La recensione dell’atteso biopic diretto da Dexter Fletcher: Bohemian Rhapsody con protagonista Rami Malek.
Il 13 luglio del 1985, una folla entusiasta e carica di adrenalina attende trepidante l’arrivo dei suoi idoli sul palco del Live AID. L’evento, organizzato da Bob Geldof dei Boomtown Rats e Midge Ure degli Ultravox, ha lo scopo di raccogliere fondi per alleviare la carestia in Etiopia. Quando finalmente fa il suo ingresso sul gremito palco di Wembley l’istrionico Freddie Mercury con i suoi Queen, l’intero stadio viene travolto dall’energia di brani iconici come “Radio Ga Ga”, “Bohemian Rhapsody”, “We Will Rock You” e “We Are the Champions”.
È proprio da questo leggendario momento che prende il via “Bohemian Rhapsody”, il film dedicato all’ascesa della storica band e, in particolare, alla vita e alla carriera del suo carismatico frontman. Diretto inizialmente da Bryan Singer e successivamente da Dexter Fletcher, il film ripercorre la vita di Freddie Mercury, nato a Zanzibar con il nome di Farrouk Bulsara, e il suo straordinario percorso artistico. Il racconto si snoda attraverso la sua infanzia e adolescenza, la scoperta del suo talento e il desiderio di emergere nel panorama musicale britannico, fino alla creazione dei Queen e al successo mondiale.
La pellicola si configura come un omaggio alla band e al suo leader, costruendo un viaggio che si apre e si conclude con l’epocale esibizione del Live AID, ormai considerato uno dei più grandi eventi rock della storia. Questo concerto segna la consacrazione definitiva dei Queen e l’affermazione di Freddie Mercury come una delle figure più rivoluzionarie, iconiche e controverse della musica. Tuttavia, il film non si limita solo a celebrare i trionfi della band, ma mostra anche le difficoltà e le sfide personali che Freddie ha affrontato lungo il cammino, tra cui l’accettazione della sua sessualità, il rapporto travagliato con Mary Austin e le tensioni con i compagni di band.
Oltre alla carriera musicale, il film esplora anche i rapporti personali e professionali di Mercury, inclusi i conflitti con la famiglia, gli amici e gli stessi membri della band: Brian May, Roger Taylor e John Deacon. Centrale è anche la rappresentazione del conflitto interiore di Freddie, la sua ricerca di identità e il peso della celebrità, il tutto raccontato attraverso la forza e il significato delle canzoni dei Queen. La pellicola, però, prende alcune libertà narrative, modificando o semplificando alcuni eventi per esigenze cinematografiche, come la tempistica della diagnosi di AIDS di Mercury, che nel film viene anticipata rispetto alla realtà storica.
Rami Malek interpreta Freddie Mercury con dedizione e impegno, studiando a fondo il personaggio e le sue movenze. L’attore si è sottoposto a un intenso allenamento fisico e vocale per riuscire a catturare le sfumature della personalità del cantante, lavorando con esperti di movimento e osservando minuziosamente le sue performance dal vivo. Tuttavia, la sua performance appare penalizzata da una sceneggiatura che tratta in modo piuttosto superficiale alcuni aspetti fondamentali della vita del cantante. Eventi cruciali, come la scoperta della malattia e l’impatto sulle sue relazioni, vengono affrontati in modo sbrigativo, privando la narrazione della profondità e dell’intensità emotiva che avrebbero reso il film più coinvolgente. Questo porta a una rappresentazione che, sebbene spettacolare dal punto di vista musicale e visivo, non riesce a trasmettere appieno il carisma e la complessità emotiva di Freddie Mercury.
“Bohemian Rhapsody” è stato proiettato in anteprima mondiale il 23 ottobre 2018 alla Wembley Arena di Londra, un luogo simbolico che richiama l’indimenticabile Live AID. Parte degli incassi del film sono stati devoluti alla Mercury Phoenix Trust, un’organizzazione impegnata nella lotta contro l’AIDS in tutto il mondo. Il film ha ottenuto un enorme successo al botteghino, incassando oltre 900 milioni di dollari a livello globale e vincendo numerosi premi, tra cui quattro Oscar, incluso quello a Rami Malek come Miglior Attore Protagonista.
In conclusione, il film offre uno spettacolo visivamente accattivante e una colonna sonora straordinaria, ma risulta carente dal punto di vista narrativo ed emotivo. Nonostante il grande successo al botteghino e l’apprezzamento per la performance di Rami Malek, “Bohemian Rhapsody” lascia un retrogusto agrodolce, non riuscendo completamente a rendere giustizia alla figura leggendaria di Freddie Mercury e a coinvolgere lo spettatore nel profondo impatto emotivo della sua storia. Tuttavia, per i fan dei Queen e per gli amanti della musica rock, il film rimane un’esperienza coinvolgente che permette di rivivere alcune delle performance più iconiche della band.
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Emanuela Giuliani
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