“Everything Everywhere All At Once”: il protagonista Ke Huy Quan racconta la folle commedia – L’Intervista

“Everything Everywhere All At Once”: il protagonista Ke Huy Quan racconta la folle commedia – L’Intervista

Nato a Saigon il 20 agosto del 1971, Ke Huy Quan negli anni ’80 è divenuto uno dei giovani attori simbolo del cinema di intrattenimento per ragazzi grazie ai personaggi di Shorty in “Indiana Jones e il tempio maledetto” (1984) e di Data ne “I Goonies” (1985). Dopo aver passato un ventennio dietro le quinte dell’industri cinematografica, in particolare come coreografo degli stunt, Quan ha deciso di tornare a recitare per la folle commedia “Everything Everywhere All At Once”, al fianco di Michelle Yeoh, Jamie Lee Curtis e James Hong.

In occasione dell’uscita del film in Italia giovedì 6 ottobre, lo abbiamo incontrato – insieme al produttore Jonathan Wang – e ci siamo fatti raccontare come è stato lavorare sul set di un film folle e divertente.

Quando hai letto la sceneggiatura così folle e fuori di testa del film cosa hai pensato e cosa ti ha spinto a prendervi parte?

Ke Huy Quan: “Ricordo benissimo quale è stata la mia reazione dopo aver letto la sceneggiatura. Ho riso molto e anche pianto, perché è una sceneggiatura scritta meravigliosamente bene che non leggo da tempo. Erano anni che speravo di imbattermi in un progetto come questo genere che ad Hollywood non si realizzano. Ho letto tante sceneggiature ma nessuna così, che raccontasse anche di personaggi asiatici. È qualcosa che mi ha colpito e mi ha suscitato molte emozioni. Una storia che volevo vedere sullo schermo a prescindere dal fatto che io vi partecipassi. Sono contento che sia stata realizzata e per me è stato un grande onore interpretare uno dei protagonisti. Queste sensazioni mi accompagnano ancora oggi, sono due anni che abbiamo finito le riprese e il film è uscito sei mesi fa. Ogni giorno sono grato di avervi preso parte. Ogni tanto mi do un pizzicotto per essere sicuro sia tutto vero.”

Quanto ti sei divertito ad interpretare contemporaneamente sia un tranquillo padre di famiglia che la sua versione più action, che ricorda la versione adulta di Data de “I Goonies”?

Ke Huy Quan: “Mi sono divertito dall’inizio alla fine, non credevo sarei riuscito ad interpretare tutte e tre le versioni, e devo dire che il dio della recitazione ha avuto un occhio particolarmente benevolo nei miei confronti, si è preso cura di me. Ha detto “sono vent’anni e passa che non reciti, ti do qualcosa di veramente particolare e speciale da fare”. Mi è piaciuto veramente tanto.”

È un film molto action, come ti sei preparato?

Ke Huy Quan: “Mi sono addestrato con l’action team per 4 settimane. Anche perché sebbene io abbia una formazione in arti marziali questo stile, che si chiama Wushu Rope Date, è uno stile particolare che non conoscevo e quindi mi sono dovuto allenare. Mi sono veramente impegnato anche perché a me i film d’azione piacciono molto, per anni ho lavorato a film di questo genere però dall’altra parte della macchina da presa. Non pensavo sarei mai riuscito a fare scene d’azione recitandole, per questo mi sono impegnato molto.”

Qual è la versione che preferisci del tuo personaggio? Cosa ne pensi della libertà del film?

Ke Huy Quan: “E’ stato incredibile interpretare tre versioni differenti dello stesso personaggio e mi è piaciuto interpretarli tutti. Ovviamente ognuno di loro significa qualcosa per me, hanno un posto speciale nel mio cuore, in particolare la versione del CEO perché lavoro con Wong Kar-wai; Alpha Waymond perché è quello che da giovane avrei voluto essere ma dato il mio fisico non mi è riuscito. Infine la terza versione di Waymond perché è gentile ed amorevole. Per quanto riguarda la libertà lascio la parola a Jonathan.”

