Esterno Notte, la recensione dell’opera di Marco Bellocchio presentata in anteprima al 75esimo Festival di Cannes, nella sezione Premiére
Tra le ‘pagine nere’ della storia italiana, senza alcun dubbio c’è il rapimento e l’uccisione nel 1978, per mano delle Brigate Rosse, del Presidente della DC Aldo Moro.
Una morte che ha scosso profondamente il nostro bel Paese e che ancora adesso, a distanza di oltre 40 anni, vela gli occhi gli occhi di chi ha vissuto quei terribili anni e fa riflettere profondamente chi non c’era. Anni bui, feroci, la cui cicatrice mai si rimarginerà. Un’ombra oscura che ha segnato e cambiato per sempre il panorama politico dell’Italia passata e presente, o forse, non lo ha cambiato affatto dal momento che lo scopo di quella tragedia, molto probabilmente, è stato proprio di chiudere definitivamente le porte a una nuova strada e di una nascente scomoda ‘coalizione’.
“La Goccia scava la Pietra”
1978.L’Italia è dilaniata da una guerra civile. Da una parte le Brigate Rosse, la principale delle organizzazioni armate di estrema sinistra, e dall’altra lo Stato. Violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. Sta per insediarsi, per la prima volta in un paese occidentale un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI), in un’epocale alleanza con lo storico baluardo conservatore della Nazione, la Democrazia Cristiana (DC).
Aldo Moro, il Presidente della DC, è il principale fautore di questo accordo, che segna un passo decisivo nel reciproco riconoscimento tra i due partiti più importanti d’Italia. Ma proprio nel giorno dell’insediamento del governo che con la sua abilità politica è riuscito a costruire, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento, Aldo Moro viene rapito con un agguato che ne annienta e massacra l’intera scorta. È un attacco diretto al cuore dello Stato. La sua prigionia durerà cinquantacinque giorni, scanditi dalle lettere di Moro e dai comunicati dei brigatisti: cinquantacinque giorni di speranza, paura, trattative, fallimenti, buone intenzioni e cattive azioni.
Cinquantacinque giorni al termine dei quali il suo cadavere verrà abbandonato in un’automobile nel pieno centro di Roma, esattamente a metà strada tra la sede della DC e quella del PCI, e che Marco Bellocchio torna a ripercorrere e raccontare attraverso il differente punto di vista, le emozioni, le angosce, i pensieri non di Moro, come fatto nel 2003 in “Buongiorno Notte”, bensì di coloro che erano attorno a lui in: “Esterno Notte”.
Dai ‘colleghi’ politici, primo fra tutti l’allora Ministro degli Interni Francesco Cossiga, interpretato da Fausto Russo Alesi, al silenzioso Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, vestito da Fabrizio Contri. Dal Papa Paolo VI di Toni Servillo, alla moglie di Moro, Eleonora, dal volto di Margherita Buy, nonché di alcuni membri del nucleo armato delle Brigate Rosse completamenti persi in una follia incomprensibile ed inconcepibile, responsabili anche della morte di centinaia di agenti, mariti e padri di famiglia impegnati semplicemente nel loro lavoro.
Presentato in anteprima al 75esimo Festival di Cannes, nella sezione Premiére: “Esterno Notte” è un ritratto curato e dettagliato, dove la cruda realtà dei fatti non lascia spazio ad alcun riscatto anche se immaginario. Una narrazione viscerale, diretta. Un affresco potente, struggente sia visivamente che emotivamente con un oltremodo intenso Fabrizio Gifuni ancora una volta nel ruolo di Aldo Moro dopo “Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana. Un’opera priva di vincitori che scava nell’animo di una nazione mostrandone il totale smarrimento, la fragilità e l’impotenza di reagire concretamente. Una vicenda priva di vincitori che spinge ad interrogarsi ancora e ancora. Giorni che devono essere raccontati nonostante le domande continuino a perdersi senza trovare delle risposte.
“La vita e La morte di Moro sarà giudicata dalla storia”
Scritto da Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino, e diretto da Marco Bellocchio, “Esterno Notte”, arriverà al cinema diviso in due parti, la prima il 18 maggio e la seconda il 9 giugno, per poi essere trasmessa, in autunno, nel formato originale suddivisa in sei puntate su Rai 1.
Emanuela Giuliani
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