dura e sprezzante la sua, dietro cui si cela un cuore fragile, ferito e abbandonato che in pochi riescono a comprendere, e che sarà scosso dalle ombre di Giordano Bruno, dal volto di Filippo Timi, di papa Borgia, interpretato da Giuseppe Battiston, e di Beatrice Cenci da Denise Tantucci, riviste ovviamente da un occhio che tiene conto dei sonetti del Belli e delle stampe di Bartolomeo Pinelli.
Denise Tantucci/Beatrice Cenci, una ragazza del XVI secolo, finita sul patibolo e passata alla storia come eroina romantica. La giovane donna venne giustiziata per l’omicidio del padre, compiuto non per malvagità, ma per sottrarsi alle continue violenze alle quali l’uomo la sottoponeva. Il suo spirito condurrà Bartolomeo nel passato, per ricordargli il significato dell’amore e dell’empatia verso il prossimo.
Fillipo Timi/Giordano Bruno, il noto filosofo che venne condannato a bruciare da eretico per aver osato sfidare la Chiesa, nel tentativo di far prevalere la ragione rispetto ai dogmi. Il suo spirito, intelligente, colto e misterioso, mostrerà a Bartolomeo il presente che lo circonda e la realtà che vorrebbe ignorare: in primis come le conseguenze del suo egoismo affliggono le vite delle persone a lui vicine.
Giuseppe Battiston/Papa Borgia una delle figure più controverse della storia della chiesa, è stato un grande pontefice che però ha fallito miseramente nella sua missione di “pastore di anime”. Il suo spirito svelerà a Bartolomeo cosa lo attenderà in futuro, se continuerà a condurre quella vita infelice, priva di amore per sé e per le persone che gli stanno vicino.
Ad affiancare Marco Giallini ne “Il Principe di Roma”, anche Andrea Sartoretti nel ruolo di Eugenio, l’unico amico di Bartolomeo. O meglio lo era. I due si conoscono da quando erano giovani, ma ormai tra di loro non scorre più buon sangue. Eugenio a differenza di Bartolomeo, si ritrova sul lastrico e attribuisce all’amico di un tempo la colpa della sua situazione disperata.
“A differenza degli altri il mio è un personaggio reale e l’ho visto un po’ come l’antagonista del personaggio di Marco, perché una persona che darebbe la vita per un’ideale e di tutti, per cui è il suo opposto” – aggiunge Andrea Sartoretti – “Abbiamo cercato di dargli un’emotività forte e sono contento di essere entrato nella Roma di Edoardo.”
Piacevole, divertente, ironico, nonostante a volte scivoli in una rappresentazione macchiettistica, “Il Principe di Roma” arriverà al cinema dal 17 novembre distribuito da Lucky Red, e il cast include anche i nomi di: Giulia Bevilacqua, Sergio Rubini, Antonio Bannò, Liliana Bottone, Massimo De Lorenzo e Andrea Sartoretti.
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Emanuela Giuliani