incontro stampa serie Dostoevskij - think movies

Dostoevskij, incontro stampa: i fratelli D’Innocenzo svelano “E’ il nostro piccolo testamento”

I fratelli D’Innocenzo e i protagonisti presentano alla stampa: Dostoevskij, la serie da loro scritta e diretta.

Presentata a inizio anno in anteprima mondiale alla 74ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dopo il passaggio nelle sale cinematografiche lo scorso luglio, debutta finalmente il 27 novembre su Sky e in streaming su NOW con tutti i sei gli episodi: Dostoevskij, la serie scritta e diretta dai fratelli D’Innocenzo, rivelazioni del cinema italiano nel 2018 con La terra dell’abbastanza, e vincitori dell’Orso d’Argento per la Sceneggiatura con la loro opera seconda, Favolacce.

Qui la RECENSIONE: Dostoevskij è l’opera più complessa e matura di Fabio e Damiano D’Innocenzo, la recensione

Attesa serie che gli stessi registi hanno raccontato alla stampa assieme ai protagonisti: Filippo Timi (Vincere, I delitti del BarLume, Le otto montagne) il quale veste i panni di un tormentato poliziotto dal passato doloroso, Gabriel Montesi, Carlotta GambaFederico Vanni.

“Come capita sempre quando si affrontano sentimenti così spigolosi, spinosi e umidi, alla fine ti ritrovi a rispettare la delicatezza dei personaggi, dei temi e a confrontarti con la politica emotiva dei personaggi”, dichiarano Fabio e Damiano D’Innocenzo. “Io, noi affrontiamo l’uscita di Dostoevskij su Sky e NOW con grandissima felicità, e anche se il nostro modo di parlare così tetro può sembrare contraddittorio non è così, in realtà siamo molto felici e rilassati cosa che capita pochissime volte quando fai un film e ti metti a nudo. Questo perché ci sentiamo protetti e perché abbiamo realizzato la serie assieme a persone che ci hanno capiti e che a loro volta si sono messe a nudo dando a volte la loro parte peggiore, quella che si tende a nascondere”, spiegano. “Tutto ciò è stato possibile anche grazie ad una produzione oseremo dire libertina come quella di Sky, e siamo felici e rinfrancati dal fatto che possa essere di tutti, che sarà disponibile nell’immediato e si potrà vedere quando si vuole. E’ li ed è il nostro piccolo testamento, ci sentiamo come quando vengono fatte delle promesse e queste vengono mantenute senza sforzo”.

In Dostoevskij in un lasso di terra scarno e inospitale, il poliziotto Enzo Vitello, uomo dal buio passato, è ossessionato da “Dostoevskij”, killer seriale che uccide con una peculiarità: accanto al corpo l’omicida lascia sempre una lettera con la propria desolante e chiarissima visione del mondo, della vita e dell’oscurità che Vitello sente risuonare al suo interno.

immagine serie dostoevskij

“Io non vedevo l’ora di scendere all’inferno. E’ raro che succeda, almeno per me, un progetto così intenso di così tanti giorni in cui si deve mettere in conto che per 9 mesi non vedi tv non vai in giro per mangiare e devi cercare altri riferimenti”, afferma Filippo Timi e svela. “E’ stato il primo set in cui non avevo ansie perché da subito ho capito che la sproporzione era talmente forte che doveva essere un sì definitivo e assoluto per la loro sceneggiatura, per l’originalità della scrittura e per come loro sono un sì assoluto per come ti guardano, ti accettano e si confrontano. Per quanto era complicato e a volte anche doloroso e quasi impossibile reggere lo stare sul set, grazie a questo sì reciproco assoluto è stato facile, al massimo svenivo. Ovviamente ne ho riconosciuto il valore, lo dico sempre è stato come essere diretti da due piramidi, c’è del geroglifico in loro, c’è del divinatorio serio. Almeno lo percepisco io, ma io sono un uomo raro (ride)”.

Gabriel Montesi rivela: “Fabio Bonocore è un personaggio controverso anche se sembra molto lineare e arriva al punto facilmente, ma in realtà è una persona che vuole a tutti i costi essere convinto di essere. Ho cercato di lavorare in contraddizione con l’idea che veniva fuori dalla sceneggiatura con le immagini, i suoni e gli odori da cui scoprivo tante cose, e con la regia dei fratelli D’Innocenzo ho trovato anche un modo di stare nelle battute e percepire la poetica che compone Dostoevskij”, in merito ai colleghi dice. “Lavorare con Filippo Timi penso sia una delle esperienze più grandi che un attore possa incontrare perché Filippo è un attore di livello altissimo, di una profondità estrema, un pensatore inarrivabile e questa cosa la porterò sempre con me, come anche il rapporto con Federico Vanni, un attore strepitoso, un amicizia infallibile e poi Carlotta Gamba che dire, è una persona fantastica bellissima un attrice splendida, è riuscita a trarre veramente il meglio, e nei suoi occhi azzurri profondi si è vista una grandissima oscurità”.

Sky_Dostoevskij_photocall_201124@simonapanzini-21

Carlotta Gamba del suo personaggio dichiara: “Ambra è un personaggio molto solo incastrato nel rapporto con questo padre che non ha mai avuto, e il suo grande groviglio sta proprio in questo rapporto. Per me è stato facile entrarci in empatia ma non perché io sia simile ad Ambra, ma perché alla fine i sentimenti che vengono raccontati in Dostoevskij sono avvicinabili a tutti, e questo secondo me è il grande dono che i fratelli D’Innocenzo fanno quando scrivono, e di conseguenza quando mettono in scena film e serie. Perché scrivono come se avessero vissuto quelle situazioni, ma io so che non hanno vissuto le situazioni che vengono raccontate in Dostoevskij, ma quando mi sono ritrovata a recitarle non ho potuto fare altro che dire quelle battute e provare quei sentimenti. E’ stato molto bello attraversare con semplicità, serietà e profondità quelle situazioni”.

Infine Federico Vanni parla del suo Antonio Bonomolo: “E’ un personaggio più umano, nel senso che è uno dei pochi presenti in questa storia del quale vedi le fragilità, ne intuisci le fragilità. E’ un uomo che si trova davanti una grande oscurità e non ha ne la forza di contrastarla per portare luce, ne il coraggio di buttarcisi dentro fino in fondo, quindi rimane un po’ a mezza altezza facendosi mangiare delle piccole parti della propria esistenza: il matrimonio, l’amicizia. E’ un uomo fragile, e come tutti gli uomini fragili va in crisi, in sofferenza riguardo il rapporto con il suo lavoro, e nel rapporto con questo grande amico, che è l’unico che lui ha, non riesce risolvere nulla di tutto ciò, e questo è interessante”.

Dostoevskij è una produzione Sky Studios prodotta con Paco Cinematografica.

©Riproduzione Riservata

Emanuela Giuliani


Pubblicato

in

da

Tag: