La recensione dell’attesissimo cinecomic: Doctor Strange nel multiverso della follia, un viaggio tra sogno e realtà.
Il film Doctor Strange nel multiverso della follia si apre con una scena inquietante: Stephen Strange si sveglia nel suo letto, sconvolto dall’ansia e dalle preoccupazioni. La notte appena trascorsa è stata segnata da un incubo che non sembra essere solo il prodotto della sua mente, ma piuttosto una visione di mondi lontani, di realtà parallele che minacciano di fondersi con la sua. Questi sogni, infatti, non sono altro che finestre su esistenze alternative, vite vissute dalle versioni di sé stesso in un multiverso che sta per rivelarsi come una terribile realtà. Un concetto che getta le basi per un’avventura che esplorerà il cuore pulsante di uno dei concetti più affascinanti e misteriosi dell’Universo Cinematografico Marvel.
In questo nuovo capitolo, Doctor Strange intraprende un viaggio all’interno del multiverso, una dimensione senza confini che aprirà nuove porte sulla sua stessa esistenza e sulle forze oscure che minacciano di distruggere l’intero cosmo. A guidarlo in questa avventura troviamo un regista che torna a far sentire la sua inconfondibile impronta: Sam Raimi, il creatore della trilogia di Spider-Man con Tobey Maguire. Raimi riappropriandosi del suo posto nell’universo Marvel, infonde al film una forza visiva ed emotiva che trascende i limiti stilistici a cui ci ha abituato la saga Marvel fino ad oggi. Il suo tocco unico, caratterizzato da un’intensa azione, effetti speciali mozzafiato e una narrazione viscerale che mescola l’horror con il fantastico, è palpabile in ogni scena.
L’aspetto più sorprendente del film è la sua capacità di trascinare lo spettatore in un vortice di mondi paralleli, dove ogni porta aperta sembra nascondere un pericolo imminente e un incontro sconvolgente con le versioni alternative di personaggi conosciuti. Raimi porta sul grande schermo una visione che, pur rimanendo fedele al cuore dell’universo Marvel, si spinge oltre le convenzioni estetiche e narrative che lo hanno definito fino ad ora. L’atmosfera è pervasa da una sensazione di paura e fascinazione, rendendo Doctor Strange nel multiverso della follia un’esperienza coinvolgente, in grado di risvegliare il lato più oscuro e misterioso del multiverso Marvel.
In questo contesto, Benedict Cumberbatch, nei panni di Stephen Strange, è protagonista di un’interpretazione sempre più magnetica. Il suo Doctor Strange è un uomo che lotta con le sue paure, i suoi dubbi e i suoi errori, ma che è pronto ad affrontare il destino che il multiverso gli ha riservato. Ma non è solo Strange ad attirare l’attenzione è anche Elizabeth Olsen, nel ruolo di Wanda Maximoff/Scarlet Witch, la quale offre una performance straordinaria. La sua Wanda è un personaggio dalle sfumature complesse, guidato da un profondo senso materno che diventa il motore della sua lotta, una lotta che la porterà ad affrontare ogni realtà e ogni versione di se stessa pur di proteggere ciò che ama.
A fianco di loro, Xochitl Gomez emerge come America Chavez, la giovane eroe capace di creare portali dimensionali e viaggiare tra le infinite realtà del multiverso. Il suo personaggio rappresenta una fresca aggiunta al panorama dei protagonisti Marvel, portando con sé un’energia nuova e una prospettiva inedita sulle possibilità offerte dal multiverso.
Nel frattempo, l’influenza di Raimi è evidente anche nei riferimenti alle sue opere precedenti, in particolare alla saga di Evil Dead. La sua impronta stilistica, che mescola horror, commedia e azione, è un richiamo costante che appaga i fan di vecchia data, ma che al contempo serve a rinnovare l’universo Marvel con una dose di audacia visiva e narrativa. Un altro omaggio che non passa inosservato è quello alla serie What If…?, la prima serie animata Marvel Studios, che esplora realtà alternative e che ha avuto un ruolo fondamentale nell’introdurre il concetto di multiverso nel MCU.
Se da un lato il film è un tripudio di immagini, effetti speciali e azione, dall’altro non manca qualche piccolo difetto narrativo. Lo script di Michael Waldron, pur essendo ricco di spunti e colpi di scena, a tratti scivola in momenti di confusione, perdendo parte della sua intensità. Tuttavia, questo non sminuisce l’impatto complessivo del film, che rimane potente grazie alla direzione di Raimi e alla colonna sonora evocativa di Danny Elfman, capace di sottolineare il caos e la bellezza di un multiverso in continua espansione.
Il 4 maggio, quando Doctor Strange nel multiverso della follia arriverà nelle sale italiane, i fan del MCU potranno scoprire un film che non solo amplia l’orizzonte del multiverso, ma che spinge i confini della Marvel verso nuovi territori, risvegliando una “follia” necessaria per rinnovare l’universo cinematografico. In questo viaggio, Sam Raimi si riprende il suo posto, regalando al pubblico un’esperienza che non è solo un film, ma una vera e propria esplorazione della mente umana e delle sue infinite possibilità.
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Emanuela Giuliani
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