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Dune, recensione: la maestosità del nuovo adattamento di Denis Villeneuve

In anteprima mondiale alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, Dune, il maestoso nuovo adattamento di Denis Villeneuve.

“I sogni sono messaggi dal profondo”

E’ stato presentato in anteprima mondiale il 3 settembre alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, attualmente in corso, “Dune”, la prima parte dell’adattamento per il grande schermo diretto da Denis Villeneuve dell’omonimo influente romanzo di fantascienza del 1965 di Frank Herbert, scritto dallo stesso Villeneuve assieme a Eric Roth e Jon Spaihts.

Uno dei titoli più attesi, anzi senza alcun dubbio il più atteso, al prestigioso evento del Lido, la cui tensione e curiosità nei confronti dell’ambizioso progetto si poteva sentire e respirare. Un rifacimento quello del regista canadese che o si ama o si odia.

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La sfida più grande durante le riprese senza dubbio è stata affrontare i capelli di Timothée, perché sono vivi, sono una cosa viva. Ho dovuto gestire il suo taglio di capelli e non è stato facile” – dice Villeneuve scherzando in conferenza stampa – “La sfida più difficile, in ogni caso, è stata quello di trovare un equilibrio tra il romanzo che è ricco ed entra tanto nei dettagli, tra le informazioni che il pubblico non conosce e necessarie per capire la storia. Non volevo fare troppa pressione e rendere il racconto più cinematografico possibile. Questa è stata la vera sfida. Permettere agli spettatori di seguire la storia avendo a disposizione per l’appunto tutte le informazioni. Siamo orgogliosi del risultato vedremo come andrà, in fin dei conti sono tempi difficili per tutti, prima viene la sicurezza. Se il pubblico si sente sicuro io incoraggio le persone ad andare a vedere il film al cinema, dal momento che è stato sognato, pensato, girato, realizzato per il grande schermo” – prosegue – “E’ un esperienza fisica vedere questo film. Abbiamo cercato di girarlo con l’obiettivo che fosse il più possibile immersivo, una realtà completa. E per me il cinema fa parte del linguaggio.”  

“Quando Frenck Herbert ha scritto ‘Dune’ negli anni ’60 faceva un ritratto del ventesimo secolo, ma è diventato sempre di più una previsione di quello che poi sarebbe successo nel ventunesimo secolo, e purtroppo il libro è ancora più attuale oggi se possibile dei pericoli della miscela tra religione e politica, delle figure messianiche che la gente segue, l’effetto del colonialismo, i problemi ambientali” – spiega Villeneuve “Questo libro è stato con me negli anni, ed è diventato sempre, sempre più attuale nel tempo, e purtroppo, nonostante sperassi che non fosse così, il film parlerà si più al mondo di quanto abbia fatto quarant’anni fa. Le generazioni future ci giudicheranno e credo sia il momento di arrabbiarsi, di spingere e imporre dei cambiamenti. Spero ancora che si possa fare, penso sia ora di agir, di dare un esempio adesso. La gente dice che non si parla abbastanza ambiente, bisogna farlo e andare in questa direzione, non deve essere uno tra tanti argomenti, deve essere l’argomento perché è la nostra sopravvivenza che è in gioco, ed è ciò che racconta il libro la sopravvivenza.”

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Al centro della scena Paul Atreides, giovane brillante e talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua gente. Mentre forze maligne si fronteggiano in un conflitto per assicurarsi il controllo esclusivo della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una materia prima, una spezia, capace di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità, solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a sopravvivere.

“Un vero uomo non va in cerca del comando viene chiamato e risponde”

“Dune” è uno spettacolo visivo/scenografico maestoso e assolutamente perfetto curato nei minimi dettagli sotto ogni punto vista, in grado di affascinare, entusiasmare, coinvolgere, trascinare, immergere e avvolgere lo spettatore all’interno dell’epica avventura, le cui emozioni emergono con forza esaltate dall’imponente musica della colonna sonora di Hans Zimmer, che ne sottolinea e valorizza ogni momento, gesto, sguardo e decisione dei personaggi ben costruiti e dalla  distinta identità, e questo grazie soprattutto agli impeccabili interpreti.

Da Timothée Chalamet, volto del protagonista Paul Atreides, a Rebecca Fergusson e Oscar Isaac, rispettivamente nei panni della madre e del padre di quest’ultimo. E ancora Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Dave Bautista, Zendaya, David Dastmalchian, Sharon Duncan – Brewster, Stephen Henderson, Charlotte Rampling Jason Momoa, Javier Bardem e Chang Chen.

“Per dirla semplicemente è il lavoro di una vita, mi sono lasciato guidare anche se era un progetto che avevo già visto dall’inizio, sono stato fortunato di avere avuto vicino persone come quelle sedute ora qui accanto a me. Ci siamo tutti appoggiati l’uno all’altro dal punto di vista emotivo durante le riprese” – afferma il protagonista Timothée Chalamet“Sono lieto di poter dire di aver lavorato con dei fratelli e delle sorelle. Sono assolutamente grato di aver avuto l’opportunità di aver realizzato questa esperienza.”

“Non ho avuto tanto tempo per girare con queste persone fantastiche che ho qui al mio fianco oggi” – svela Zendaya – “Ero estremamente intimidita perché sono personaggi che ammiro da tanto ed è stata una grande possibilità incontrare un cineasta straordinario che ammiravo da sempre. Sono entrata consapevole di non avere tanto tempo e di dover fare un buon lavoro. Ero spaventata, ma quando sono arrivata fin da subito c’è stato un abbraccio caloroso e mi sono sentita subito a mio agio. Tutto quello che ho dovuto fare è stato semplicemente lasciarmi guidare e Denis si è aperto e mi ha spiegato il suo mondo. E’ stata un esperienza straordinaria, e nonostante abbia girato solo pochi giorni mi sono sentita parte di una famiglia e sono onorata di aver fatto parte di questo lavoro corale così incredibile.”

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“Non so se il Duca Leto sia proprio quello, in un certo senso è il personaggio più umano non ha poteri speciali, non ha niente se non che governa Caledon e che si sta avviando verso una sconfitta” – spiega Oscar Isaac in merito dal personaggio da lui vestito – “Tutti dicono che non ce la farà ma lui resiste a questa tensione. Fa delle scelte per suo figlio cercando di dargli un senso responsabilità nel guidare una nazione, un popolo, di umanità e nobiltà inteso come consapevolezza maggiore. Questo cerca di trasmettere al figlio che è stato profetizzato ad essere il futuro messia di qualche tipo. E’ stupefacente perché più si fanno domande e più si scava in profondo nel racconto.”

“Ciò che amo dei film è il fatto che ci si può allineare ai propri personaggi. Tutti noi abbiamo la nostra identità. Tutti noi abbiamo delle relazioni tra l’uno e l’altro, la coscienza si forma andando avanti e per Jessica è un gioco mentale trovare un equilibro tra l’essere madre ed avere delle profonde convinzioni. E’ qualcosa che và oltre il suo ruolo da genitore non sovrastando gli altri” – dice Rebecca Fergusson.

Prodotto da Villeneuve Mary Parent, Cale Boyter e Joe Caracciolo Jr, con Tanya Lapointe, Joshua Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert, Byron Merritt e Kim Herbert alla produzione esecutiva, “Dune” approderà nelle sale cinematografiche italiane il 16 settembre.

“I sogni sono delle storie ma le cose accadono quando siamo svegli”

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

8


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