Giffoni 2022: Ferran Paredes Rubio ai Generator +18: “Così scelgo i colori delle storie che racconto”
La magia della fotografia al cinema, l’importanza della luce, l’emozione del passaggio dalla pellicola al digitale, di tutto questo ha parlato Ferran Paredes Rubio direttore della fotografia spagnolo, che vive e lavora da tempo in Italia e che ha firmato la fotografia di tanti film e di tante serie televisive, tra questi tanti titoli del regista Edoardo De Angelis, in particolare “Indivisibili” con cui ha ottenuto una nomination ai David di Donatello. A #Giffoni2022 Ferran Parades ha incontrato i ragazzi della giuria Generator +18 che stanno seguendo una serie di workshop dedicati alle professioni del cinema. “Nasco come fotografo” – ha detto – “il mio interesse è sempre stato raccontare per immagini. Poi ho fatto il fotoreporter. Ero però sempre da solo e sempre in viaggio. Allora ho deciso di studiare cinema, ma il mio background resta fotografico e di questo ne sono fiero. Con il mio approdo al cinema ho avuto modo di condividere questa passione all’interno di una squadra”.
Il rapporto tra regista e direttore della fotografia e, ancora, con gli attori: sono tutte dinamiche importantissime, capaci di ipotecare la riuscita di un film: “Ho molto rispetto per i registi che si rapportano con gli attori – ha spiegato – ma io non mi sento in grado di farlo. Sul set nessuno dei lavori è più bello del direttore della fotografia. Il merito del registra è quello di saper approcciare agli attori e a tirare fuori il meglio da parte di tutti coloro che lavorano ad un film”. Il cinema cambia anche grazie alle tecnologie che evolvono: “Il passaggio dalla pellicola al digitale” – ha spiegato Ferran Parades – “è stato interessantissimo. La tecnologia ci ha dato la possibilità di esprimerci in modi prima inimmaginabili. Questo rende il nostro mestiere, il cinema in generale aperto a tutti. Grazie al digitale tanti giovani hanno avuto accesso alla professione. L’esperienza in pellicola creava una tensione che oggi è venuta meno. Con il digitale questo è un po’ cambiato. La pellicola è preziosa, gira e si consuma. E questo si percepiva sul set. Oggi è tutto un po’ diverso”. Il direttore della fotografia ha anche una responsabilità in riferimento alle scelte stilistiche vengono fatte di volta in volta durante la lavorazione di un film. Come sceglie la luce Ferran Parades: “In base alla storia – ha spiegato – ne seguo i colori, leggendo la sceneggiatura. Certo, poi c’è il vissuto perché il direttore della fotografia trasmette un vissuto e quindi leggere con attenzione la sceneggiatura è fondamentale. Bisogna saper sentire le cose, vivere le emozioni e saperle riprodurre”.
C’è una specie di affinità elettiva che deve crearsi tra regista e direttore della fotografia: “La collaborazione tra queste due figure” – ha detto – “è importantissima. E’ giusto conoscersi. Devi capire come si esprime il regista per evitare malintesi, per riuscire ad interpretare ciò che ha davvero in mente. Nella fase di pre-produzione è importante stare insieme per comprendere lo stile di comunicazione che il regista vuole avere”.
La Redazione