Festival del Cinema di Spello 2025: Lunetta Savino racconta alcuni suoi ruoli significativi

Lunetta Savino al Festival del Cinema di Spello 2025, ha raccontato alcuni dei ruoli più importanti da lei interpretati.

Il Festival del Cinema di Spello giunto alla sua 14esima edizione, ha avuto il piacere di avere come Ospite d’Onore l’amata e stimata attrice Lunetta Savino, la quale nel corso della prima serata, di cui è stata la protagonista assoluta, ha ripercorso la sua ricchissima carriera e alcuni tra i ruoli più importanti da lei interpretati. Personaggi femminili la cui profondità non solo ha caratterizzato la sua vita professionale, bensì hanno lasciato un segno indelebile in lei, tra le fondatrici inoltre del movimento Se non ora quando che difende il valore e la dignità delle donne.

raccontami serie

Il primo ruolo è quello di Elena Sorrentino, vestito nella serie composta da due stagione e trasmessa, dal 2006 al 2008, su Rai 1: Raccontami, realizzata da Riccardo Donna e Tiziana Aristarco, e ispirata alla serie televisiva spagnola Cuéntame cómo pasó. Al centro della scena la vita di una famiglia della classe media, ed Elena è la moglie sempre pronta a sostenere il marito nei tanti momenti difficili, un angelo del focolare capace però, quando la situazione lo richiede, di andare coraggiosamente nel mondo per trovare un impiego.

Non vede questa serie non so quanto, sono passato tanti anni ed ero molto più giovane. E’ stata la prima serie dopo quella di ‘Un medico in famiglia’, quindi per me era una sfida importante per dimostrare che potevo fare altro. Mi ricordo che il capo della RAI, di Rai fiction, che all’epoca era Saccà, mi chiamò per dirmi che era molto contento di accogliermi in questa nuova serie, e che avrei dovuto puntare anche sulla mia seduttività. Elena, per quanto fosse una donna semplice di una famiglia tradizionale, era negli anni 60, negli anni del boom economico, e questo desiderio di crescere è una bella Italia che viene raccontata, tra l’altro con gli occhi del bambino, del più piccolo. Mi ha subito catturato perché è stato bello raccontare quell’Italia, quel tipo di amore che poteva esserci tra un marito e una moglie che non hanno molti svaghi. E’ stato molto piacevole immergersi in quegli anni, con il dispiacere di dover tornare poi al 2000, è stata una bella storia da raccontare, da condividere con i partner, con Massimo Ghini che era perfetto nella parte e con il quale non avevo mai lavorato insieme”.

immagine film il figlio della Luna

Da Elena Sorrentino si passa a Lucia Frisone nel film del 2007 Il Figlio della Luna diretto da Gianfranco Albano, basato sulla reale storia di Fulvio Frisone, nato con una tetraplegia spastica distonica grave al punto da impedirgli persino di parlare. Grazie soprattutto agli sforzi immani della mamma Lucia, Fulvio, apparentemente condannato ad una vita senza sbocchi, riesce a studiare con grandissimo profitto ed oggi è un affermato scienziato nel campo della Fisica. Un ruolo che ha segnato effettivamente una svolta nella carriera di Lunetta Savino.

Gianfranco Albano, il regista, che abita da queste parti e ho rivisto ieri dopo tanto tempo, mi ha proprio guidata prendendomi per mano per affrontare scene che richiedevano una grandissima concentrazione, come ad esempio la scena in cui le parla con la statua del Cristo. Puoi prepararti quanto vuoi, studiare il dialetto, imparare la parte a memoria, però poi in quel momento, in quel luogo, in quello spazio, in quella chiesa con quel Cristo che non era il Cristo crocifisso ma un Cristo quasi vivo devi essere lì. Devi essere una madre che non sa come affrontare una tragedia di quel tipo, un figlio che non può camminare, non può parlare, non può muoversi, ma con un’intelligenza, un talento scientifico che lo porterà poi a diventare uno scienziato grazie a questa madre che si batte come una leonessa per farlo continuare a studiare, a farlo accedere alla scuola pubblica. E’ una madre che porterà il figlio dalle prostitute perché deve fare l’esperienza sessuale, è una madre che vuole che il figlio faccia una vita come tutti gli altri”, spiega Lunetta Savino.

“E’ un film a cui sono molto molto legata, ed è stato probabilmente il mio primo ruolo drammatico in assoluto, sia per quanto riguarda la televisione che il cinema in generale. È stata la mia prima vera prova drammatica che però aveva anche momenti di leggerezza, perché a me piace il dramma quando viene, come posso dire, alleggerito, che non significa banalizzato, ma reso forse più umano, credibile. E questo, secondo me avviene quando tu alterni momenti estremamente forti, commoventi a momenti di rarità, perché nella vita è così, anche le tragedie più terribili poi devono essere per forza alleggerite da un sorriso, da una distrazione, ne abbiamo bisogno”.

