La recensione di CREED III, il terzo capitolo della trilogia spin – off della celebre saga di Rocky, debutto alla regia di Michael B. Jordan.
In CREED – NATO PER COMBATTERE, ha lottato e conquistato il proprio posto all’interno del mondo del pugilato, diventando il campione del mondo, in CREED II, ha affrontato Viktor (Florian Munteanu), figlio di quell’Ivan che in Rocky VI durante un incontro ha causato la morte del padre Apollo, dimostrando così di essere degno della pesante eredità lasciatagli dal genitore. E ora Adonis torna sul grande schermo con un atteso terzo capitolo che vede non solo Michael B. Jordan indossare ancora i guantoni del protagonista, bensì debuttare dietro la macchina da presa.
Nelle sale cinematografiche italiane dal 2 marzo distribuito da Warner Bros., CREED III per Jordan senza alcun dubbio è un esordio alla regia coraggioso, in particolare perché si tratta del primo dei tre spin – off privo della carismatica figura di Sylvester Stallone, creatore nel 1976 dell’iconica saga originale di Rocky.
“Avevo una visione chiara di come volevo che fosse la storia, dove volevo che andasse la famiglia Creed. La sfida della regia mi ha particolarmente motivato: volevo vedere se avevo le carte in regola per recitare e dirigere qualcosa che mi frullava in testa da molto tempo. ‘Creed III’ è praticamente un affare personale e, fortunatamente, tutte queste cose si sono unite per creare la situazione perfetta per questo film” –aveva svelato Jordan.
HO PASSATO GLI ULTIMI SETTE ANNI DELLA MIA VITA A VIVERE I MIEI SOGNI PIU’ SFRENATI
Quello di CREED III è la conclusione di un intenso viaggio che molto probabilmente, come si può facilmente immaginare, aprirà la strada allo sviluppo e ai percorsi di nuovi personaggi. Una nuova partenza quindi e non un definitivo arrivo in cui, nonostante lo scetticismo iniziale, va riconosciuto a Jordan il merito di essersi distaccato dalle emozioni nostalgiche e dalla storia che fin ora legava il personaggio di Adonis al suo mentore Rocky, riuscendo ad uscire dall’ombra e costruendo una strada ben distinta del personaggio, con una sua personale storia e demoni.
“Questa è una storia sulle origini, un sequel e una trilogia: tutto in uno”, ha spiegato Jordan. “Nei film precedenti abbiamo visto Adonis in giovane età, ma non abbiamo mai avuto la possibilità di vedere davvero com’era dentro e fuori dal riformatorio, il modo in cui viveva prima di incontrare Mary-Anne, cosa lo ha davvero formato per essere l’Adonis Creed che conosciamo, prima che fosse adottato e portato in una vita di ricchezza, opportunità e retaggio. Ho pensato che tutto ciò gli avrebbe provocato una sorta di crisi di identità”.
In CREED III Adonis si è ritirato dal ring come campione del mondo dei pesi massimi per dirigere la sua palestra Delphi Academy insieme al suo ex cornerman Tony ‘Little Duke’ Burton, e l’attuale campione e star della Delphi, Felix Chavez, (il campione di guanti d’oro dei pesi welter José Benavidez).
Una vita privata e lavorativa soddisfacente la sua, fino a quando nella sua vita si rifà vivo un amico d’infanzia ed ex prodigio della boxe. Un fantasma per l’appunto di un passato che Adonis credeva sepolto, ‘Diamond’ Dame Anderson, (Jonathan Majors), che uscito di prigione dopo aver scontato una lunga pena, reclama la vita che non ha vissuto con tutta la rabbia che ha in corpo. Un incontro quello tra gli ex amici che si rivelerà essere più di un semplice combattimento.
“Volevo che il mio film riflettesse le lezioni che ho imparato nella vita: sull’essere gentili con gli altri, ma soprattutto con noi stessi. Alla maggior parte di noi non è stato insegnato come farlo” – aveva affermato Michael B. Jordan. “Volevo che il mio film affrontasse anche i problemi della mascolinità tossica, e le conseguenze sul non affrontare il proprio passato, evitando di parlarne e non approfondendo i traumi e le relative ferite.”
NON PUOI SCAPPARE DAL TUO PASSATO
Costretto a rimettere in gioco se stesso sfidando i propri limiti, e messo all’angolo da Damian, Adonis, non avrà altra scelta che mettere in gioco se stesso sfidando prima i propri limiti, implodendo pensando alla morte di suo padre sul ring, alla perdita di successo di un Rocky dal cuore puro, e al modo in cui sua figlia lo vede e come vede le sue vittorie e i suoi passi falsi.
Adonis ora è solo contro ‘Diamond’ Dame interpretato da un Jonathan Majors magistrale. Un perfetto carismatico e granitico villain che vuole riprendere in mano il proprio destino attraverso un gioco di fratellanza che culminerà in un incontro annunciato come la ‘Battaglia per Los Angeles’. Finale di tutto ciò che Adonis ha affrontato fin ora fuori e dentro il ring, e la cui entrata in solitaria sottolinea ancor di più la personale resa dei conti e la su crescita.
Un viaggio intimo tanto quanto cinetico quello raccontato, con il confronto interiore tra Adonis e Dame che si riflette nella coreografia del combattimento catturata dalle telecamere. Combattimento privo tuttavia della giusta adrenalina e con al centro il perdono, vero elemento di forza di CREED III, verso sé stessi e verso gli altri.
“Volevo che i personaggi del mio film nell’affrontarsi lanciassero al contempo degli spunti per una riflessione sull’umanità e le sue sfumature, con empatia. Il modo in cui gestiamo e comunichiamo le nostre emozioni fa parte dell’esplorazione del nostro io più interiore. In “Creed III”, il film mostra le diverse strade, relazioni e interazioni di due uomini che hanno fatto scelte differenti, vissuto vite diverse ma che si ritrovano sullo stesso ring.” – aveva infine detto Jordan.
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Emanuela Giuliani
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