I Manetti bros. Assieme ai protagonisti hanno presentato alla diciottesima Festa del Cinema di Roma Diabolik chi sei?
Ultimo capitolo della trilogia dedicata al Re del Terrore diretta dai Manetti bros., DIABOLIK CHI SEI? è stato presentato in anteprima alla diciottesima Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, e arriverà nelle sale il 30 novembre distribuito da 01 Distribution.
A vestire i panni del protagonista, come nel secondo film: Diabolik – Ginko all’attacco uscito nel 2022, Giacomo Gianniotti, assente alla conferenza stampa a causa dello sciopero degli attori hollywoodiani ancora in corso. Al suo fianco ritroviamo Mirian Leone, nell’affascinante Eva Kant, Valerio Mastandrea, nell’instancabile ispettore Ginko, e Monica Bellucci in Altea.
In Diabolik chi sei?, catturati da una spietata banda di criminali che sta terrorizzando Clerville, Diabolik e Ginko si trovano faccia a faccia. Rinchiusi in una cella, senza via di uscita e certi di andare incontro a una morte inevitabile, Diabolik decide di rivelare all’ispettore il suo misterioso passato. Nel frattempo, Eva Kant e Altea sono alla disperata ricerca dei loro uomini, e le strade delle due rivali si incroceranno inevitabilmente.
Diabolik chi sei?, l’original story raccontata dai Manetti bros.
“Questo ultimo capitolo ha un punto di vista diverso sotto tanti aspetti, ovviamente i film non hanno una natura seriale quindi era importante che ognuno di essi avesse una propria differente impronta” – spiega Marco Mainetti. “In questa trilogia, abbiamo raccontato in realtà due personaggi, ovvero Diabolik ed Eva Kant, dal momento che Diabolik è unico proprio perché c’è Eva. Una presenza femminile che in questo ultimo capitolo viene messa completamente al centro, e nei tre film abbiamo ritenuto fosse importante raccontare un personaggio misterioso attraverso gli occhi di altri. Nel primo film quindi, lo abbiamo fatto con gli occhi di Eva Kant, di una donna che si avvicina al mistero, nel secondo attraverso gli occhi di Ginko, il suo avversario, perché Diabolik non si riesce a trovare e non si sa neanche dove sia, e infine con Diabolik chi sei? Vi diciamo per l’appunto chi è. tuttavia Diabolik è un personaggio un po’ particolare e quindi l’alone di mistero c’è, permane.”
In merito alla fedeltà dell’originale dice: “Siamo stati fedeli al fumetto in quanto Diabolik, al suo spirito, e in questo caso al numero 107, che si intitola proprio Diabolik chi sei? Nel riprodurlo tuttavia ci siamo presi la libertà di inserire Altea, non presente in quel volume.” – e sulle due donne al centro della scena aggiunge. “Eva e Altea hanno in comune quello di mettere a disposizione del sentimento l’intelligenza e la forza, mentre Diabolik e Ginko no. A livello simbolico e non solo pratico, Diabolik non riesce ad essere compassionevole e Ginko non riesce ad amare perché essendo un poliziotto, secondo lui è qualcosa che non lo riguarda.”
“Il primo film per noi è stato una ricerca sull’eleganza, sullo stile, un metterci alla prova nel raccontare gli anni ’60 e nel fare un film in costume. Ci siamo divertiti, appassionati, ma è stato un lavoro molto lungo e faticoso che ci ha dato tantissimo.” – svela Antonio Mainetti. “Nel secondo abbiamo lasciato gli anni ’60 e questo terzo film, come avete visto, si svolge negli anni ’70. Si vede sia nello stile, nei costumi, nelle fotografie ma anche nelle riprese e nelle musiche. Abbiamo giocato su un terreno più nostro, più personale dei Manetti. Noi siamo appassionati di cultura degli anni ’70, anche dei movimenti politici che hanno cambiato il mondo e di conseguenza noi stessi” – su Eva e Atea dice. “Il nostro è un mondo dominato dagli uomini, e purtroppo vedete dove sta finendo. Sarebbe bello che le Eva e le Altea che nella realtà ci sono, venissero allo scoperto.”