“Io ho conosciuto la vera madre, perché questa è una storia vera e quindi noi andammo in Sicilia a conoscere sia lei che il figlio insieme a Gianfranco Albano e Paolo Briguglia che interpretava il figlio. Fu un’esperienza fortissima perché noi ci rapportavamo una storia vera, a persone che vivevano veramente quella cosa di conseguenza hai una doppia responsabilità perché non puoi trasformarti completamente. Inizialmente la vera Lucia mi guardava in modo sospettoso, poi però dopo aver visto il film rimase molto colpita”.

immagine film Felicia Impastato

Nel 2016 Lunetta Savino interpreta di nuovo una madre nel film del 2016: Felicia Impastato diretto da Gianfranco Albano, e incentrato sulla vita di Felicia Bartolotta dopo l’uccisione del figlio, attivista antimafia, Peppino Impastato, avvenuta a Cinisi per opera della cosca mafiosa di Gaetano Badalamenti. Una madre diversa quella di Felicia, che in un certo senso eredita dal figlio l’impegno sociale, politico, fatto di sguardi e di silenzi dalla straordinaria intensità straordinaria e comunicazione.

“Io l’ho conosciuta attraverso quello che mi hanno detto il figlio, la nuora, le persone che l’hanno conosciuta, e quei pochissimi frammenti video che si trovano in internet e che ho visto fino alla nausea proprio per riuscire a cogliere un po’ i tratti fondamentali del suo carattere, che sicuramente erano una di donna molto forte, ma anche molto ironica. Lei parlava solo dialetto ma si faceva capire molto bene anche solo con uno sguardo, con una pausa, con un sorriso.

 La forza di questo personaggio è che raccoglie il testimone del figlio e che decide di aprire la porta della sua casa, non di chiudersi dentro a piangere, ma di aprire la porta della sua casa, per far conoscere a tutti, soprattutto ai più giovani, chi era Peppino Impastato suo figlio, per tenerlo vivo, per tenere viva la sua memoria, il suo insegnamento, che è stato appunto quello di un ragazzo che combatteva la mafia con le parole, non con la pistola, perché anche il suo modo di fare politica attraverso la radio era un modo assolutamente ironico. Prendeva in giro i mafiosi e questa era una cosa che i mafiosi non sopportavano perché non sopportano l’intelligenza, non sopportano chi dice la verità. E anche Felicia aveva questi tratti del carattere di suo figlio, perlomeno li fa suoi e continua questa battaglia”.

immagine studios battaglia

Nel 2022 arriva Studio Battaglia, la serie trasmessa in prima serata su Rai 1, diretta da Simone Spada e tratta dall’adattamento italiano della serie britannica The Split. In Studio Battaglia vengono raccontate le vicende di due tra gli studi legali (fittizi) più famosi di Milano, lo Studio Battaglia e lo Studio Zander & Associati, nonché le vicende della famiglia Battaglia, con Lunetta Savino nel personaggio di Marina, avvocato e donna che sfida il mondo e destreggiandosi con successo tra una carriera importante e il ruolo di madre.

“Marina ha iniziato quando la maggioranza degli avvocati erano tutti uomini. Quindi si è fatta strada con fatica, ha aperto un suo studio è diventata tra le migliori e tra le più temute di Milano, e questo la rende orgogliosa e non alcuna intenzione di farsi da parte”.

immagine serie Libera

Nella serie Libera, diretta da Gianluca Mazzella, trasmessa in prima visione su Rai 1 dal 19 novembre al 10 dicembre 2024, con Lunetta Savino è Libera Orlando, giudice a Trieste, alla ricerca del responsabile della morte della figlia, Bianca, avvenuta quindici anni prima e per riuscirci è disposta a tutto.

“Le donne libere spaventano, spiazzano, danno fastidio perché non si è abituati alla libertà delle donne. Quindi è importante raccontare le donne, anche attraverso certi ruoli, raccontare le loro storie, le loro fatiche, i loro successi”.

Per quanto riguarda il cinema infine, Lunetta Savino ha debuttato nel film Grog del 1981 diretto da Francesco Laudadio. Tra i tanti con i quali ha lavorato, tra cui Nanni Loi, Matteo Garrone, Cristina Comencini e Ferzan Ozpetek, con il quale ha girato ben tre film: Saturno Contro, Mine Vaganti e il recente Diamanti.

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Emanuela Giuliani


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