Giffoni 2022: Aboubakar Soumahoro conquista i ragazzi di Impact!: “Ridiamo dignità all’articolo 1 della nostra Costituzione”

Giffoni 2022: Aboubakar Soumahoro conquista i ragazzi di Impact!: “Ridiamo dignità all’articolo 1 della nostra Costituzione”

Dice di essere emozionato. Ringrazia per il calore umano, per l’accoglienza e per le energie positive che in sala vibrano. Aboubakar Soumahoro, sindacalista ivoriano, da anni impegnato nella lotta al contrasto del capolarato, conquista l’Impact! che, in chiusura di incontro, lo saluterà con un lunghissimo applauso ed una emozionante standing ovation. Nel mezzo un confronto seguito da una platea attenta e partecipa. I temi affrontati sono attualissimi, coinvolgono emotivamente i ragazzi. Si parla di scelte etiche, di giustizia, di precariato e di sfruttamento. Si parla di loro, di giovani, di futuro: “Ringrazio il festival per l’invito” – ha detto – “ma soprattutto per ciò che qui viene costruito ogni anno. Generare cultura è come generare ossigeno per i polmoni dell’umanità. Ringrazio chi ha dato vita a tutto questo, non c’è un costo per ringraziarlo. Sono uno scolaro qui da voi. Sono qui per condividere uno spazio di respiro”.

Il tema di #Giffoni2022 è Invisibili. È in perfetta sintonia con Aboubakar Soumahoro, con la sua storia, con il suo vissuto. Ma lui preferisce non parlare di sé, della sua esperienza personale, se non come di un pezzo di una storia collettiva: “L’io” – dice – “sottintende un noi. C’è una moltitudine di persone coinvolte. Mi pesa, perciò, parlare di me. Dentro la mia storia c’è la storia di tanti giovani, che lasciano i propri affetti, c’è la storia di Silvia, di Claudia, di Simone, che vanno a Parigi, a Bruxelles, a Londra. Lasciano l’Italia, sono anche loro migranti come quelli che arrivano in Italia. Dobbiamo alzarci collettivamente per raggiungere una consapevolezza collettiva per raggiungere in fondo quella bellezza che si trova dietro la lotta, che si raggiunge attraverso la cultura. La mia storia è dentro una dinamica collettiva e questa pluralità è l’essenza della bellezza della vita”. Il lavoro è l’interesse principale, ovviamente. La sua tutela, il contrasto alle nuove forme di schiavitù: “Il tema” – dice il sindacalista – “è tornare a dare dignità all’articolo 1 della nostra Costituzione. Ma come facciamo a farlo se spesso il lavoro è smarrimento, è alienazione? Solo così però possiamo verificare lo stato di salute della nostra democrazia. Perché la Repubblica italiana rischia di essere fondata sul lavoro povero”. C’è una dimensione politica in questo suo impegno? Ovviamente sì: “La mia agenda” – ha continuato – “è realizzare quello che dice l’articolo 3 della nostra Costituzione Io mi batto perché dobbiamo provare a dare insieme una rappresentanza politica a questo mondo di persone ‘invisibilizzate’, di persone dimenticate provate a farlo perché è possibile. Non bisogna arrendersi. Trasformiamo questa energia in proposte. Non basta arrabbiarsi”.

Infine, il dibattito sul salario minimo. “È necessario stabilire” – spiega – “il salario minimo legale al di sotto del quale nessuno deve lavorare. Questa necessità viene raccomandata anche dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ma in Italia c’è chi tira di qua e chi tira di là. C’è anche un problema di autorevolezza dell’agire sindacale in Italia e non solo. Va rafforzata l’azione sindacale. Questo è certo”. Il salario minimo legale soprattutto per le donne: “Non ce ne possiamo ricordare” – aggiunge – “solo l’8 marzo”. E per i giovani, “i più esposti alla precarietà”. A questi si aggiungono i migranti: “Tutto questo” – conclude Aboubakar Soumahoro – “restituisce l’immagine dello stato di vulnerabilità in cui si trova il mondo del lavoro in Italia”. E poi l’accorato appello finale che strappa l’applauso lunghissimo e un po’ di commozione: “Continuate a studiare” – ha detto – “Siate curiosi ed interpretate il presente con spirito critico ma costruttivo. Costruiamo così una felicità collettiva che si raggiunge quando nemmeno una persona sarà calpestata”.

La Redazione


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