Avatar: La via dell’acqua: Jon Landau alla stampa italiana: “il film è una metafora del mondo in cui viviamo”
Il 22 settembre come ben si sa, tornerà nelle sale cinematografiche italiane il film campione d’incassi del 2009 di James Cameron: “Avatar”. Un ritorno senz’altro gradito questo del titolo vincitore di tre premi Oscar – Miglior Fotografia, Miglior Scenografia, Miglior Effetti Speciali – che anticipa, se così si può dire, l’arrivo sul grande schermo, a 13 anni distanza, del primo di 5 sequel diretti ovviamente sempre da Cameron e co – prodotti da Jon Landau.
Ed è proprio Landau, che in occasione della presentazione di alcune immagini in esclusiva – un montaggio di sequenze di circa 20 minuti – dell’atteso nuovo secondo capitolo, “Avatar: la Via dell’acqua” al cinema dal 14 dicembre, e di cui almeno per il momento non possiamo svelarvi nulla, ha incontrato la stampa italiana collegandosi da remoto.
Un incontro intenso e conciso, nel corso del quale il produttore ha parlato delle difficoltà e dei costi della realizzazione, della tecnologia del 3D, e dei temi universali alla base dei quattro imponenti progetti. Quattro tasselli in grado di reggersi narrativamente da soli e che vanno a comporre e completare il quadro, o meglio, il puzzle, iniziato per l’appunto nel 2009.
“Questo film parla della famiglia” – spiega Landau – “La famiglia che non è solo quella biologica, ma è anche quella che si sceglie, nonché il legame all’interno di una comunità, e qui raccontata seguendo il punto di vista degli adulti e soprattutto degli adolescenti, alla ricerca della propria identità e di un posto nel mondo, ed i protagonisti si chiederanno spesso quale sia il loro gruppo di appartenenza e il loro ruolo.”
“Un altro tema presente con il ritorno a Pandora, è l’ambiente e la sua difesa. Il primo ‘Avatar’ inizia e finisce con Jack che apre gli occhi ed è quello che dovremmo fare tutti noi. Spero che il film possa sensibilizzare il pubblico su questi argomenti. La nostra intenzione però non è quella di fare una predica, è solo una provocazione della metafora del mondo in cui viviamo attraverso l’uso della fantascienza. Dal momento che non volevamo predicare bene e razzolare male, abbiamo adottato un set molto green, non usando la plastica e servendoci dell’energia solare. Si tratta di una sfida capire che le nostre azioni hanno un impatto sulle persone e sul mondo attorno a noi.”
Landau ha poi parlato della scomparsa, avvenuta nel 2015 in seguito ad un incidente, di James Horner, vincitore di due premi Oscar per “Titanic”, e autore delle musiche del film del 2009, e della sensazione provata nel lavora con il suo sostituto Simon Franglen.
“Quella di James Horner è stata una perdita tragica. Ricordo benissimo dove ero quando mi è arrivata la notizia e nessuno potrà mai prendere il suo posto. Simon tuttavia non è nuovo, faceva già parte del team di Jim, aveva collaborato in ‘Titanic’ e al primo ‘Avatar’. Ha nel sangue i suoni di Pandora e ha fatto un bellissimo lavoro coordinando i suoni indigeni con quelli dell’orchestra.”
“La sfida nel lavorare ai sequel forse è stata proprio quella di lavorare a quattro progetti contemporaneamente” – spiega Landau in merito alla produzione dei seguiti – “Tutte le sceneggiature dovevano essere pronte in tempo prima dell’inizio delle riprese, così da avere il quadro completo di ciò che avremmo realizzato. E’ stato difficile ma abbiamo pensato fosse più efficiente e ci ha permesso di portare avanti la produzione di una saga, una storia unica con dei racconti inclusivi” – continua – “Considerando inoltre la presenza di attori molto giovani, se avessimo aspettato a realizzare i film sarebbero cresciuti e sarebbe stato difficile riuscire a mantenere lo stesso look a distanza di anni. Un’altra sfida è stata quella delle performance capture sott’acqua, non volevamo fossero finte così abbiamo costruito un enorme serbatoio in modo da catturare le performance degli attori mentre erano sott’acqua. Abbiamo poi unito la computer grafica con le scene mantenendo al centro gli interpreti.”
Nel corso di una intervista Cameron ha parlato del rapporto con la 20th Century Fox, e dei punti per lui irrinunciabile per la realizzazione del film, a tal proposito Landau dice.
“Jim si riferiva soprattutto al primo film, dove l’idea ambientale alla base aveva creato delle apprensioni in alcune persone. Per quanto riguarda invece questo sequel, loro hanno assecondato tutto quello che volevamo fare. Volevamo realizzare un mondo che fino a qualche tempo fa non si poteva creare sulla pellicola. La tecnologia 3D serve proprio ad aprire una finestra su un mondo e a permettere a questo di entrare, ma non è la 3D che rende bello o brutto un film, semplicemente valorizza ciò che già c’è di positivo o negativo. E’ una sfida che bisogna cogliere e spero che il film consenta di tornare a usare questa tecnologia e dare vita a cose che non si possono fare.”
“Avatar: La via dell’acqua”, vedrà nel cast il ritorno di Sigurney Weaver, la quale, sempre come svelato e confermato da Landau, vestirà i panni i ben tre personaggi proprio grazie alla motion capture, quello della 14enne Kiri, che l’ha fatta tornare giovane e gioiosa, la Grace umana e il suo avatar.
“L’arrivo di ‘Avatar: La via dell’acqua’ è stato rinviato più volte, anche se abbiamo impiegato meno tempo di ‘Top Gun: Maverich’” – prosegue Landau ridendo – “E’ vero Jim si è preso una pausa, è un esploratore sia nella vita che nei film, ha viaggiato e si preso il suo tempo per scrivere e studiare i fondali dell’Oceano. In questo film con gli effetti speciali abbiamo spinto la tecnologia avanti raggiungendo dei livelli più alti e dettagliati. Non so che si tratti del progetto più costoso, ce l’avevano detto anche non ‘Titanic’. Il nostro è l’unico business, che al di là del budget, fa pagare sempre la stessa cifra per il biglietto.”
“Un’articolo del 1983 del New York Times sanciva la fine del cinema in sala poiché le persone poteva scegliere di avere un buon intrattenimento anche a casa. La pandemia è ancora presente tra noi ma la gente ha voglia di andare nelle sale cinematografiche” – conclude infine Landau – “Andare al cinema e vedere un film equivale a un concerto dal vivo. Credo che i blockbuster come ‘Avatar’ continueranno a far uscire le persone di casa e portarle al cinema, e gli esercenti devono presentare al meglio l’esperienza di qualità e poltrona.”
Scritto da Cameron assieme a Amanda Silver, Rick Jaffa, Shane Salerno e Josh Friedman, “Avatar: La via dell’acqua” sarà ambientato più di un decennio dopo gli eventi del primo film, ed inizierà ad esplorare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), i guai che li perseguiteranno, fino a che punto dovranno spingersi per proteggersi l’un l’altro, le battaglie che dovranno combattere per rimanere in vita e le tragedie che saranno costretti a subire.
Nel cast del film troviamo: Sam Worthington, Sigourney Weaver, Kate Winslet alle prese per la prima volta con la motion capture, Zoe Saldana, Giovanni Ribisi, Matt Gerald, Stephen Lang, CCH Pounder, Oona Chaplin, Brendan Cowell, Cliff Curtis, Edie Falco, Jemaine Clement, David Thewlis e Michelle Yeoh.
© Riproduzione Riservata
Emanuela Giuliani