“Fedeltà”: gli sceneggiatori e i protagonisti raccontano la serie dal 14 febbraio su Netflix
Gelosia, ossessione ed insicurezza si insinuano all’interno di un matrimonio quando si instilla il dubbio del tradimento. Questo il cuore di “FEDELTÀ”, la nuova limited series italiana di Netflix, in 6 episodi, liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Marco Missiroli, edito da Einaudi, finalista al 73esimo Premio Strega e vincitore del Premio Strega Giovani, che sarà disponibile su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal 14 febbraio 2022.
Ambientata tra Milano e Rimini, “FEDELTÀ”, scritta da Alessandro Fabbri, Elisa Amoruso e Laura Colella, a dirigere la serie Andrea Malaioli, dietro la macchina da presa de “La ragazza del lago” e “Suburra – La serie”, e Stefano Cipani, regista di “Mio fratello rincorre i dinosauri”, è un’esplorazione del desiderio e del tradimento, e delle loro conseguenze, attraverso la storia di due coniugi.
“E’ stato un lavoro di gruppo assieme a Laura Colella ed Elisa Amoruso, e mai come in questo caso si parla di sentimenti, di turbamenti impalpabili e sottili” – afferma lo sceneggiatore Alessandro Fabbri – “Il Lavoro degli attori, che per me è stato magnifico, dei registi, e quello progressivo svolto con la produzione e a Netflix per riuscire a trovare lo stile e il linguaggio della serie è stato l’espressione di una collaborazione collettiva che ci ha reso molto felici dopo tanta fatica. E’ stata eccitante, il romanzo è molto letterario, profondo e interessante nei suoi temi, quindi era necessario cambiare il linguaggio da narrativo a drammaturgico, in modo da rendere visibile lo scavo interiore dei personaggi nei gesti e nelle relazioni. Il primo vero capitolo del nostro lavoro è stato proprio quello di capire i personaggi, interrogandoci a lungo su di loro, sui loro segreti, i loro difetti, le zone d’ombra, e piano piano cercare di capire come poterle suggerire più che esprimerle nel corso della storia, scena per scena, momento per momento, stando però attaccati al romanzo e al tema che questo esplora della fedeltà, su che cos’è la fedeltà” – continua e conclude – “Legarsi ad una visione di se, dedicarsi completamente a qualcun altro, qualcosa che sta in mezzo, sono domande senza risposta che i personaggi affrontano, e che abbiamo cercato di far rivivere nella serie come nel romanzo. ‘Fedeltà’ la serie ha la sua personalità, il suo colore, il suo ritmo e il suo stile. Sono molto contento che verrà visto in così tanti paesi anche perché crediamo che il tema sia universale. E’ una storia che potrebbe riguardare chiunque, qualunque coppia in qualsiasi momento della vita.”
“La sfida più grande senza alcun dubbio è stata quella di mantenere vivo il cuore del libro, e far vivere il tema cercando per l’appunto questo nuovo linguaggio. Quello che abbiamo cercato di fare è stato di costruire dei personaggi che ponessero a noi e a se stessi delle domande senza però trovare delle risposte, come probabilmente spesso una buona storia fa” – afferma la sceneggiatrice Laura Colella – “E’ stato bello capire una volta finita la serie, quanto ci fossimo avvicinati a ‘Fedeltà’, e credo che nel profondo lo siamo stati molto, nonostante ovviamente la diversa trasposizione. Il bello di questo tipo di lavoro è stato il potersi interrogare sulle stesse cose che affliggono i personaggi, come ad esempio Margherita, una donna molto concreta che ha rinunciato ai suoi sogni per abbracciare la fedeltà della coppia. Su di se la domanda è ‘Sono fedele a me stessa? Quanto ho rinunciato a me stessa e di me stessa nella dimensione di coppia?’. Chiedersi questo è stato bello per noi autrici, si è trattato di un percorso speculare insieme ai personaggi, attraverso cui forse abbiamo scoperto anche qualcosa di noi. Abbiamo delle figure femminili molto diverse tra loro, che ci ha permesso di esplorare il femminile a 360 gradi senza usare stereotipi, ed indagare i vari personaggi in modo nuovo.”
