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Diva Futura, incontro stampa: Riccardo Schicchi e la rivoluzione dell’amore libero

A Venezia 81 Giulia Louise Steigerwalt racconta la storia di Riccardo Schicchi e delle sue star con: Diva Futura.

Giulia Louise Steigerwalt dopo aver debuttato alla regia nel 2002 con Settembre, grazie al quale ha vinto il David di Donatello per il miglior regista esordiente, torna dietro la macchina da presa e presenta in anteprima in concorso all’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: Diva Futura, in cui racconta la storia di Riccardo Schicchi, dal volto di Pietro Castellitto, della sua agenzia Diva Futura e delle sue star: Moana Pozzi (Denise Capezza), Eva Henger (Tesa Litvan) e Ilona Staller/Cicciolina (Lidija Kordić).

In Diva Futura siamo nell’Italia degli anni ’80/’90, e Riccardo Schicchi, con la sua agenzia Diva Futura, rivoluziona la cultura di massa trasformando l’utopia hippie dell’amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. Sotto la sua guida, “ragazze della porta accanto” come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre diventano all’improvviso dive di fama mondiale nel mondo del porno ed entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. Viene coniata l’espressione “pornostar”, segnando l’inizio di una nuova era.

L’impatto mediatico è travolgente fino a portare all’elezione in Parlamento di Ilona Staller, detta “Cicciolina”, alla nascita del Partito dell’Amore e alla candidatura di Moana Pozzi a sindaco di Roma. È attraverso lo sguardo di Debora, giovane segretaria dell’agenzia con un mutuo sulle spalle, che viene raccontata l’avventura di questa grande “famiglia”, dove esplodono gelosie, tormenti e contraddizioni fino a perdere il controllo sull’industria stessa della pornografia. Tutto questo è accaduto perché esisteva un desiderio tanto nascosto quanto grande: quello di tutti.

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“Ho deciso di raccontare questo mondo perché mi ha sorpreso ciò che ho trovato, mi aspettavo tutto tranne che questo da quel mondo, e approfondendo la storia ho trovato anche delle tematiche contemporanee, attuali”, afferma la regista Giulia Louise Steigerwalt. “La scelta di seguire il punto di vista della segretaria di Schicchi: Debora Attanasi, è perché volevo entrare in quel mondo con uno sguardo comune per poi capovolgerlo entrando a far parte di questa grande famiglia e vederlo con i loro occhi. Lei è lo sguardo di tutti noi, che porta delle consapevolezze nell’analizzare questo mondo durante questa parabola inizialmente meravigliosa, splendente e poi offuscata”.

Prosegue parlando il tono leggero leggerezza presente nella storia: “La leggerezza che c’è nel film è quella che ho trovato nel momento in cui mi sono avvicinava alla storia, ai protagonisti, alle loro testimonianze. C’era questo entusiasmo e questa grande illusione di raggiungere la fama e diventare delle grandi dive in quel modo. C’era anche una gran confusione che mi piaceva portare assieme ad una sorta di cialtroneria che aveva però delle intenzioni sincere di fondo. Un’inconsapevolezza che ho trovato affascinante messa in relazione con le contraddizioni che in qualche modo aveva generato questa rivoluzione, che ha portato ad una visione opposta da quella che aveva Riccardo Schicchi”, spiega. “C’era qualcosa di tragico nel mettere insieme questo entusiasmo con la caduta dove la violenza rappresenta un elemento interessante, poiché non faceva parte dell’imaginario di questi film, con l’assenza totale di pudore associata sempre a qualcosa di viscido ed aggressivo. Schicchi invece voleva creare arte e rivoluzionare il costume, e la violenza è la doppia faccia della medaglia, cosa di cui lui si è reso conto aprendo la strada alla perdita di controllo. Tutt’oggi questo è attuale dal momento che facciamo i conti con la violenza associata alla sessualità. La maggior parte del porno infatti oggi è violento e lui invece aveva per l’appunto una visione opposta”.

Infine sul cast dice: “Il cast delle dive in particolare è stato difficile perché ci rapportavamo a delle icone che hanno fatto parte dell’immaginario quotidiano degli italiani, ed oggi le pornostar non ne fanno più parte nello stesso modo. Abbiamo puntato sull’empatia e sull’emotività di queste donne che hanno un privato”.

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Diva Futura come detto è raccontata attraverso gli occhi di Debora Attanasio (Barbara Ronchi) la segretaria dell’agenzia e quindi di Riccardo Schicchi (Pietro Castellitto) che offre prima un ritratto esterno e poi intimo di questa particolare famiglia, con una serie di episodi realmente accaduti tanto assurdi quando veri. Il tutto con il giusto mix di ilarità e amarezza.

“La mia generazione conosceva lo Schicchi sul viale del tramonto, quello che andava da Mammuccari come marito di Eva Henger, avanguardista diciamo, il personaggio quindi l’ho scoperto crescendo”, svela Castellitto. “Era un uomo che sentendolo parlare ho avuto l’impressione avesse una grandissima aderenza tra il corpo e il pensiero, è una categoria di uomini che appartengono a certe interviste del passato che oggi non esistono più. Lui era incredibilmente aderente perché c’era qualcosa di profondo in lui che non aveva tradito, e credo che fosse il bambino che spiava le dirimpettaie col cannocchiale assieme al padre”, continua. “Oltre ad essere un film su epoca incredibile, su una rivoluzione culturale, è anche un film su un uomo che è riuscito vivere la vita che voleva fare, creando il mondo in cui mettere il mestiere che lui voleva, e che ancora non esisteva. Da questo punto di vista penso ci possa essere una catarsi al contrario del pubblico, perché sono convinto che molte persone in generale non hanno fatto quello che volevano fare nella vita e vedere un uomo che è riuscito a creare un mondo rimanendo fedele al bambino che era lui è davvero qualcosa di potente”.

Io ho scoperto questo mondo assieme a Debora Attanasio. Conoscevo Moana Pozzi, Eva Henger e Cicciolina ma non sapevo niente dell’agenzia Diva Futura, non sapevo che erano parte di una famiglia, che vivessero tutte insieme nello stesso condominio, che si aiutassero l’un l’altra, delle gelosie interne. Non sapevo che Cicciolina fosse mamma, che Eva Henger veniva derisa dai compagni del figlio, e che Moana desiderava diventare sindaco di Roma. Non sapevo dei loro desideri. Li ho scoperti grazie a questo film, loro le conoscevo solo come pornodive, per il loro lavoro e non per i loro sogni e mi ha molto commosso”, afferma infine Barbara Ronchi. “Nel film ho trovato la grazia che secondo me contraddistingue la regia di Giulia, ho scoperto quanto queste donne si sentivano delle divinità e lo erano perché erano irraggiungibili, erano il simbolo del piacere, ma decidevano loro chi e quando poteva toccarle quando varcavano la soglia di Diva Futura, ma quando uscivano fuori erano considerate in maniera differente, non erano prese sul serio. Questo non me lo aspettavo e lo scoperto assieme a Debora, e come Debora io ho voluto molto bene a tutta questa famiglia sgangherata di Diva Futura”.

Prodotto da Matteo Rovere Diva Futura è una produzione Groenlandia e PiperFilm con Rai Cinema in collaborazione con Netflix, e sarà distribuito nelle sale cinematografiche da PiperFilm nel 2025.


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