Sarà presentato in anteprima mondiale al 73. Festival Internazionale del Cinema di Berlino, in Concorso nella sezione Encounters, “Le mura di Bergamo” di Stefano Savona.
Il film documentario realizzato con il supporto di Danny Biancardi, Sebastiano Caceffo, Alessandro Drudi, Silvia Miola, Virginia Nardelli, Benedetta Valabrega, Marta Violante.
“Le mura di Bergamo è stato anche selezionato fra i 20 documentari – scelti trasversalmente fra le sezioni Competition, Berlinale Special, Encounters, Panorama, Forum, Generation e Perspektive Deutsches Kino – in lizza per il premio Berlinale Documentary Award, che sarà consegnato durante la cerimonia di premiazione ufficiale al Berlinale Palast il 25 febbraio 2023.
“Le mura di Bergamo”, una produzione ILBE – Iervolino & Lady Bacardi Entertainment con Rai Cinema, racconta l’arrivo della pandemia di COVID-19 in Italia, in particolare a Bergamo: una città che, come un unico organismo, si scontra e reagisce al virus, rendendo la maglia di connessioni tra le vite degli abitanti ancora più stretta e forte.
Qui le prime immagini
Nel marzo 2020 la città, dentro le sue mura, è un corpo malato. È un insieme di cellule, di tessuti, di organi che non riescono più a comunicare. Le strade si sono svuotate, gli scambi azzerati, gli incontri proibiti. Disconnesso dagli altri ogni corpo è solo all’interno delle sue mura.
Il corpo della città è un organismo devastato che prova a reagire. Medici, infermieri, pazienti, volontari, e anche chi non ha vissuto direttamente il dolore della malattia cerca un proprio ruolo nel processo di guarigione collettiva. Raccogliere e raccontarsi le storie di chi non c’è più diventa una maniera per rielaborare il lutto privato e collettivo e per ragionare sul bisogno di una nuova ritualità della morte.
“Le mura di Bergamo” è un film che crea connessioni tra memoria e futuro, per accompagnare questa collettività, lungo le prime fasi della paziente opera di ricomposizione di quel tessuto intimo, familiare e sociale, che la pandemia ha lacerato.
Il protagonista di questa storia è la città, un corpo sociale che, come ogni organismo vivente, è costituito innanzitutto dalle infinite connessioni tra le sue parti. Le parole, gli sguardi, i gesti, i silenzi che questa narrazione testimonia sono un tentativo di rendere conto di qualcuna di queste connessioni, con la speranza che, rendendole visibili, il racconto cinematografico possa contribuire a consolidarle.
Ma non è tutto, ricordiamo che ad essere presentato in anteprima mondiale alla 73esima edizione del Festival di Berlino sarà anche “La proprietà dei metalli”, il film scritto e diretto da Antonio Bigini.