“La cosa più difficile, come detto da Alessandro e Laura, è stata quella di rimanere fedeli al tema senza tradirlo ma rinnovandolo con un linguaggio diverso, dal momento che nel passare dalla letteratura alla drammaturgia si rischia di perdere il conflitto” – aggiunge infine Elisa Amoruso –“Il conflitto interiore presente nei personaggi del bellissimo libro di Missiroli noi lo abbiamo dovuto trasformare in delle scene, e devo dire che nel fare questo lavoro la fedeltà ci accomuna tutti. Tutti noi nelle nostre relazioni personali abbiamo a volte dei momenti di terrore, di squilibrio o semplicemente sentiamo la minaccia di un terzo elemento può rovinare la solidità della coppia. In qualche modo abbiamo attinto anche dal nostro vissuto e in quel caso le scene sono state ancora più sentite, esattamente proprio come gli attori con le rispettive esperienze personali e bagaglio emotivo, sono riusciti a trasporre quelle sensazioni e battute dandogli quella verità che sicuramente da qualche parte ritrovavano nel loro personale. Il fatto che ‘Fedeltà’ sia una serie tematica, come il romanzo, è stato molto utile, così come raccontare due personaggi femminili così diversi. Margherita, tiene tutto sotto controllo e con gli anni a messo da parte se stessa, e noi raccontiamo proprio quel momento in cui scopre questo, e il fatto che non è stata fedele a stessa e forse doveva mettersi di più in gioco di più. Sofia invece, fa da specchio a Carlo, perché anche lei si misura con il proprio talento, e come lui si misura nella rappresentazione di se stessa nella scrittura, un gioco, un alchimia erotica strano, è come se facessero un percorso di formazione di fedeltà con la non fedeltà di se stessi e scoprendo progressivamente di avere un identità differente. Un percorso appassionante della serie.”
Carlo, professore part-time di scrittura creativa, e Margherita, architetto divenuto agente immobiliare, sono innamorati, ma capita che i loro desideri si allontanino dai confini della loro camera da letto. Carlo brama la quieta bellezza di una delle sue studenti, Sofia; Margherita fantastica sul suo fisioterapista Andrea. Il sogno di un nuovo appartamento nel cuore di Milano potrebbe essere proprio ciò di cui Carlo e Margherita hanno bisogno per rafforzare la loro relazione che diventa simbolo ed espressione della fedeltà, non solo di coppia, ma anche verso se stessi.
Interpreti protagonisti Michele Riondino nel ruolo di Carlo Pentecoste, e Lucrezia Guidone in quello di Margherita Verna, al loro fianco Carolina Sala volto di Sofia Casadei, e Leonardo Pazzagli di Andrea.
