Colette, la recensione: il ritratto di una donna ribelle e innovatrice

La recensione di: Colette, il film con protagonista Keira Knightley, ritratto di una donna ribelle e innovatrice.

La storia di Sidonie-Gabrielle Colette, l’autrice più innovativa e spregiudicata della Belle Époque parigina, arriva finalmente nelle sale cinematografiche il 6 dicembre con il film diretto da Wash Westmoreland.

Nata e cresciuta in un piccolo centro della campagna francese, Colette approda nella Parigi di fine Ottocento dopo aver sposato l’ambizioso impresario letterario Willy. Affascinata dalla vivacità intellettuale dei salotti della capitale e spinta a scrivere dal marito, Colette riprende i suoi scritti giovanili e dà vita a una serie di romanzi pubblicati sotto il nome del consorte. Il successo è immediato: la sua protagonista, Claudine, diventa un’icona della cultura pop e un simbolo di emancipazione femminile.

Keira Knightley, straordinaria nella parte della celebre scrittrice, riesce a incarnare con naturalezza e intensità la fusione tra Colette e Claudine, un rapporto simbiotico che cattura l’attenzione dello spettatore. Quest’ultimo si trova immerso in una narrazione avvincente, in cui le due personalità si sovrappongono fino a diventare un tutt’uno. Il personaggio di Claudine, con la sua audacia e indipendenza, influenza profondamente la società dell’epoca: donne di ogni ceto sociale ne imitano l’atteggiamento, il linguaggio, l’abbigliamento e l’acconciatura, identificandosi in lei e trovando il coraggio di esprimere desideri fino ad allora repressi.

Uno dei temi centrali del film è il conflitto tra identità e riconoscimento. Colette, inizialmente relegata all’ombra del marito, lotta per affermare la propria voce e ottenere il merito per le sue opere. La sua evoluzione personale è raccontata attraverso momenti di grande tensione emotiva, che evidenziano il peso delle convenzioni sociali e delle dinamiche di potere all’interno del matrimonio. Il percorso di emancipazione della protagonista diventa così una metafora universale per la lotta delle donne nel rivendicare la propria autonomia e il proprio talento.

Un altro aspetto fondamentale è la fluidità delle relazioni e della sessualità. Colette sfida le norme eterosessuali del tempo, esplorando il proprio desiderio in modo libero e senza costrizioni. La sua relazione con Missy, una donna altrettanto ribelle e anticonformista, viene rappresentata con delicatezza e profondità, contribuendo a una narrazione che celebra l’amore al di là dei confini imposti dalla società. Questa tematica rende il film attuale e rilevante, collegandosi ai dibattiti contemporanei sulla libertà sessuale e sull’identità di genere.

Attraverso questa evoluzione, Colette acquista consapevolezza della propria identità e della necessità di affrancarsi da un matrimonio opprimente. Il film racconta con grande sensibilità il suo percorso di emancipazione, dalla rottura con Willy (Dominic West) fino alla relazione con Missy (Denise Gough), donna anticonformista che le offre stabilità e sostegno. La narrazione accompagna lo spettatore fino al riconoscimento ufficiale del talento di Colette: nel ventesimo secolo, le sue opere “Chéri” (1920) e “Gigi” (1944) vengono finalmente pubblicate con il suo vero nome. Quest’ultima, in particolare, riscuote un tale successo da diventare un celebre musical nel 1958, consolidando il suo status di fonte d’ispirazione per generazioni di lettori.

“Colette”, presentato alla 36ª edizione del Torino Film Festival, non delude le aspettative. Pur senza stupire in modo eclatante, il film intriga, emoziona e coinvolge, grazie a una narrazione ben costruita e a una rappresentazione scenica curata nei minimi dettagli. La regia riesce a mantenere un ritmo fluido e coinvolgente, descrivendo con la giusta intensità la determinazione e il tormento interiore della protagonista. Un ritratto affascinante di una donna che ha sfidato le convenzioni del suo tempo, lasciando un’eredità culturale indelebile.

© Riproduzione Riservata

Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


Pubblicato

in

da

Tag: