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Alien: Ridley Scott spiega perché non bisogna mostrare spesso i mostri

“ALIEN”: Ridley Scott spiega perché non bisogna mostrare spesso i mostri

Sarebbe molto difficile immaginare “Alien”, il classico di fantascienza di Ridley Scott senza la forte ed intelligente presenza di Tom Skerritt nei panni di Dallas, il capitano della Nostromo. Ma, in origine, l’attore aveva rifiutato di girare il film, che ha celebrato il suo 40esimo anniversario il 25 Maggio, nonostante l’apprezzamento per la sceneggiatura di Dan O’Bannon. Skerritt, infatti, rivela di aver pensato che un progetto fantascientifico con un bugdet di 2 milioni, e con un buon script, non potesse essere funzionare molto.

Nel 1977, però, il destino ha voluto che l’attore vedesse “I duellanti”, debutto di Scott, successo di critica al Festival di Cannes, affermando:

“Ho pensato che “I duellanti” fosse un capolavoro. Sembra un dipinto. Volevo assolutamente ricordare chi fosse il ragazzo ad averlo diretto. Poi ho ricevuto una telefonata da uno dei produttori di “Alien”, Gordon Carroll, che mi ha annunciato un aumento del budget previsto per il film e l’ingaggio di Ridley Scott. Ok, mi avevano conquistato. L’unica cosa che mi serviva sapere era che Ridley si sarebbe occupato della regia.”

Tuttavia, Scott non è stata la prima scelta dei produttori bensì la quarta, dopo David Giler, Walter Hill e persino Robert Altman. Qualcuno, secondo Scott, ha raccomandato ai produttori di vedere “I duellanti” e, ancora oggi, Scott si chiede cosa colleghi un dramma in costume ambientato nel 1800 ad un film di fantascienza come “Alien”, basato su una creatura che uccide uno per uno i membri di un equipaggio nello spazio.

I produttori inviarono così una copia della sceneggiatura al regista dicendogli che avrebbe dovuto lavorare con un budget di 4 milioni di dollari, nettamente superiori rispetto agli 850 mila dollari de “I duellanti”. Scott impiegò tre settimane per realizzare gli storyboard del film, grazie ai quali riuscì a dar vita, in un certo senso, ad un lungometraggio diverso. La potenza della visualizzazione rese le cose più semplici.

Oltre a Skerritt, il cast include anche Sigourney Weaver nel ruolo di Ripley, Veronica Cartwright, Harry Dean Stanton, John Hurt, Ian Holm e Yaphet Kotto. “Alien” ha raggiunto la cifra di 105 milioni di dollari in tutto il mondo nel 1979, la cifra corretta considerando l’inflazione è di 283 milioni di dollari, e dando vita a tre sequel, due crossover con il franchise di “Predator” e due prequel, entrambi diretti da Scott stesso.

La famigerata tag-line del film è: “In space, no one can hear you scream”. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere, secondo i produttori, e per Scott, la regola fondamentale per una storia del genere è mostrare il meno possibile:

“Non devi mostrare il mostro troppe volte perché altrimenti inizierai ad esserne dipendente e tu non vuoi che avvenga una cosa del genere. Questa è sempre stata la mia tesi. Il miglior test screening al mondo risiede nello spazio tra le orecchie, ovvero nel cervello. Quindi, è bene lasciare che sia la mente a compiere le giuste premesse e deduzioni, perché è proprio da lì che le ansie umane hanno inizio.”

“Alien” è uno dei film più inquietanti di sempre. Tutto fa paura, dal look distintivo alla fotografia, dalle luci fino al mood. Anche il modo di muovere la macchina da presa in giro per la navicella spaziale e fantasmagorico. Persino il design della creatura aliena ad opera di H.R. Giger è davvero disturbante, erotico e unico nel suo genere. Ogni cosa è claustrofobica. Secondo Skerritt, il set era così buio che nemmeno gli attori erano in grado di vedere bene. Tutto ciò ha creato delle strane sensazioni. “Alien” è stato prodotto prima dell’avvento della CGI, quindi praticamente tutte le creature sono state realizzate in modo artigianale, inclusa la nascita del piccolo alieno.

Il film ha vinto un Premio Oscar per i migliori Effetti Speciali. Originariamente, Jon Finch avrebbe dovuto interpretare il ruolo che poi fu affidato a Jon Hurt. Secondo Cartwright, Scott ha lavorato in un modo molto interessante. Difficilmente parlava con i produttori e si affannava di lavoro. Sarebbe potuto andare avanti per ore e ore senza dormire, grazie ad una visione particolarmente interessante e talentuosa.

“Alien” è entrato facilmente nell’immaginario collettivo e, decenni dopo, Scott ha affermato:

“Io credo che “Alien” abbia catturato le nostre paure primordiali. È particolarmente speciale perché ti mostra ciò che avviene a queste persone, minuto per minuto. Questo è il motivo per cui milioni di persone si sono spaventate a morte. È perché vivono tutto, minuto per minuto, secondo per secondo.”

FONTE VARIETY


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