Enea, la recensione del film di Pietro Castellitto in concorso a Venezia 80

La recensione di Enea il nuovo film scritto, diretto e interpretato da Pietro Castellitto presentato in concorso a Venezia 80

Dopo aver sorpreso come regista e sceneggiatore alla Mostra del Cinema di Venezia del 2020 con I Predatori, di cui era anche interprete, Pietro Castellitto, torna a stupire il prestigioso evento del Lido giunto alla sua 80esima edizione, e segnato quest’anno dagli scioperi hollywoodiani.

Castellitto, presenta in anteprima e in concorso Enea, film che lo vede ancora volta alla sceneggiatura, dietro la macchina da presa e ovviamente interprete affiancato da un cast che include Benedetta Porcaroli, Chiara Noschese, Giorgio Montanini, Adamo Dionisi, Giorgio Quarzo Guarascio nonché suo fratello e suo padre, Cesare Castellitto e Sergio Castellitto.

Enea, la storia

pietro castellitto e benedetta porcaroli in enea

Al centro della scena Enea (Pietro Castellitto), esuberante e fin troppo sicuro di se rampollo di una delle tante famiglie borghesi romane, che rincorre il mito che porta nel nome per sentirsi vivo in un’epoca morta e decadente. Lo fa per combattere la noia dirigendo un locale notturno, un sushi bar e insegnando tennis in un club esclusivo con accanto l’amico di sempre Valentino (Giorgio Quarzo Guarascio), aviatore appena battezzato. I due, vittime e artefici di un mondo corrotto, spacciano anche alle feste per conto del boss Giordano (Adamo Dionisi).

Ma oltre i confini delle regole, dall’altra parte della morale, c’è un mare pieno di umanità e simboli da scoprire, ed Enea e Valentino ci voleranno sopra fino alle più estreme conseguenze mentre cercano di scoprire chi sono giocando con il destino.

Un’ombra invisibile la loro, tra droga e malavita, all’interno di una storia che tuttavia parla anche di un padre malinconico, di un fratello che litiga a scuola, di una madre sconfitta dall’amore, di una ragazza bellissima, di un lieto fine e una lieta morte, e di una palma che cade su un mondo di vetro. Ed è proprio in mezzo alle crepe della quotidianità che l’avventura di Enea e Valentino lentamente si assolve, e se per gli altri apparirà criminale, per loro è, e sarà, prima di tutto, un’avventura d’amicizia e d’amore.

Enea, il marcio della Roma borghese

pietro castellitto e Giorgio Quarzo Guarascio in Enea

Costruendo una storia di genere senza genere, Pietro Castellitto con Enea realizza un gangster movie senza la parte gangster, che prosegue il discorso intrapreso con I Predatori nel colpire, attraverso un punto di vista senza alcun dubbio più sfacciato e ferocemente ionico, quella borghesia privilegiata della Roma bene, che a quanto pare tutto può e alla quale tutto è dovuto. Quell’ambiente di élite in cui tra l’altro lo stesso Castellitto è cresciuto, e da cui cerca di prendere le distanze provando a rivendicare un proprio essere differente.

Un’identità diversa sicura e consapevole delle proprie capacità e talento, che traccia e segue le proprie regole senza riferirsi a nessuno, che si ama o si odia come del resto Pietro Castellitto, e confermata in Enea, una commedia amara, dinamica e ricca visivamente, che passa dal dramma familiare a quello esistenziale.

Se ne I Predatori infatti, emergevano il disagio e in un certo senso l’arroganza di una storia corale in cui tuttavia ciascun personaggio era solo, perso in quel tratto di vita in cui nessuno sembra capirti e vorresti che tutto andasse dall’altra parte, dal momento che essere felice è un mestiere difficile, da ‘predatori’ per l’appunto, in Enea, questi tratti vengono descritti e rappresentati in modo ancor più incisivo e crudo.

Al ritratto della Roma borghese, della Roma bene, con le amicizie che contano, dei locali giusti e i soldi che non mancano, si aggiunge qui un ben più prepotente classismo, con la componente criminale che viaggia silenziosa e sopraggiunge improvvisa nei rapporti quotidiani sconvolgendo i protagonisti, facendo vacillare le emotività e mettendo pericolosamente in discussione le loro esistenze.

“L’idea era quella di creare una narrazione in cui il punto di vista dello spettatore combaciasse con quello di chi subisce il narcotraffico: all’improvviso si può vincere e all’improvviso si può morire, e nessuno saprà mai il perché.” – spiega Castellitto. “I protagonisti sono mossi dal mistero della giovinezza. Non fanno quello che fanno né per i soldi né per il potere, ma forse per vitalità, per testare il cuore, per capire fino a che punto ci si possa sentire vivi oggi, all’alba di questo nuovo millennio, saturo di guerre raccontate e di attentati soltanto visti.”

Apparentemente caotica la narrazione di Enea è diretta e tagliente, non facendo sconti e non risparmiandosi nel mostrare il marcio della Roma altolocata, e lasciando una sensazione che scuote nel profondo con una visione ambiziosa che osa senza paura.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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