Alice nella Città: il programma della XIX edizione
Si svolgerà a Roma dal 14 al 24 ottobre 2021, nel quadro della Festa del Cinema, la XIX edizione di Alice nella città, diretta da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini e organizzata dall’Associazione Culturale PlayTown Roma, con il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiC, della Regione Lazio, dell’Arsial – Agenzia Regionale per lo Sviluppo e innovazione dell’Agricoltura del Lazio, del Comune di Roma in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma e l’Auditorium della Conciliazione. Quest’anno, alle sale dell’Auditorium Parco della Musica, si aggiungono l’Auditorium della Conciliazione che per la prima volta mette a disposizione tutti i suoi spazi per accogliere il programma ufficiale del festival, il Cinema Savoy e la Casa del Cinema dedicata agli omaggi e agli incontri con gli autori.
Da sempre attenta ai temi legati alle giovani generazioni, Alice nella città presenterà un programma di anteprime assolute, film, documentari e cortometraggi, esordi alla regia e conferme originali: 10 le opere del Concorso Young Adult, 4 i film Fuori Concorso, a cui si aggiungono 10 film in concorso e 4 proiezioni speciali nella sezione Panorama Italia dedicata alle giovani promesse del nostro cinema; 8 gli Eventi Speciali ai quali si affiancano la selezione di Sintonie, la nuova linea di programma pensata in collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e con la Berlinale che raccoglierà 4 film di Venezia 78 e tre film di Generation 14plus. Completano il programma 3 serie tv, 4 restauri e 20 cortometraggi (10 in concorso, 8 fuori concorso, 2 eventi speciali) selezionati in collaborazione con Premiere Film.
Quest’anno la Giuria del concorso Young Adult è stata selezionata a livello nazionale grazie alla collaborazione con Every Child Is My Child che, attraverso il progetto #susteniumenergytogether, ha dato l’opportunità a 15 ragazzi di partecipare al festival, arricchendo il loro percorso con proiezioni, incontri ed approfondimenti legati al mondo del cinema e del sociale. La giuria Alice/My Movies per il premio Camera d’oro alla migliore opera prima e seconda sarà composta da Dorota Kędzierzawska, Maryanne Redpath, Piera Detassis, Mauro Mancini, Paolo Calabresi, Andrea Pallaoro e Massimo Cantini Parrini. A queste giurie si affiancano come di consueto le giurie per premiare i giovani talenti la giuria RB casting composta da Michele Donatelli, Teresa Rtazzauti e la giuria DO award: Oliver Aziz, Albin Lewi Nick Vivarelli, Maerc Bary.
FILM DI APERTURA
A molti anni di distanza dal successo al Festival del cinema di Roma di “Juno” (2007), Jason Reitman torna con il suo nuovo film “GHOSTBUSTERS: LEGACY” che aprirà il programma di Alice nella Città. “Siamo grati a Sony Pictures e Warner Bros. Entertainment Italia per averci offerto il privilegio di aprire la diciannovesima edizione di Alice nella città con il nuovo film di Jason Reitman, che rimanda ad un patrimonio di immagini e storie che per varie generazioni di spettatori ha già il sapore dei classici contemporanei. Ghostbusters: Legacy” – dichiarano Gianluca Giannelli e Fabia Bettini – “è un film ponte che va ben oltre l’effetto nostalgia del franchise: evoca l’avventura, l’esperienza del fantastico, la celebrazione dei film che abbiamo amato da ragazzi. Il film ideale per riscoprire un‘esperienza autenticamente collettiva, goduta nella sala cinematografica”.
“Ghostbusters: Legacy” è un vero e proprio sequel, perfettamente in continuità con la storia raccontata da Ivan Reitman che firmò i primi due – indimenticabili – capitoli degli anni ‘80. Riprendono quindi i rispettivi ruoli Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts affiancati da Mckenna Grace (“Tonya”), Finn Wolfhard (“Stranger Things”) e Paul Rudd (“Ant-Man”). Trent’anni dopo gli eventi narrati in “Ghostbusters 2”, Callie Spengler si trasferisce con i due figli Trevor e Phoebe (nipoti di Egon) in campagna, presso la cittadina di Summerville, dove nonno Egon ha lasciato loro la proprietà di una fattoria semidiroccata. Qui, i due ragazzi scoprono man mano il legame che li unisce al nonno e quindi a tutta la squadra di Acchiappafantasmi di cui il dr. Spengler faceva parte, formata ovviamente anche dai dottori Venkman, Stantz e Zeddermore. Aiutati anche da un loro insegnante di scuola, il professor Grooberson, Trevor e Phoebe iniziano a indagare su questo mistero che, forse, non è del tutto scollegato dalla professione del loro celebre nonno.
