Fahrenheit 11/9, la recensione: Il Pugno di Michael Moore contro l’Illusione Americana”

La recensione di Fahrenheit 11/9, il documentario diretto da Michael Moore presentato alla Festa della Cinema di Roma. 

Fahrenheit 11/9 è il documentario provocatorio e irriverente di Michael Moore, che offre uno sguardo critico sull’epoca contemporanea, con particolare attenzione alla storica data del 9 novembre 2016, giorno della vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Il film si propone di analizzare senza filtri né mezzi termini l’ascesa dell’ex magnate, il cui trionfo segnò un punto di rottura con il sistema politico tradizionale americano.

Michael Moore, già noto per il suo acume e la sua capacità di raccontare eventi cruciali con un mix di ironia e sarcasmo, riprende il suo stile pungente e diretto, già apprezzato in film come Bowling for Columbine, per cui vinse l’Oscar come miglior documentario, e Fahrenheit 9/11, che gli valse la Palma d’Oro al Festival di Cannes. In questo nuovo lavoro, Moore non si limita a criticare la figura di Trump, ma va oltre, gettando uno sguardo critico anche sulle dinamiche politiche e sociali che hanno permesso la sua ascesa, puntando il dito contro le gravi storture del sistema democratico e repubblicano.

Il documentario si distingue per l’intensità emotiva e la sua capacità di scuotere lo spettatore. Moore si fa portavoce di una narrazione che mira a colpire nel profondo le coscienze, utilizzando immagini potenti e simboliche, con una struttura narrativa che alterna momenti di shock a riflessioni più ponderate. La pellicola è anche un’indagine accurata e senza compromessi sui temi dell’inquinamento, dell’ingiustizia sociale e delle storture politiche, rappresentati da due casi emblematici: la tragedia dell’avvelenamento dell’acqua a Flint, città natale del regista, e la strage a Parkland, con la reazione dei giovani americani che hanno lanciato un movimento di ribellione e protesta contro la violenza delle armi.

In Fahrenheit 11/9, Moore non risparmia nessuno, nemmeno la sinistra politica americana, che viene criticata per la sua incapacità di opporsi efficacemente a Trump e per le proprie contraddizioni. Il documentario si presenta così come un affresco liberale e anticonformista, in cui il regista intende smascherare le ipocrisie e le debolezze di tutti gli attori coinvolti nel gioco politico, portando alla luce un sistema profondamente malato che sembra incapace di rispondere alle esigenze dei cittadini.

Il film, seppur denso di denuncia e disillusione, è anche un invito a riflettere su come la politica, la società e le istituzioni possano davvero cambiare, se i cittadini, soprattutto quelli più giovani, si uniscono per contrastare l’inerzia del sistema. Moore usa il suo stile unico per scuotere lo spettatore e spingerlo a prendere coscienza di un momento storico particolarmente critico per gli Stati Uniti, con l’obiettivo di stimolare una reazione, un’azione di rinnovamento che può partire solo dal basso.

In sintesi, Fahrenheit 11/9 è un documentario potente e provocatorio, un viaggio cinematografico che non lascia indifferenti e che, attraverso un linguaggio pungente e una narrazione incisiva, riesce a scuotere le coscienze e a far riflettere su una realtà scomoda, ma estremamente attuale. Un lavoro da non perdere per chi desidera comprendere le radici della crisi politica e sociale che ha portato all’elezione di Trump e le sue conseguenze sulla vita degli americani.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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