Tim Burton torna alle origini con Beetlejuice Beetlejuice!, fuori concorso e film di apertura dell’a81. Mostra del Cinema di Venezia.
Un viaggio immaginario, fantastico e meravigliosamente surreale quello con cui la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha deciso di dare il via ì, oggi 28 agosto, all’81esima edizione. Beetlejuice Beetlejuice! sequel del pluripremiato lungometraggio del 1988: Beetlejuice – Spiritello Porcello diretto da Tim Burton, dietro la macchina da presa anche di questo nuovo progetto, ha infatti aperto le danze dell’evento, e debutterà nelle sale cinematografiche italiane il 5 settembre distribuito da Warner Bros. Pictures.
Beetlejuice Beetlejuice! sinossi
In Beetlejuice – Spiritello Porcello, Barbara e Adam Maitland, morti n seguito a un incidente avvenuto mentre si recavano nella loro villa in campagna a Winter River, in Cunnecticut, decidono di infestare come fantasmi la loro ex casa, trovandosi però a condividerla con i nuovi proprietari, ovvero i Deezt, una famiglia di New York la quale trasforma l’abitazione in una moderna opera d’arte priva di gusto. I Maitland così, al fine di spaventarli e cacciarli, contattano Betelgeuse (pronunciato e occasionalmente scritto Beetlejuice nel film), un subdolo spirito bio-esorcista, da cui però fuggono salvando anche la loro figlia Lydia da un tragico matrimonio con lo spirito.
Ora in Beetlejuice Beetlejuice! a distanza di 36 anni, tre generazioni della famiglia Deetz tornano a casa a Winter River, e Lydia conduce un programma che mette in contatto le persone con i fantasmi che infestano le loro abitazioni.
La sua esistenza tuttavia viene ulteriormente sconvolta, nel momento in cui, in seguito alla morte di suo padre Charles, la figlia adolescente e ribelle, Astrid, che non vuole saperne della madre poiché, nonostante il suo particolare dono, non riesce a farla comunicare con il proprio defunto padre, scopre il misterioso modellino della città nella soffitta della casa di Winter River. Come se non bastasse Astrid conosce Jeremy, un ragazzo del posto che nasconde un terribile segreto, che costringe Lydia a pronunciare tre volte il nome di Beetlejuice per salvarla.
Beetlejuice Beetlejuice!, il ritorno alle origini di Tim Burton
Il visionario regista ha fatto attendere quindi ben 36 anni i fan dello spiritello demoniaco, tornato finalmente al suo mondo tanto macabro quanto comico, in cui l’Aldilà sconfina nell’Aldiquà. Un suggestivo limbo che gioca con l’illusionismo, le manifestazioni e i manuali per ‘infestare e disinfestare’. Una narrazione e un’ambientazione che ufficializza, per la felicità di tutti noi, che Burton è tornato a quello stile unico e a quella fiaba grottesca che tanto ci è mancata e amiamo.
“Negli ultimi anni sono rimasto un po’ deluso dall’industria cinematografica in generale, e mi sono reso conto che se volevo fare qualcosa doveva venire dal cuore”, dichiara Burton nel corso della press conference. “Proprio come il personaggio di Lidya, quando si invecchia la vita prende direzioni diverse da quelle previste e forse mi ero un po’ perso anche io. Questo film è stato veramente energizzante mi ha dato e ridato il senso del fare delle cose con persone che adorano fare cinema. Io devo adorare fare le cose per farle bene, ma di tanto in tanto mi perdo. Ora però, credo di essermi ritrovato, e la cosa fondamentale era in ogni caso poter lavorare con questo cast”.
“Il film è stato girato seguendo lo spirito del primo, la sceneggiatura era fantastica ma ognuno ha contribuito con il proprio personaggio. Abbiamo provato tanto improvvisando e girando molto rapidamente, cosa che non era pianificata. Abbiamo giocato molto con il cast e la musica, lavorando velocemente su cose che in genere richiedono mesi. Un’energia particolare che lo ha reso molto personale. Tutti hanno contribuito, tutti gli attori quotidianamente”, prosegue Burton.
“In questi anni ogni volta che ci incontravamo con Michael Winona parlavano del film, ma devo dire che Mercoledì (la serie) mi ha dato una grande energia. Ho cominciato ha pensare cosa fosse successo e dove potesse essere il personaggio di Lidya dopo 35 anni. Se aveva dei figli e come era il suo rapporto con gli altri. Di conseguenza doveva essere in qualche modo un film emotivo, un film su una famiglia strana, veramente strana, ma non volevo che fosse un sequel fatto per danaro. L’ho fatto veramente per motivi molto personali”, il regista infine dice. “Non ho guardato il primo film per potermi preparare, mi piaceva proprio lo spirito delle cose e abbiamo detto: ‘si facciamolo’. Abbiamo girato quasi gli stessi giorni del primo film, e non era pianificato e lo spirito era uguale”.
