Leonardo Bonucci a Giffoni 54: “Il Festival segna il confine con la mia nuova vita. Farà il corso da allenatore”.
C’è stato un tempo nel quale Bonucci, superdecorato difensore della Juventus e della Nazionale, è stato solo Leonardo. È ritornato giovane proprio a Giffoni e nella capitale del cinema per ragazzi ha raccontato che cosa gli accadde tra il 2008 e il 2009. “Fallirono molte squadre e tra queste c’erano le mie”. Erano il Treviso e il Pisa. “Mi sono ritrovato per un anno intero senza soldi, ma non ho mollato. Noto che nel calcio di oggi i calciatori prendano tanti soldi e subito, anche quando sono giovani. Il mio consiglio, invece, è pensare innanzitutto alla propria formazione ed a costruire su basi forti la propria carriera ma soprattutto la propria vita. La mia fortuna è stata avere vicino una famiglia che mi ha supportato. Quando ho conosciuto la mia compagna, lei già lavorava e mi ha dato stabilità, mi ha reso una persona migliore e serena. Mi ha sempre considerato come Leonardo e non come un pozzo. Prima di essere personaggi pubblici, noi siamo persone con i nostri valori. Dobbiamo intervenire anche nel calcio moderno. Questo sport è stato da sempre volano di entusiasmo, ma i giovani si stanno disinnamorando. Dobbiamo intervenire al più presto”.
Il tema della 54esima edizione di Giffoni è l’illusione della distanza. Ci sono Paesi calcistici che sono distanti migliaia di chilometri dall’Italia e dal proprio modo di vivere il gioco più amato dagli italiani. Bonucci ha fatto da tempo la propria scelta: “Non giudico i colleghi che hanno scelto di trasferirsi in Oriente, in Arabia o in America. È appunto una scelta e come tale va considerata e rispettata. È capitato anche a me di avere questa opportunità e ho detto no, perché ho scelto il sacro fuoco, la passione e le emozione che mi davano il calcio italiano”.
Quel sacro fuoco che Antonio Conte, un tempo allenatore della “sua” Juventus e adesso nuova guida tecnica del Napoli, ha saputo trasferirgli: “All’inizio il nostro rapporto non è stato tutto rose e fiori – ammette Bonucci – ed è capitato anche per colpa mia, per alcuni comportamenti. Poi ci siamo chiariti ed è stato subito amore. Non sono mai più uscito dal suo progetto di squadra e dalla Nazionale con Antonio. È la scelta migliore che il presidente De Laurentiis potesse fare per il Napoli e per Napoli. Sono sicuro che in azzurro si potrà aprire un ciclo importante, com’è accaduto per noi alla Juventus”.
LeAdesso, però, chiamatelo mister. Per Bonucci si spalancano le porte del centro tecnico federale di Coverciano: “Comincerò il corso di allenatore Uefa-B. Intraprenderò questo percorso con altri ex calciatori. Non so ancora quale sarà il mio modulo tattico preferito, ma di sicuro dovrà tener conto delle caratteristiche dei calciatori. Voglio essere un allenatore in grado di tirar fuori il meglio dai miei atleti. Quando si sta dietro la riga di gesso, l’allenatore può essere un valore aggiunto, se trasferisce ai propri calciatori non solo i suoi concetti da professionista ma anche tutto sé stesso, la propria umanità. Voglio dare il meglio di me e voglio essere la sintesi dei migliori allenatori dai quali sono stato guidato da calciatore”.