incontro stampa protagonisti la serie il conte di montecristo

Il Conte di Montecristo, incontro stampa il regista e i protagonisti presentano la serie

Il regista e i protagonisti presentano in anteprima la serie: Il Conte di Montecristo, alla 19esima Festa del Cinema di Roma.

Presentata in anteprima alla 19esima Festa del Cinema di Roma: Il Conte di Montecristo, la serie evento RAI in quattro puntate, tratta da uno dei romanzi senza tempo e più popolari di sempre della letteratura francese.

Diretta dal visionario regista danese Bille August (Pelle alla conquista del mondo, Palma d’oro a Cannes e Oscar per il Miglior film stranieroCon le migliori intenzioni, Palma d’oro a Cannes; La casa degli spiriti, I Miserabili, 55 passi), il quale assieme a Sam Claflin (Pirati dei Caraibi: oltre i confini del mare, Hunger Games, Peaky Blinders, Daisy Jones & the Six) nel ruolo del protagonista Edmond Dantès, al Premio Oscar® Jeremy Irons nelle vesti dell’Abate Faria, e agli interpreti anche Nicolas Maupas, Michele Riondino, Gabrielle Passion e Karla-Simone Spence, ha raccontato come questa attesissimo rifacimento de: Il Conte di Montecristo.

Il Conte di Montecristo infatti, è una di quelle storie, di romanzi, che pur essendo un classico ogni volta che lo leggi è come se fosse la prima volta, e si soffre come se non si conoscesse ancora il finale, ma che cosa c’è in questo romanzo di così universale tanto che da sentire la voglia di raccontarlo ancora?

“Per me Il Conte di Montecristo è la miglior storia mai raccontata sulla vendetta”, dice il regista Bille August. “La cosa interessante non è soltanto che Edmond vuole uccidere chi gli ha fatto il torto, ma anche il modo sofisticato in cui pianifica la sua vendetta, e vuole farlo in un modo che sia simile al danno che è stato perpetrato nei suoi confronti e ciò rende questa storia così affascinante, ma con la sua vendetta perde anche la sua capacità di amare”, spiega. “La complessità di questa storia che sembra necessaria e importante e ci porta a voler tornare a raccontare, è anche il fatto di voler quello evitare è di realizzare il tipico film in costume, e di andare quindi affondo nei personaggi mettendo in evidenza l’interazione tra di loro che è la forza motrice di questa storia, in modo che lo spettatore possa veramente entrare e coinvolgersi. Per essere fedeli ad un romanzo devi essere infedele devi avere un’idea molto chiara della storia e di che cosa vuoi dire, altrimenti non funziona, e noi credo l’abbiamo gestita e che ci siamo riusciti in questo caso”.

Bille August Festa del Cinema di Roma 2024, ph Silvia Sottile per Think Movies
Bille August Festa del Cinema di Roma 2024, ph Silvia Sottile per Think Movies

Ingiustamente accusato di tradimento, il giovane marinaio Edmond Dantès viene imprigionato senza processo nel Castello d’If, una cupa isola-fortezza a largo di Marsiglia. Dopo molti anni di prigionia, riesce finalmente a scappare e, assumendo l’identità del conte di Montecristo, mette in atto la sua vendetta contro coloro che lo hanno privato della libertà.

“Ci sono molte interpretazioni di questo famoso, epico romanzo, e la cosa bella di questa produzione, la cosa interessante, è che abbiamo avuto 8 ore per dissezionare ed entrare in tutti i dettagli di ogni personaggio”, afferma Sam Claflin. “Non è solo la storia di Edmond, bensì è la storia di tutti i personaggi che lo circondano. Il romanzo in modo straordinario permette a chi legge di sparire ed essere assorbito totalmente nel mondo del Conte di Montecristo, ed è stata un enorme gioia, una gioia squisita ma anche una grossa sfida calarsi nei panni di questo personaggio così complesso, ma i personaggi migliori da interpretare sono quelli difficili da capire affondo”, svela Claflin. “Quello che ho amato nella visione di Bille è che permette allo spettatore, al pubblico e a noi attori di entrare affondo in quel mondo e di rapportarci a loro sentendo empatia anche per i cattivi. E’ veramente in interpretazione a 360°”.

