Cinema chiusi: le lettere aperte e le petizioni degli autori ed associazioni del mondo dello spettacolo
Come tristemente confermato questa mattina, tra le decisioni del nuovo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte, c’è anche la chiusura di cinema e teatri fino al 24 novembre.
Leggi anche: Cinema: il nuovo Dcpm conferma la chiusura di cinema e teatri fino al 24 novembre
Un duro stop che ovviamente colpisce ulteriormente un settore già fortemente danneggiato, e ripetiamo senza alcun dubbio, tra i luoghi più sicuri. A tal proposito, con la speranza che si possa tornare nelle sale cinematografiche al più presto, magari prima della data relativa al termine della sospensione delle attività, i vari enti e rappresentanti hanno deciso di scrivere delle lettere aperte e dare vita a petizioni con lo scopo di far sentire la propria voce e richiesta di aiuto nei confronti di un sempre più incerto futuro, a cominciare dall’AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema.
“AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema pur condividendo i principi volti a preservare la salute pubblica che hanno informato l’odierno Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, esprime una forte preoccupazione per la decisione di chiudere, per almeno un mese, le sale cinematografiche e, di conseguenza, di sospendere i festival cinematografici.
Il pensiero e la vicinanza vanno naturalmente a tutte le manifestazioni cinematografiche in svolgimento in queste ore e a quelle programmate, ma spesso riprogrammate dopo le chiusure dello scorso lockdown, nelle prossime settimane.
Il nostro settore viene colpito in maniera indistinta da queste misure e si trova, ancora una volta, a riprogettare all’improvviso il proprio lavoro dicendo addio a mesi di duro lavoro per riportare il pubblico nelle sale. L’esperienza di alcuni importanti festival, primo fra tutti la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ha mostrato come sia stato possibile organizzare ai massimi livelli di sicurezza eventi con migliaia di persone. Di queste esperienze ci piacerebbe che anche in futuro si tenesse conto prima di decidere chiusure generalizzate delle sale cinematografiche che da studi di settore risultano a bassissimo rischio di diffusione del contagio.
Purtroppo l’esercizio cinematografico, a cui esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà, è uno dei più colpiti da questo tipo di misure di chiusura perché è uno dei tasselli più importanti ma anche più deboli dell’intera filiera dell’industria cinematografica dal momento che non può disporre autonomamente dei film da proiettare. La chiusura e la riapertura a singhiozzo delle sale cinematografiche rischia dunque di interrompere il lavoro di mesi di riorganizzazione delle case di distribuzione che con serietà e coraggio hanno deciso di far uscire i loro film nelle sale.
In quest’ottica chiediamo dunque che il Governo e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo siano ancora più vicini a tutte queste realtà garantendo i mezzi economici di sostegno in questo momento emergenziale ma chiediamo anche un confronto per il futuro per immaginare insieme una ripartenza di tutto il settore con regole certe e verificate che diano nuovamente lavoro e stabilità a tutti.”
Ad esprimere il proprio dissenso in una lettera aperta, anche altre associazioni della categoria, firmata sempre dall’AFIC, ANAC – Associazione Nazionale Autori Cinematografici, 100 Autori, SNGCI – Sindacato Nazionale Associazione Critici Cinematografici Italiani, Casa del Cinema di Roma e personalità quali: Marco Bellocchio, Massimiliano Bruno, Pupi Avati, Gianni Amelio, Francesco Bruni, Nanni Moretti, Paolo Taviani, Giuliano Montaldo, Paolo Virzì e Enrico Vanzina.
“Signor Ministro,
la decisione del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte e del governo di procedere fino a tutto il mese di novembre alla chiusura di cinema, teatri e sale da concerto ci lascia attoniti, sorpresi e fortemente critici pur conoscendo il suo impegno a favore della cultura e dei lavoratori dello spettacolo.
Nell’attuale situazione sanitaria, di cui siamo ben consapevoli come cittadini e operatori del nostro settore, capiamo che la salute è un bene primario da tutelare ad ogni costo. Sappiamo però altrettanto bene che la cultura è un bene altrettanto primario e che azzerarne oggi una parte fondamentale come quella dello spettacolo è un’azione a nostro avviso priva di logica e utilità.
È comprovato infatti che tra le attività di socializzazione, grazie proprio ai severi protocolli sanitari che dallo scorso maggio regolano le proiezioni e gli spettacoli, Cinema e Teatri sono i luoghi più sicuri, dove non si sono registrati casi di contagio. Lo testimoniano i dati forniti ancora di recente dall’AGIS, le centinaia di proiezioni svoltesi in sicurezza alla Mostra del cinema di Venezia e ancora, proprio in questi giorni, che hanno coinciso con una preoccupante crescita di nuovi contagi, alla Festa del Cinema di Roma dove non sono stati registrati focolai.
Addirittura la chiusura sarà a nostro parere controproducente perché l’eliminazione degli unici presidi di socialità sicuri, alternativi alla movida di strada e alla convivialità dei locali di ristorazione, comporterebbe il disorientamento di quella parte della popolazione che è meglio sta reagendo alla crisi pandemica.