IN CONCORSO
I 10 film che compongono la selezione del concorso di quest’anno sono collegati da innumerevoli fili che si legano e completano l’un l’altro: generano una relazione fortissima tra l’immaginario e la vita, prendono in considerazione l’adolescenza come dimensione creativa e solenne in cui esplorare più audacemente le implicazioni esistenziali, che spesso rendono incapaci di vivere il presente e immaginare il futuro. Accade nel sorprendente film di Dario Albertini che dopo “Manuel” sceglie, ancora una volta una storia delicata di adolescenti per tornare dietro la macchina da presa. “ANIMA BELLA” – unico film italiano in concorso – è uno sguardo profondo e autentico sui rapporti familiari, ma anche su un mondo sospeso, nascosto tra la nostalgia di un’Italia rurale e un luogo dell’anima che, attraverso la meravigliosa autenticità della protagonista (Madalina Di Fabio), ci restituisce l’immagine di un dolore che viene dalla triste consapevolezza di una fiducia tradita. L’uso della pellicola e la scelta delle ambientazioni ne fanno un film in cui il realismo riesce a essere magico. In “PETITE MAMAN” l’infanzia si scontra, come in un incantesimo, con il ciclo di vita e morte. Céline Sciamma ci mostra una nuova tappa nel suo percorso di indagine sui grandi riti di passaggio della vita, affidandosi al tempo sospeso della fiaba per raccontare l’elaborazione del primo lutto e sull’amore per una madre e il ricordo per una nonna.
Un viaggio nella memoria che Kenneth Branagh in “BELFAST” trasforma in racconto autobiografico fatto di momenti spensierati e intensi che ricostruiscono la sua storia di formazione nella città natale, durante il tumulto dell’Irlanda del Nord della fine degli anni ’60. Con un cast di interpreti d’eccezione – Judi Dench, Jamie Dornan, Ciaran Hinds e l’esordiente Jude Hill – il film riesce ad aprire spiragli luminosi che rimandano alla grande letteratura ottocentesca di Dickens o di certa tradizione di fiabe classiche, che aggiungono quella serietà assoluta, in cui sono unici maestri i bambini. Anche per Samuel Theis l’infanzia non è un periodo frivolo, ma serio, solenne e pieno di tumulti costanti. Nella sua opera seconda “SOFTIE” riesce a catturare sapientemente la ricca vita interiore di un bambino che tenta di affrontare sia la sua crescente sessualità che le difficoltà dei rapporti con il mondo adulto. Ci sono storie al femminile che come nel film “PRAYERS FOR THE STOLEN” della messicana Tatiana Huezo (alla sua prima prova nel lungometraggio), rimangono ancorate nel mondo: oneste, coraggiose e consapevoli del proprio tempo, mettono al centro temi radicali, pieni di speranza, capaci di reggere il confronto con la più assurda brutalità del mondo adulto.
Uno spunto ideale anche per Elie Grappe, regista di “OLGA” che nel suo esordio (già candidato per la Svizzero all’Oscar 2022 per il miglior film straniero), porta con sé il messaggio rivoluzionario di una giovane ginnasta, nel momento in cui dovrà mettersi alla prova sugli attrezzi ma anche scegliere tra le sue ambizioni e il tumulto della sua terra natale che coinvolge brutalmente la sua famiglia. Una scelta radicale che in “MY SUNNY MAAD” sconvolge la quotidianità di Helena (doppiata da Zuzana Stivínova) che in quanto donna occidentale che sposa un uomo afghano, deve trasferirsi nella Kabul post-talebana e accettare cambiamenti fondamentali di vita a partire dal suo status di moglie. Adattato da Ivan Arsenjev e Yaël Giovanna Lévy dal romanzo “Frista” della giornalista e operatrice umanitaria ceca Petra Procházková, Michaela Pavlátová dirige contatto e sensibilità un film d’animazione 2D sulla ricerca dell’identità la cui scrittura nasce da una domanda legata alla libertà personale di ciascuno e sulla condizione della donna in Afghanistan. Tratto dal romanzo di Arthur Loustalot, “LA RUCHE” diretto da Christophe Hermans offre allo spettatore spunti di profondissima riflessione sulla vita e sulla morte; sul bene e sul male, sulla norma e la devianza, sul diverso che sempre ci portiamo dentro, sotto le maschere sociali. Sentimenti che ci avvicinano alla storia di Alice (Ludivine Sagnier) e delle sue tre figlie (Sophie Breyer, Mara Taquin e Bonnie Duvauchelle). Un rapporto intimo, malinconico e senza tempo che si scontra con la spirale distruttiva della malattia di una madre.