incontro stampa protagonisti la serie il conte di montecristo

Claflin prosegue parlando del romanzo e del rapporto con esso: “Se devo essere onesto al 100% sapevo che esisteva questo romanzo ma non lo avevo letto prima ed è qualcosa in cui ho cercato di entrare il prima possibile per avere un’idea chiara della situazione, di che cosa si prefiggono i personaggi. Il materiale originario è sempre utile ma non deve diventare una Bibbia, perché quello che raccontiamo è la visione di Bille la sua interpretazione visiva e ovviamente come attori portiano il nostro modo di lavorare. E’ un’esperienza collaborativa, o almeno io credo che così debba essere, un lavoro di squadra, questo è il modo in cui mi piace lavorare. Mi sono attenuto più sulle parole della sceneggiatura che su quelle del romanzo. Come attore soprattutto dalla formazione teatrale, il testo, la sceneggiatura, il copione è il vangelo, io sono uno di quegli attori che legge le battute e deve capire la ragione per cui sono state scritte quelle battute”.

Claflin conclude.Il rapporto è sempre tra me e il dialogo ed è quello che mi muove e mi guida nel rapporto con il personaggio, le battute sulle pagine sono il personaggio e devo capire perché le devo dire. Questo viaggio, questa esplorazione è sempre la parte più bella per me perché non ci sono due persone che sono uguali e nessuno dei personaggi che interpreto deve essere come me. Ogni personaggio ha le sue opinioni, la sua mente, e il mio lavoro come attore è di conformarmi al personaggio e non viceversa, ovvero che il personaggio sia me. Questa è la gioia di fare quello che faccio e questa è una sceneggiatura perfettamente cesellata, molto densa, intensa, perfettamente ben scritta.  E’ una storia fantastica, un grandissimo romanzo e un grandissimo personaggio.”

Sam Claflin Festa del Cinema di Roma 2024, ph Silvia Sottile per Think Movies
Sam Claflin Festa del Cinema di Roma 2024, ph Silvia Sottile per Think Movies

Jeremy Irons in merito al suo personaggio dice: “La mia è unanpiccola parte del film, ma penso che il mio compito era quello di conoscere Edmonds, incoraggiarlo, dargli speranza e trasmettergli la saggezza che lui ha acquisito attraverso la sua vita e che gli consente di vivere in questa piccola cella a lungo. La serie è reale e contemporanea, parla delle vere interazioni, delle vere emozioni e io cerco di farlo proprio come la storia lo richiede. E’ il terzo film che faccio con Bile, ed è un regista di cui mi fido pienamente che attraverso una forma di semplicità riesce ad arrivare al centro, al cuore stesso della situazione quando gira, arriva alle vere emozioni, non le nasconde, non le offusca con gli effetti, con i montaggi e con i tagli. Quando ho visto i primi 4 episodi ero a Los Angeles e ho sentito tutto l’impatto visivo. Ho visto tutte le sue riprese e sul filmato ho visto la chiarezza, la semplicità che permette agli attori veramente di far emergere l’essenza dei loro personaggi, e questo è piuttosto raro oggi al cinema, ed è ciò che io apprezzo in Bille”, parlando della vendetta spiega. “La vendetta è una perdita di tempo, penso che perdiamo fin troppo tempo preoccupandoci di quello che non abbiamo o di come riprenderci quello che non abbiamo. Questa storia ci dice quanto è inutile tutto ciò, dobbiamo perdonare e andare avanti. Che modo di vivere è con questo rancore dentro? Siamo qui per poco tempo, cerchiamo di cambiare le cose in meglio. Perdere del tempo a lamentarci cercando vendetta è veramente una perdita di tempo”.