Beetlejuice è quindi tornato! Anzi, Tim Burton è tornato, facendo squadra con il candidato all’Oscar® Michael Keaton, nel suo ruolo iconico del protagonista accanto alla candidata all’Oscar® Winona Ryder (Stranger Things, Piccole donne) nel ruolo di Lydia Deetz, e alla vincitrice di due Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, La sposa cadavere) nel ruolo di Delia Deetz.
“Dire che è un opera unica non è raccontare tutta la storia, ma è molto accurata come definizione”, dice Michael Keaton. “Ci sono poche opportunità di poter far parte di qualcosa che è al 100% originale e unico, vediamo un film bellissimo che tuttavia, per quanto brillante, è ispirato o influenzato da qualcosa. Non voglio dire da dove sia arrivato o da dove parte questo film, ma è fondamentale e bellissimo fare parte di questo tipo di lavoro. Abbiamo riso insieme con il cast che è fantastico forse ancora meglio del precedente, e quindi abbiamo voluto rifarlo. Inizialmente credevamo fosse una storia drammatica poi invece le cose sono un po’ cambiate”.
In merito al personaggio di Beetlejuice Keaton dice: “Il mio personaggio credo sia maturato, e questo sia ovvio per tutti. Per quanto fosse suadente e affascinante nel primo film, qui lo è ancora di più. Ha questa natura aperta, questo senso sociale politicamente corretto (ride guardando Tim Burton e dicendo di aver centrato il personaggio). E’ un opportunità veramente fantastica e comunque ha una certa vulnerabilità aggiuntiva grazie a Dolores (ride ancora). Non ha paura di nulla a parte Dolores (la sua ex moglie interpretata da Monica Bellucci)”.
“Mi sento veramente fortunata per alcuni dei passaggi di questo film e ho veramente adorato essere di nuovo assieme, tornare nel personaggio è stata la realizzazione di un sogno”, spiega Winona Ryder. “Il mio amore, la mia fiducia in Tim sono così profondi che ha dato una certa giocosità al nostro lavoro. Abbiamo potuto sperimentare assieme sapendo che se quello che produci è brutto lui non lo usa. Tutti noi abbiamo un senso di sicurezza lavorando con lui e nel contempo ci sentiamo liberi, Aver potuto ricevere questa energia così simile a quell’anergia sentita nel primo, mi fa sentire viziata ad aver lavorata con questo cast, è stata l’esperienza più bella della mia vita”.
Tra le new entry del cast Monica Bellucci, interprete di Dolores ex moglie di Beetlejuice, e Jenna Ortega, nei panni di Astrid la figlia di Lydia.
“Per me è stato veramente un grande onore far parte di questo cast e del mondo di Tim”, svela Monica Bellucci compagna nella vita di Tim Burton e volto di Dolores. “Tim è un’artista, un regista, un cineasta che è in grado di creare situazioni contemporaneamente fantastiche, spaventose e divertenti, che mi hanno aiutato ha creare questo mostro: Dolores. Creatura che io adoro nella sua dualità, perché è cattiva da un lato, ed affascina ed è pericolosa dall’altro. E per quanto mi riguarda è una metafora della vita perché tutti noi abbiamo delle cicatrici emotive ma Tim riesce a ritornare. Adoro questo mondo”.
“Sono stata davvero molto emozionata di poter far parte di Beetlejuice Beetlejuice. Ero già una grande fa di Beetlejuice, adoro tutti questi attori ed è stato fantastico perché avevo già un lavorativo con Tim, io mi fido di lui e mi è piaciuto tantissimo lavorare con lui”, dice Jenna Ortega volto di Astrid figlia di Lidya Deetz. “Ho cercato di farmi gli affari miei in un angolino. Lidya ha questa figlia Astrid che si immagina sia come la madre, ma io ho osservato il personaggio di Winona per cambiarlo un po’, per creare un personaggio davvero unico, determinato, che sa bene chi è, e una rabbia che viene da un luogo diverso da quello di Lidya. Lidya ha una stranezza mentre Astrid è più nel mondo se vogliamo”.
Con Beetlejuice Beetlejuice! Burton esplora quindi ancora una volta la connessione tra il mondo dei vivi e quello dei morti, la sua inquietante, irriverente attrattiva e ironia, cantando e ballando, con un’opera che abbraccia la commedia e l’horror, dai toni leggeri e godibili.
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Emanuela Giuliani
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