“Ciò che di sicuro ci aiutato, è stata la possibilità di partecipare alla scrittura, dopo che l’impianto base della sceneggiatura di ‘Fedeltà’ era già stata completato, e successivamente provare alcune scene modificandone e aggiustandone i dialoghi dove era necessario” – dichiara Michele Riondino dando il via alla conferenza in live streaming avvenuta in occasione della presentazione della serie alla stampa – “Si è trattato di un vero lavoro di prove che aiutato sia la messa in scena che il rapporto tra noi, perché ci ha permesso di conoscerci meglio e creare la giusta sintonia fondamentale per il difficile tema affrontato, e che raccontato in una serie come quella di ‘Fedeltà’ è un pò come parlare prima a se stessi e poi al pubblico” – prosegue – “E’ uno di quegli argomenti che si conosce bene pur non avendolo mai affrontato direttamente nella vita quotidiana, è un doppio binario che ha creato un terreno di scambio per noi attori sul set, e non è stato facile, per noi che eravamo coinvolti, mettere da parte l’ombra dell’esperienza personale per metterci a disposizione di una storia universale con un tema così ampio come questo alla base di ‘Fedeltà’, che solleva mille domande non fornendo nessuna risposta e soluzione concreta” – conclude parlando delle difficoltà nello stabilire un legame nel rapporto di coppia – “Credo che all’interno di una coppia, il compromesso sia sancito da un patto, ovvero quello di portare avanti un rapporto in cui ognuno troverà la propria forza in quei piccoli segreti che ha e che deve continuare ad avere, dal momento che non si può rinunciare alle proprie pulsioni e desideri. Mantenere un rapporto solito attraverso questi segreti è importante, ed in fondo è l’alchimia che lega Carlo e Margherita all’inizio. Affrontare il tema alla base di ‘Fedeltà’ ha significato confrontarsi con le dinamiche e un vissuto comune ad ognuno di noi, presente nei personaggi.”
“Concordo con quanto detto da Michele, le prove sono state un grande aiuto per sviluppare ancora di più le grammatiche in comune, lo sguardo sulla storia, sui personaggi, e la chimica su un terreno di scambio comune nel quale si intrecciano anche le esperienze personali” – afferma Lucrezia Guidone, che in merito al rapporto di coppia dice – “Spesso nelle coppie capita di accontentarsi cedendo al compromesso che ti snatura e allontana dal tuo centro. ‘Fedeltà’ invece, è un inno a far splendere il proprio centro e reinventarsi per poter stare insieme all’altro. Per costruire il complesso e sfaccettato personaggio di Margherita, ho attraversato una vasta gamma di sfumature così da trovare un equilibrio tra il mio modo di reagire alla realtà e quello nella finzione di Margherita.”
“E’ stata una grande emozione, il mio personaggio, Sofia, è una ragazza di vent’anni che da Rimini arriva a Milano per frequentare il corso di scrittura creativa con Carlo, il mio professore, e si trova in quel momento della vita in cui si potrebbe essere tutto, quel momento in cui cerchi di capire cosa vorresti essere e chi sei” – spiega Carolina Sala in merito al suo personaggio – “Si trova in una grande città e per questo è spaesata. E’ un personaggio affascinante, misterioso, con un ombra che la segue e non si dissolve fino alla fine della storia. E’ sicuramente il tratto più distintivo, che si è inserito all’interno della dinamica della storia con il professore. Ci sono delle sostanziali differenze tra il libro e la serie, proprio per questo bisogna affrontare il tutto secondo il proprio punto di vista, cercando di far vivere con la carne il personaggio che si interpreta portando così in scena qualcosa di diverso.”
“Il mio personaggio è il fisioterapista di Margherita e si conoscono per l’appunto sul lettino di fisioterapia. Andrea è un ottimo fisioterapista perché è un grande ascoltatore di corpi e di persone, ma è anche un ragazzo che agisce, molto istintivo e diretto, di poche parole, essenziale, che al di fuori dello studio ha una vita tutta sua molto particolare” – dice Leonardo Pazzagli – “L’emozione c’è ed è grande, e nonostante io sia un grande fruitore di Netflix da tanto, il fatto che con questa serie saremo in così tanti paesi è surreale, mi sembra una bugia. Sono entusiasta. ‘Fedeltà’, mi ha lasciato una grande riflessione sull’argomento principale, ovvero che esistono tante fedeltà, e per quanto mi riguarda metto al primo posto me stesso, dal momento che solo così ho la possibilità costruirne una solida relazione con il partner nella vita. La serie, come del resto insegna molto bene anche il romanzo di Missiroli, dimostra che bisogna sempre vedere che prezzo si deve pagare per quella fedeltà, che non bisogna mai compromettere.”
“Sembriamo i musicisti del titanic che continuano a suonare mentre la nave affonda”
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