Jeremy Irons Festa del Cinema di Roma 2024, ph Silvia Sottile per Think Movies
Jeremy Irons Festa del Cinema di Roma 2024, ph Silvia Sottile per Think Movies

Michele Riondino riguardo al tema delle ingiustizie presenti nella storia e attuali dice: “Di questi tempi ci sono diverse ingiustizie e il tema della rivincita della vendetta è un tema attuale, perché per elaborare e pianificare una vendetta si deve necessariamente scendere dei bassifondi dell’animo umano,  dal momento che quando si è incattiviti, quando hai fame di giustizia perchè è ti è stato tolto qualcosa che era fondamentale per te, naturalmente sei disposto a tutto non di riottenere ciò che ti hanno tolto, ma di ottenere giustizia. Si tratta di un tema universale che appartiene alla nostra contemporaneità”, continua parlando del suo personaggio. “Per quanto riguarda il mio personaggio Jacopo, io l’ho vissuto come quasi un’emanazione di Edmod perché in lui c’è sia il braccio che la mente, quando la mente è chiamata a giustificare le azioni che il conte vuole mettere in pratica per consumare la sua vendetta, e secondo me è anche un modo per affrontare appunto se stessi. Jacopo in questo caso è un’appendice del personaggio del conte, perché a volte è coscienza e a volte invece è vendetta pura, ed è un aspetto che ognuno di noi prova e ha in se quando ha che fare con questo tema, con la voglia di riscatto, con la voglia di vendicarsi”.

Gabriella Passion sulla vendetta e delle ingiustizie aggiunge: “Diciamo che il tema delle ingiustizie è uno dei grandi temi universali e va a toccare quel brodo primordiale nostro dell’inconscio dove ognuno di noi può potenzialmente diventare il peggio di sé. Può non avere freni perché vai a toccare qualcosa che è ancestrale, l’ingiustizia declinata in vari aspetti ma non entro in merito nelle ingiustizie che vediamo oggi perché non credo ci sia bisogno che le sottolinei io. Il tema dell’ingiustizia è ampio”.

immagine serie il conte di montecristo

Nicolas Maupas invece descrive il suo personaggio: “Il personaggio di Albert è un personaggio molto chiaro per tutti, non è un personaggio stratificato, anzi è talmente poco stratifico che subisce i contrasti, non è come il conte che riesce a ragionare e giocare d’astuzia. E’ uno specchio della società del tempo, si ritornava alla monarchia dopo un periodo di rivoluzione quindi sicuramente c’è un contrasto tra l’apparenza dell’aristocrazia e dell’essere umano. Il lavoro su Albert è stato sincero, ed è stato bello portare in scena la credenza nei propri valori, avere forza di quello che si pensa. E’ stata una super avventura e Bille mi diceva sempre che era un personaggio che incarnava la giovinezza, con uno spirito di ambizione e anche di timore di quello che poteva succedere al suo nome, a quello della sua famiglia. E’ una persona estremamente attenta a quello che è il suo contesto, e riesce a garantire a se stesso e a chi lo circonda la purezza”.

Karla-Simone Spence infine: “Ho sentito un forte collegamento con Haydee, perché riesce ad essere forte restando sempre se stessa, è una forza mite la sua e questo mi piace di lei. Dopo tutto quello che succede, il conte, che è stoico e molto riservato, quando vede Haydee sente questo calore uscire da lui, lei ha questa energia questo calore umano che sa trasmettere. Viene da situazioni molto dure ma mantiene i suoi sogni, e questo mi ha aiutato a creare tutto il mondo nella mia testa, a viverlo immaginando quale è stata la sua vita pregressa, e vederlo è stato molto divertente”.

La serie arriverà prossimante su Rai1, ed è interpretata anche da: Ana Girardot, Mikkel Boe Følsgaard, Blake Ritson e Lino Guanciale. Il Conte di Montecristo – una produzione PALOMAR in collaborazione con DEMD productions e in collaborazione con RAI FICTION, FRANCE TELEVISIONS, MEDIAWAN RIGHTS ed ENTOURAGE MEDIA.

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Emanuela Giuliani


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