kingsley ben Adir in Bob Marley: One Love

Bob Marley – One Love, la recensione: un biopic non riuscito

La recensione di Bob Marley: One Love, il biopic dedicato all’icona della musica nelle sale cinematografiche dal 22 febbraio.

Arriva il 22 febbraio nelle sale italiane distribuito da Eagle Pictures: Bob Marley – One Love, il biopic dedicato al cantautore e attivista giamaicano, diretto da Reinaldo Marcus Green (già regista di King Richard – Una famiglia vincente), che per la prima volta porta sul grande schermo la storia di un artista che ha superato avversità incredibili per creare una musica rivoluzionaria.

Bob Marley: One Love, il racconto

scena bob marley one love

Scritto da Zack Baylin, Frank E. Flowers e Terence Winter, Bob Marley: One Love, celebra la vita e la musica del cantante, concentrandosi in particolare sugli ultimi tre anni della sua esistenza. Si parte infatti dal 1976 con la Giamaica sull’orlo della guerra civile a causa delle violente tensioni provocate dai due gruppi politici rivali.

Bob Marley (Kingsley Ben-Adir) ha già raggiunto la notorietà in tutto il mondo, e al fine di placare i tumulti, organizza a Kingston, in collaborazione con il primo ministro Michael Manley, il concerto dello Smile Jamaica.

A pochi giorni dall’atteso evento però, Bob, la moglie Rita (Lashana Lynch), dalla quale ha avuto tre figli, e il loro manager Don Taylor vengono aggrediti in casa da un gruppo di uomini armati che aprono il fuoco ferendo lievemente lui e gravemente Rita. Bob tuttavia, nonostante i timori di molti in merito alla sua partecipazione al concerto, decide di salire sul palco come programmato, e durante l’esibizione, profondamente scosso dall’accaduto, si interrompe e va via.

Nei giorni seguenti, Bob lascia la Giamaica e si trasferisce a Londra dove cambia il suo modo di suonare in modo da far arrivare la sua filosofia a tutti, e nasce l’album Exodus, considerato da molti il suo miglior lavoro e che include i celebri brani One Love e Three little birds, e che lo porterà i tour nelle maggiori città di Europa e America. Nel 1978 torna in Giamaica e organizza il grande concerto One Love, il suo ultimo concerto. Marley morirà nel 1981 a causa del cancro progredito fino al cervello.

Bob Marley: One Love, un occasione non adeguatamente sfruttata

kingsley ben Adir in Bob Marley: One Love

L’annuncio dell’arrivo sul grande schermo di un film biografico incentrato su Bob Marley, aveva suscitato grande curiosità, una giusta dose di entusiasmo, e molto scetticismo. Perplessità legate soprattutto alla possibilità di non riuscire a sfruttare in modo adeguato l’enorme potenziale racchiuso in una figura così influente e carismatica, che ancora oggi ispira intere generazioni attraverso il suo messaggio di amore e unità.

Dubbi purtroppo concretizzatesi da una narrazione fin troppo didascalica che, come detto, non sfrutta i numerosi elementi a disposizione approfondendo l’uomo Bob Marley che si fonde con l’artista. Dall’assenza del padre a un’adolescenza vissuta lontano dalla madre fino all’immersione nella filosofia Rastafari, di cui si fa portavoce in tutto il mondo.

Un biopic Bob Marley. One Love, che mantiene sempre una certa leggerezza, e che da alcuni potrebbe essere percepito come insapore, incolore e privo di carattere, dovuto in parte da una sceneggiatura basilare e spesso scontata, che proprio per una mancanza di profondità, non rende giustizia al personaggio, alla sua importanza socio-politica, alla sua storia personale e continua ricerca delle proprie radici.

Mancanze che penalizzato di conseguenze parte della visione, che non centra del tutto l’obiettivo non riuscendo a bilanciare il tormentato percorso interiore dell’uomo e musicista, simbolo e messaggero di pace e unione, con i momenti salienti del periodo chiave mostrato che ne hanno segnato l’esistenza e la carriera, nonostante ne offra una panoramica completa, ed evitando di descrivere Marley con un santo.

Un racconto che non osa e non spinge sull’acceleratore, la cui nota positiva, nel senso più letterale, la colonna sonora composta dai brani originali e da quelli reinterpretati da da Ben-Adir, il quale li reinterpreta senza tentare di imitare o scimmiottare la voce e le movenze di Marley, e offrendo così una performance più che buona.

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Chiara Del Buono

Il Voto della Redazione:

5


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