Miriam Leone e Michele Riondino ne I Leoni di Sicilia

I Leoni di Sicilia, la recensione: un’epopea familiare tra patriarcato, rivoluzione e rinascita

La recensione di I Leoni di Sicilia, la serie diretta da Paolo Genovese presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma.

Alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma ha fatto il suo debutto I Leoni di Sicilia, la nuova ambiziosa serie originale italiana targata Disney+, diretta da Paolo Genovese e tratta dal celebre bestseller di Stefania Auci. Un progetto a lungo atteso che promette di riportare il grande affresco storico al centro del racconto televisivo italiano. Presentata in anteprima, la serie debutterà su Disney+ il 25 ottobre con i primi quattro episodi, seguiti dagli altri quattro rilasciati il 1° novembre.

Ambientata nella Sicilia ottocentesca, tra i fermenti dei moti rivoluzionari e le tensioni di una società in profonda trasformazione, I Leoni di Sicilia è il racconto potente e stratificato della famiglia Florio. I fratelli Paolo (Vinicio Marchioni) e Ignazio (Paolo Briguglia) fuggono da una Calabria arcaica e oppressa da cataclismi e povertà, per reinventarsi a Palermo come commercianti di spezie. È l’inizio di un’ascesa vertiginosa che, con l’arrivo del giovane Vincenzo Florio (Michele Riondino), si trasforma in impero. A scuotere profondamente la traiettoria della famiglia sarà però Giulia Portalupi (Miriam Leone), figura femminile affascinante e rivoluzionaria, che incarna il cambiamento e sfida le convenzioni della sua epoca.

Tra Storia e Passione: una narrazione intensa e moderna

Miriam Leone e Michele Riondino ne I Leoni di Sicilia

Paolo Genovese, che della serie è anche produttore creativo, affronta il racconto con un linguaggio cinematografico elegante ma mai statico, capace di restituire la complessità dell’intreccio familiare e storico con ritmo e intensità. “È una storia forte, importante – afferma Genovese – e ho pensato ci fosse del materiale prezioso per raccontare qualcosa di potente.” Il regista mette in scena, infatti, non solo l’evoluzione economica dei Florio, ma soprattutto la loro tensione verso il cambiamento, in un contesto storico lacerato da contrasti politici, sociali e culturali.

Gli sceneggiatori Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo costruiscono una narrazione che intreccia piani differenti: la trasformazione della Sicilia, la lotta di classe, la nascita di una borghesia imprenditoriale e il tramonto della nobiltà, ma anche il conflitto interiore dei personaggi, spesso divisi tra il desiderio di emancipazione e le aspettative di una società rigida e patriarcale.

Donne e uomini di ferro e fuoco

Miriam Leone e Michele Riondino ne I Leoni di Sicilia

Uno degli elementi più dirompenti della serie è sicuramente il personaggio di Giulia Portalupi, interpretato con sensibilità e forza da Miriam Leone. “Sono innamorata di Giulia, della sua libertà”, confessa l’attrice. Giulia è una donna che rompe gli schemi, che rifiuta la vita scelta dagli uomini per lei e osa lottare per la propria autodeterminazione. È la voce femminile che attraversa il racconto come una corrente sotterranea pronta a esplodere, un personaggio che, come Leone sottolinea, ha ancora oggi una risonanza drammatica e attuale.

Al suo opposto, eppure attratto inesorabilmente da lei, c’è Vincenzo Florio. Michele Riondino lo interpreta come un uomo ambizioso, visionario, affascinato dal futuro. “Vincenzo è un precursore, uno che guarda lontano”, dice l’attore. La sua figura incarna il desiderio di modernità, ma è anche figlia di quel patriarcato che Giulia combatte. È proprio in questo scontro-amore che la serie trova alcuni dei suoi momenti più vibranti.

Una saga familiare dal respiro epico

vinicio marchioni e paolo briguglia ne i leoni di sicilia

Accanto a loro, un cast corale di grande spessore: Donatella Finocchiaro, Vinicio Marchioni, Paolo Briguglia, Eduardo Scarpetta, Ester Pantano, Adele Cammarata. Ognuno contribuisce a dare corpo a una saga familiare che, pur essendo profondamente radicata nel contesto storico italiano, assume tratti universali. Marchioni, nei panni di Paolo Florio, rappresenta il patriarca deciso a ricostruire un futuro dopo la devastazione; Briguglia interpreta Ignazio, fratello leale e silenzioso, la cui evoluzione da “agnello a leone” rappresenta una delle traiettorie più suggestive.

L’attenzione alla ricostruzione storica è meticolosa, così come la scelta delle ambientazioni, dei costumi e della colonna sonora. In particolare, la serie si chiude con un tocco d’autore: “Durare”, la ballad di Laura Pausini, accompagna i titoli di coda degli otto episodi, donando una nota romantica e malinconica che risuona con le scelte e i destini dei protagonisti.

I Leoni di Sicilia è una serie ambiziosa e avvincente, capace di unire la grande storia con le storie personali, il melodramma con l’epica, la riflessione politica con quella intima. Un racconto che guarda al passato per interrogare il presente, e che, grazie alla forza dei suoi personaggi e a una regia ispirata, riesce a conquistare tanto il pubblico generalista quanto quello più attento alle tematiche sociali e culturali.

Una grande produzione che segna un passo importante per la serialità italiana, con il coraggio di affrontare, finalmente, anche i grandi romanzi storici con uno sguardo moderno e profondamente umano.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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