I due registi hanno inoltre ricordato il produttore Carlo Macchitella, recentemente scomparso, e al quale è dedicato il film.
Diabolik chi sei?, la complicità di Eva e Altea
Fulcro di questo capitolo conclusivo, come detto e come si può facilmente intuire, sono le donne: Eva Kant e Altea.
“Per me è stata un’esperienza umana incredibile, che mi dato e cambiato molto. Per quanto riguarda la storia, le sorelle Giussani hanno scritto Eva Kant affinchè salvasse sempre quel testone di Diabolik.” – dichiara Miriam Leone. “La sua intelligenza è la dialettica della storia, ed è l’unica cosa che permette di superare i conflitti in un mondo in bianco e nero. Eva porta l’amore, e solo l’amore può superare la violenza, la corruzione che c’è nel mondo di Clerville e del fumetto. Per la prima volta, inoltre, trova un’altra donna come lei, libera e indipendente, perché entrambe, sia Eva Kant che Altea amano i loro uomini al di fuori del matrimonio. Siamo tra gli anni ’60 e ’70 e questo era scandaloso, all’epoca non esisteva.”
Prosegue la Leone. “Sono due donne indipendenti, spregiudicate e con un grande coraggio, che si uniscono per superare il dualismo in nome dell’amore. Una complicità che rappresenta una lungimiranza delle sorelle Giussani nell’immaginare un mondo migliore per noi donne, finalmente complici.” – infine in riferimento a Monica Bellucci dice. “Con Monica c’è stata una grande complicità e fin dal primo momento ero molto emozionata, poi l’ho incontrata. Monica è una grande amica delle donne. E’ una donna che ti sostiene, che ti affascina e quindi questa complicità è reale. Ci siamo veramente divertite. Portare in scena questo superamento delle rivalità, è per noi un messaggio molto importante.”
“Per me è stato meraviglioso lavorare con Miriam, una donna meravigliosa una grande attrice, e poi con i Manetti brothers è sempre bellissimo perché creano un’atmosfera veramente bella nel set, quindi si lavora molto ma con gioia.” – dice Monica Bellucci. “In questo episodio di Diabolik, le due donne diventano unite, anche se non per molto tempo. Nonostante appartengano a due mondi opposti infatti, hanno una femminilità comune, sono donne emancipate, libere, sensuali, in un mondo ancora completamente dominato dagli uomini. Forse le sorelle Giussani hanno un po’ creato luce a delle donne che facevano pensare a loro stesse, perché non solo erano delle grandi artiste, ma anche delle imprenditrici, ed era molto raro avere donne così all’epoca. Quindi donne che sono andate al di la di tutte le critiche e perseguito la loro grande avventura.”
Diabolik chi sei?, la pessima chiusura di un cerchio
Una conclusione, quella di Diabolik chi sei?, che non soddisfa affatto, e che conferma la delusione e la non riuscita dell’adattamento, che ha visto Luca Marinelli indossare la maschera del Re del Terrore nel primo capitolo del 2021: Diabolik.
Dialoghi scontati, prevedibili e che toppo spesso sfiorano il ridicolo, così come la costruzione dei personaggi, della recitazione e della messa in scena. Ma c’era veramente bisogno non solo di un terzo capitolo ma bensì di un’intera trilogia così distante? Senza alcun dubbio no.
No per tutti i punti sopradetti, che rispettano l’iconico personaggio dei fumetti essendo forzata ed eccessiva nello stile, dalla sceneggiatura, dal linguaggio e dal ritmo non coinvolgenti, non intriganti e monotoni al quale si cerca di porre rimedio con una colonna sonora fin troppo invasiva. Musiche che non fanno altro che evidenziare le numerose mancanze di una visione il cui unico pregio è quello di far tirare un sospiro di sollievo avendo la consapevolezza che si tratta della chiusura di cerchio, e che non ci sarà un quarto film.
© Riproduzione Riservata
Emanuela Giuliani
Il Voto della Redazione: