“Fantasy Island” – Recensione: la versione horror del film ispirato alla celebre serie Tv
Forse i più giovani non ricorderanno la celebre serie Tv, fine anni ’70 inizio ‘80, nota in Italia con il titolo di “Fantasilandia”. Una particolare isola dove ogni ospite, accolto dall’affascinante padrone di casa, il Signor Rourke, e dal suo fedele assistente, Tattoo, rispettivamente interpretati da Ricardo Montalban e Hervé Villechaize, vedeva inaspettatamente i propri sogni realizzati. Fantasie che dovevano seguire il proprio corso naturale, e che in caso di una conclusione non proprio positiva, racchiudeva in se una significativa morale.
Ora a distanza di diversi anni, il regista Jeff Wadlow, autore anche dello script assieme a Chris Roach e Jillian Jacobs, porta sul grande schermo una versione della fortuna serie a cui tenta di dare un tono “horror”. Trasformando infatti la paradisiaca e sperduta isola tropicale, in un luogo dove a prendere vita non sono i desideri bensì le vendette e gli incubi degli ignari protagonisti, con Michael Pena nelle vesti di un oscuro Rourke a muoverne i fili.
“Quando hai tra le mani un progetto così importante che non è così popolare tra il pubblico attuale, è il momento giusto per riproporlo e dargli una nuova interpretazione” – ha dichiarato Wadlow – “Con questa idea speriamo ci coinvolgere i fan della saga originale ma anche un nuovo pubblico”.
“Volevo realizzare un film che si ispirasse alla serie Tv ma non avrei pensato a un horror” – afferma Jason Blum, produttore del film e fondatore della Blumhouse Productions – “Quando Jeff mi ha raccontato la sua idea ero entusiasta, Mi piace lavorare su progetto già esistenti e reinventarli e questa mi è sembrata un’occasione perfetta”.
Un intento tuttavia non raggiunto. Pur abbandonando l’atmosfera da fiaba e i vari insegnamenti, a favore di un tocco molto più cupo e, per alcuni versi, ancestrale, il regista, non osa come dovrebbe sfruttando le potenzialità dei numerosi elementi a disposizione. Mantenendo le caratteristiche basi ed i vari punti di riferimento, come ad esempio l’arrivo sull’isola dei cinque malcapitati, vincitori di un particolare e curioso quiz, a bordo di un piccolo aereo, dopo un inizio tutto sommato intrigante, la vicenda scivola in una narrazione prevedibile, completamente priva di colpi di scena in grado di colpire e sorprendere.
Uno sviluppo ed una costruzione al quanto confusionari, con i racconti che intrecciandosi in modo non lineare contribuiscono a aumentarne ulteriormente il caos, e non l’effetto sorpresa. La vicenda assume così le sfumature di un banale thriller, le cui situazioni non hanno nulla a che fare con l’orrore che forse ci si aspetta, e nonostante le difficoltà nel realizzare un lungometraggio basato su un successo come quello in questione, ed apprezzandone lo sforzo, in conclusione “Fantasy Island” non convince affatto, rimanendo sospeso nel limbo di una visione impersonale, non originale, ibrida e deludente.
“Fantasy Island”, approderà nelle sale cinematografiche il 13 febbraio, distribuito da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Nel cast oltre a Michael Pena, troviamo anche, Maggie Q, Lucy Hale, Austin Stowell, Portia Doubleday, Jimmy O. Yang, Ryan Hansen e Michael Rooker.
Emanuela Giuliani
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