Tutto ciò dimostra che, grazie al controllo della temperatura all’ingresso, l’uso della mascherina, la drastica riduzione della capienza che garantisce il necessario distanziamento, l’immobilità degli spettatori durante le proiezioni e gli spettacoli, le ampie volumetrie dei locali, la sanificazione al termine di ogni spettacolo, i cinema, i teatri, le sale da concerto sono ad oggi i luoghi più sicuri e protetti della vita sociale.
Pertanto la scelta di una nuova chiusura delle sale cinematografiche appare ai nostri occhi, non solo di operatori del settore, ma di spettatori e cittadini, ingiustificata. In un momento in cui si sta lavorando per una faticosa ripresa, costringere i cinema ad interrompere nuovamente l’attività rischia seriamente di compromettere il futuro di un intero settore. Chiediamo un confronto aperto a tutte le categorie per trovare le modalità più idonee per salvaguardare la vita culturale di noi cittadini e un settore altrimenti prossimo all’estinzione.”
100 Autori
AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema)
ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici)
Casa del Cinema di Roma
SNGCI (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani)
SNCCI (sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani)
Gianni Amelio
Pupi Avati
Marco Bellocchio
Francesco Bruni
Massimiliano Bruno
Nanni Moretti
Giuliano Montaldo
Paolo Taviani
Enrico Vanzina
Paolo Virzì
Infine vi presentiamo l’appello e petizione condivisi da Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, e la petizione su Change.org, una delle tante come detto, e alla quale hanno aderito anche: Gianni Canova, Cristina Comencini, Cristiana Mainardi, Lionello Cerri, Sergio Oliva, Marco Cohen, Fabrizio Donvito, Valentina Tua, Riccardo Rocco, Benedetto Habib, Gabriele Salvatores, Patrizia Wachter, Delia Parodo, Giacomo Poretti, Aldo Baglio, Giovanni Storti, Lorena Borghi, Silvio Soldini, Angela Finocchiaro, Anna Guri, Claudio Bisio, Neri Marcorė, Francesca Comencini, Piera Detassis, Minnie Ferrara, Dori Ghezzi, Marco Paolini, Chiara Lenzi, Michela Signori, Davide Ferrario e Michela Cescon.
“Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Giuseppe Conte,
Onorevole Dario Franceschini Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,
Siamo un gruppo di lavoratori dello spettacolo e della cultura e a viva voce chiediamo che non vengano chiusi cinema e teatri, presidi, in cui sono garantite tutte le norme di sicurezza igienico sanitarie, dal tracciamento dei posti alla sanificazione, al controllo della temperatura e all’uso della mascherina obbligatoria.
Poniamo queste condizioni al di là di tutte le valutazioni e le implicazioni che questa ulteriore serrata comporta per tutto il settore e per il significato e il valore che la cultura deve avere nel nostro Paese.
Illustre Presidente del Consiglio, Illustre Ministro, facendo seguito alle fitte interlocuzioni intervenute nella giornata di ieri con il Ministro Franceschini, che ringraziamo per lo sforzo compiuto in queste ore per addivenire a conclusioni differenti, esprimiamo la nostra contrarietà, insieme a larghissima parte dell’opinione pubblica, rispetto alla ipotesi prevista nel DPCM in merito alla sospensione delle attività dei teatri, dei cinema e dei luoghi di spettacolo.
Come evidenziato dai dati di una ricerca da noi effettuata e trasmessa alle Istituzioni ed agli organi di informazione, i luoghi di spettacolo si sono rivelati tra i più sicuri spazi di aggregazione sociale. Riteniamo, pertanto, che la misura prevista sia ingiustamente penalizzante rispetto al nostro settore. Sono stati siglati accordi e protocolli a livello territoriale ed a livello nazionale con le Organizzazioni di categoria per garantire la salute e la sicurezza e tutte le imprese del comparto si sono adeguate assumendosi onerosi investimenti per elevare il livello di prevenzione sia per i lavoratori che per gli spettatori.
Pertanto, riteniamo che vi siano i presupposti affinché i teatri, le sale cinematografiche e da concerto siano escluse da provvedimenti restrittivi, alla luce di dati oggettivi che siamo pronti a dimostrare nelle sedi opportune.
Una nuova chiusura delle attività del settore comporterebbe un colpo difficilmente superabile ed una drammatica ricaduta sulle decine di migliaia di lavoratori ed artisti, già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito. Si tratterebbe di una scelta devastante per l’intero Paese.
Chiediamo sin da subito l’apertura di un tavolo al fine di individuare possibili strumenti idonei ad affrontare le situazioni di maggiore sofferenza e a garantire più certezza per il futuro.
Confidando in una comprensione delle ragioni esposte, si porgono cordiali saluti.
Il Presidente (Carlo Fontana)”
Neppure un solo contagio è avvenuto all'interno di una sala di spettacolo https://t.co/6YWz5Hpuxd
— Alberto Barbera (@AlbertoBarbera2) October 24, 2020
I luoghi di cultura sono i più sicuri grazie ai protocolli sanitari rigidamente applicati. Chiediamo di ripensare una misura non solo inutile ma dannosa https://t.co/OrIbkXb97O
— Alberto Barbera (@AlbertoBarbera2) October 25, 2020
© Riproduzione Riservata