Jonathan Wang: “Se avete notato a seconda dei vari universi cambiano sia le proporzioni dell’immagine che la tavolozza dei colori ed è una cosa molto interessante. Personalmente mi piace molto l’universo del procione dove ci sono molti giochi di parole, anche perché c’è una ragione personale. Mio padre viene da Taiwan e ha sempre sbagliato i titoli dei film.”

Come è stato lavorare con due star come Michelle Yeoh e Jamie Lee Curtis?

Ke Huy Quan: “È stato incredibile. Per quanto siano due leggende in realtà sono persone estremamente gentili, divertenti e generose. Ogni giorno era un piacere andare sul set ed ho imparato tantissimo da loro. Quando abbiamo iniziato le riprese ero estremamente nervoso e timoroso e loro mi aiutavano e sostenevano.”

In una sceneggiatura così folle e geniale quanta libertà avete avuto sul set?

Ke Huy Quan: “La cosa veramente incredibile è che la sceneggiatura è scritta così bene che quando abbiamo iniziato le riprese non ci sono stati cambiamenti. Come avete visto il mio personaggio ha tante battute e prima delle riprese ho impiegato molto ad impararle. Fortunatamente non me le hanno cambiate, anche perché sarebbe stato difficile doverle memorizzare di nuovo. Inoltre le indicazioni di regia erano così attente che era semplice andare sul set e girare le scene.”

Jonathan Wang: “I Daniels hanno questa filosofia, un rapporto 80/20. 80% è il contributo che i loro collaboratori devono dare, il 20% è esattamente quello che loro esattamente vogliono. Hanno lasciato molta libertà agli attori.”

Se un’icona del cinema anni ’80. Come è cambiato il cinema di intrattenimento per ragazzi negli anni?

Ke Huy Quan: “Una cosa che sicuramente non è cambiata è che è difficile raccontare una bella storia con personaggi interessanti. Quello che è cambiato è che oggi è molto più difficile fare film perché è tutto più costoso rispetto al passato. Al contempo però per gli attori ci sono molte più possibilità che in passato, e questo perché grazie allo streaming si lavora di più. Hollywood inoltre è diventato molto più inclusivo, c’è la rappresentazione di altre culture e persone, come ad esempio gli asiatici. Cosa meno frequente in passato e di questo sono immensamente grato, perché altrimenti non sarei qui a parlare del film.”

Jonathan Wang: “Non vi annoierò con una lunga risposta sulla parte del business. Voi giornalisti sapete bene che si ottiene il maggior numero di click con un titolo sensazionale. Nella narrazione quello che attira il pubblico è una buona storia. Il concetto è, come si suol dire, non nascondere le verdure dentro le caramelle ma rendere le verdure così appetibili che viene voglia di mangiarle. Nel film ci sono temi seri come la solitudine e la riconciliazione famigliare ma trattati in maniera divertente. Si deve fare in modo che Hollywood abbia voglia di realizzare una storia, che non è facile. Dobbiamo fare in modo che il pubblico abbia voglia di andare a vedere un film. Si deve capire cosa si vuole raccontare e come, confezionandolo in maniera che l’industria voglia partecipare.”

Nella tua vita quanto ha influito essere stato una giovane star?

Ke Huy Quan: “Ha avuto un grande impatto su di me. Lavorare con Steven Spielberg, George Lucas ed Harrison Ford ha piantato il seme della recitazione in me, il mio desiderio di fare l’attore. ‘Everything Everywhere All At Once’ è stata la mia seconda chance di tornare davanti la macchina da presa, è stato eccezionale. Io amo recitare, lo amavo da bambino e lo amo oggi. Inoltre non credo che avrei potuto interpretare Waymond così come lo interpretato se non avessi fatto le esperienze che ho vissuto, non sarei stato in grado di interpretare diverse versioni dello stesso personaggio.”

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Emanuele Bianchi


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