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Gli Ospiti di Svevo Moltrasio, la recensione: un intrigante operazione di genere

Al Castiglione Cinema 2023 arriva Gli Ospiti, una grottesca black comedy con un cast corale che riesce a strizzare l’occhio al peggio della società

Dopo il successo della web serie Ritals, Svevo Moltrasio fa il grande salto e passa al lungometraggio. Gli Ospiti, presentato in anteprima al Castiglione Cinema 2023, è un film corale intrigante, sicuramente interessante, con molta carne al fuoco ma soprattutto con la chiara intenzione di creare qualcosa che non si vede tanto spesso nel nostro panorama cinematografico: una sperimentazione distante dai canoni classici della narrazione sul grande schermo.

Frutto di un crowdfunding che ha coinvolto più di 3000 persone, Gli Ospiti vede Svevo Moltrasio nella molteplice veste di regista, produttore e attore, affiancato da un cast che comprende i Federico Iarlori, Quentin Darmon, Giulia Bolatti, Leonardo Bocci, Simona Di Bella, Chiara Tomei, Federico Lima Roque, Paola Moscelli e Giorgia Narcisi.

Gli Ospiti, la storia

Girato quasi esclusivamente per interni, nella campagna fuori Roma, Gli Ospiti ci trascina fin dall’inizio all’interno delle dinamiche di un gruppo di trentenni e quarantenni, uniti da parentele varie e amicizie incrociate. L’atmosfera in casa però è da subito molto tesa, siamo nel mezzo di una lite che pare essere l’atto finale di tensioni ed inimicizie che si trascinano da moltissimo tempo. Il gruppo appare una sorta di caotico alveare in cui ognuno ha segreti da nascondere o da svelare, piccole vendette da incassare o tornaconti da inseguire. Fuori infuria la tempesta, ogni tanto la corrente salta e quando un malcapitato la riattiva, ecco che parte da non si sa dove uno stereo con un pezzo di musica classica. Ma a mano a mano che si avanti, il gruppo comincerà a dare segni di squilibrio, a rivendicare quella casa come propria, e infine persino la paternità del piccolo Luca, che ignaro di tutto dorme di sopra.

Ma dove sta la verità? Chi mente? E se tutto fosse un sogno? E se invece nessuno avesse torto?

Gli Ospiti, recensione

Gli Ospiti è molto teatrale come natura narrativa e come messa in scena, al netto di una regia di Moltrasio che comunque mantiene dinamismo, che alterna oscurità e luce in modo altamente simbolico. C’è molto di Polanski, di Buñuel, in questa sorta di giostra impazzita e a tratti quasi paranormale, dove ci si parla ma non si comunica, dove soprattutto la verità sfugge ai protagonisti come sfugge allo spettatore.

Prima parte che pare incredibilmente accelerata, fin troppo sopra le righe, almeno fino al finale rivelatore, che mette tutto a posto. Certo, c’è una certa difficoltà nell’inquadrare i nomi con i volti, ma per Moltrasio non è neppure un fine ultimo, quanto mettere in campo una nevrosi che sale piano piano, assieme all’illogicità, con personaggi che sono tra il ridicolo e l’irritante. Vi è però anche un grande realismo nella caratterizzazione sociale, in quel microcosmo familiare di gruppi uniti senza sapere un perché, dal cicaleccio di invidie, ripicche, vendette e narcisismo. Piccola Odissea dell’incomunicabilità, si connette e assieme si stacca dal grande cavallo di battaglia del cinema italiano: la commedia corale familiare. Il focolare domestico viene distrutto, le relazioni umane sono una trappola di scudi alzati e coltellate.

Nessuno è innocente, tutti sono colpevoli, ognuno cerca di coprire il peggio di sé con puerili fili d’erba che non fanno altro che evidenziarne ipocrisia e mancanza di empatia. Attorno al possesso di quella casa, Gli Ospiti crea anche un ragionamento sul concetto di diverso, di estraneo e assieme alla mancanza di veri punti di riferimento. Ci si diverte, a volte il tono tende ad essere eccessivamente carico, ma c’è anche un cast che si muove con grande sintonia e personaggi che sono diversi dalle solite maschere eterne che la narrazione nazionalpopolare continua a proporci incessantemente.

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Giulio Zoppello

Il Voto della Redazione:

7


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