cover immagini David Fincher e Harry Potter

David Fincher avrebbe potuto dirigere un film di Harry Potter ‘inquietante’

David Fincher ha svelato di essere stato in lizza per dirigere un film di Harry Potter con una visione inquietante.

Nel corso della sua carriera da regista, lunga oltre 35 anni, David Fincher, come riportato da Variety, è stato associato a molti progetti che successivamente sono passati di mano o mai realizzati. Una lista che include tra l’altro due sequel del franchise Millenniun, un adattamento di Rendezvous with Rama, di Arthur C. Clarke, e un sequel di World War Z, a testimonianza di quanto siano eclettiche le sue scelte e di quanto sia stato richiesto a Hollywood.

Tuttavia, in una recente intervista rilasciata in occasione dell’imminente riedizione in 4K del suo film di successo Seven, Fincher, ha svelato un franchise per il quale era stato preso in considerazione e che, dopo la sua proposta di interpretazione del materiale, non è andato avanti, ovvero: Harry Potter.

“Mi è stato chiesto di andare a parlare con loro di come avrei realizzato Harry Potter”, ha rivelato Fincher. “Ricordo di aver detto: ‘Non voglio fare la versione pulita di Hollywood. Voglio fare qualcosa che assomigli molto si più a Withnail and I, e voglio che sia un po’ inquietante’.

La Warner Bros. però come da lui stesso dichiarato, aveva in mente qualcosa di più tradizionale per la loro serie di adattamenti dei best-seller per giovani adulti dell’autrice JK Rowling sull’omonimo mago, e di conseguenza il progetto non è andato avanti.

David Fincher, vecchi e nuovi progetti

Per quanto riguarda i prossimi lavori a cui Fincher a quanto pare starebbe lavorando e che sono quindi in fase di sviluppo invece, c’è un adattamento americano della celebre serie sud-coreana Netflix Squid Game, e una miniserie prequel di Chinatown che ha co-scritto assieme allo sceneggiatore del film originale Robert Towne. Tra nuovi progetti che lo attirano invece, ha riflettuto su ciò che lo ha attratto di quelli passati, molti dei quali (Millennium, Gone Girl) erano basati su materiale che aveva una popolarità preesistente.

“C’è un pubblico incorporato? Quello è il lavoro di qualcun altro”, ha detto “Quei libri vengono venduti agli studi cinematografici quando è dimostrato che c’è un pubblico incorporato, quindi di solito entra nella catena alimentare dopo che è stato deciso che si tratta qualcosa di gustoso. Ero interessato a Gone Girl nonostante fosse un bestseller…Mi piaceva l’idea della punizione per le nostre inclinazioni narcisistiche in relazione alla ricerca di un compagno”.

In merito a Millennium ha spiegato: “Sono molto più affezionato a Chinatown e alla pelle delle scarpe che a qualsiasi hacker. Ma ho amato questa ragazza distrutta a cui è stata data la possibilità di fare ricerche con questo tizio di cui non è così sicura. E non so nemmeno se lui sia gentile con lei, penso che la tratti semplicemente nel modo in cui lei vorrebbe essere trattata, e questo per lei è una rivelazione. E se siete mai stati in Svezia, parlate di un Paese grande quanto la California con la popolazione della Contea di Los Angeles. C’è molto spazio in quelle colline per i serial killer e per scaricare dei cadaveri, mi piaceva l’idea di far passare davvero l’inverno in un’indagine”.

Fincher ha poi proseguito con The Social Network, definendolo “solo una sceneggiatura che non si poteva mettere giù”. Ha però un legame più personale con Zodiac, e con la cronaca del 2007 dei 35 anni di indagine sugli omicidi dello Zodiaco. “Il killer di Zodiac, era l’uomo nero quando avevo 7 anni, e stavo in un certo senso attraversando il processo affrontando dal protagonista. Che cosa è successo? Sentivo un’affinità. In Benjamin Button invece mi piaceva l’idea di una storia d’amore con quel tipo di numero di morti”, ha aggiunto ridendo. “Ci sono cose diverse in ogni film”.

Il regista ha infine sottolineato che, indipendentemente dalle sue origini, o dal potenziale commerciale, ogni progetto nasce da una combinazione unica di interesse personale e opportunità professionale. “Ci sono cose diverse nelle storie che risuonano con te in base ai film che ami e al tipo di film che hai fatto. Quindi non so come scelgo le cose in cui essere coinvolto, ma ti viene il desiderio per cui dici: ‘Vorrei vedere questo, e vorrei vederlo fatto in questo modo’. Mi piace l’idea di poter scegliere dove concentrare i propri sforzi, cosa sottolineare e cosa sfumare”.


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