Gli fa eco “THE JUSTICE OF BUNNY KING” che ha in sé la complessità dei legami familiari e solleva riflessioni sulla vita e sui possibili modi di stare al mondo. Un film profondo e commovente su una madre che si rifiuta di fare marcia indietro da un sistema che le si oppone. Attraverso l’incontro tra Bunny (Essie Davis) e sua nipote Tonyah (Thomasin Mckenzie, “Jojo Rabbit”), la regista neozelandese Gaysorn Thavat – al suo primo lungometraggio – esplora argomenti e situazioni che mettono in scena la struggente esperienza del vivere. A completare la selezione non mancano nomi cari a chi ama il grande cinema. Tra i più importanti sceneggiatori e registi del cinema di animazione a livello mondiale, Mamoru Hosoda torna ad Alice nella città, (dopo “The Boy and the Beast”), con il suo nuovo e atteso anime “BELLE”. La storia ci porterà in un mondo dalla tecnologia completamente immersiva e nella doppia vita di una studentessa liceale di 17 anni (Suzu): una fusione tra una storia antica con un tempo che deve ancora essere inventato, in cui tutti cercano disperatamente di essere visibili, ma hanno profondamente paura di essere visti.
FUORI CONCORSO
“SOUAD” del regista egiziano Ayten Amin è uno di quei rari film che interagiscono davvero con l’esistenza online e i social media, ma senza bisogno di mostrare tweet e testi come grafica sullo schermo nel modo in cui la maggior parte dei film sa fare. “Souad” medita sulla misteriosa discrepanza tra l’immagine che proiettiamo sui social media e la realtà dietro di essa e anche su come tutto questo possa essere drammaticamente corrosivo nella vita di tre giovani egiziani. Anche nella genesi di “CUSP” c’è qualcosa di decisamente coraggioso. Il documentario, girato in stile vérité da Isabel Bethencourt e Parker Hill, segue tre ragazze adolescenti dallo spirito selvaggio in una piccola città militare del Texas mentre vivono un’estate febbrile. Ne viene fuori un documentario di formazione che cattura momenti autentici di amicizia femminile. Le ragazze avranno la possibilità di raccontarsi da sole e di esprimersi su cosa significa crescere in una cultura di mascolinità tossica che impatta su tutte le loro vite. Sono film che nella nostra selezione funzionano come un reagente, che ci permettono di recuperare tracce e illuminazioni che possono diventare strumento per un dialogo. “FUTURA” è un’inchiesta collettiva svolta da Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher che ha lo scopo di esplorare l’idea di futuro di ragazze e ragazzi tra i 15 e i 20 anni incontrati nel corso di un lungo viaggio attraverso l’Italia. Un ritratto del Paese osservato con gli occhi di adolescenti che raccontano i luoghi in cui abitano, i propri sogni e le proprie aspettative tra desideri e paure. Una testimonianza, che raccoglie la bellezza di un lavoro collettivo che recupera le grandi inchieste realizzate negli anni ‘60 e ‘70 in Italia da registi come Soldati, Comencini e Rossellini.
Gianni Rodari, invece, esortava i bambini ad imparare a fare le cose difficili e così “LA CROISADE” mette in scena la “crociata” e le speranze di un gruppo di ragazzini della Generazione Greta che prendono le redini del proprio futuro per proteggere il pianeta. L’attore e regista Louis Garrel collabora ancora una volta con l’attrice Laetitia Casta in un racconto urgente, divertente e appassionato co-scritto dal leggendario sceneggiatore Jean – Claudie Carrière, sull’alienazione degli adulti dalle preoccupazioni dei bambini che vogliono salvarsi.
PROIEZIONI SPECIALI
Gli animali fungono da potenti veicoli di allegorie, simboli e similitudini, in altre parole assurgono a originalissime figure retoriche visive. In questa breve linea di programma vorremmo indagare l’argomento attraverso una selezione di due film in cui gli animali vengono davvero mostrati come diversi, come creature solo in parte nostre, mai fino in fondo familiari.
Cinque anni dopo “American Honey”, Andrea Arnold presenta il suo nuovo lavoro: “È un film sulla vita reale di una mucca da latte, che sottolinea il riconoscimento al suo grande servizio per noi. […] e quando guardo Luma, la nostra mucca, vedo in lei l’intero mondo…”. “COW” è uno studio sul ciclo vitale al femminile e sulla sessualità spietatamente sfruttata, che mette in luce la passione della regista per i dettagli che sottolineano una “visione del mondo” che nel suo cinema mette al centro il punto di vista dei più piccoli, degli indifesi.
“LAMB”, opera prima di Valdimar Jóhannsson, ci proietta in una dimensione dalla spiccata nota sovrannaturale, che si ispira molto al folklore islandese, fin dal personaggio del neonato. La coppia composta da María (Noomi Rapace) e Ingvar (Hilmir Snaer Gudnason) vive con il proprio gregge di pecore in una remota fattoria islandese. In seguito alla scoperta di un misterioso neonato nel loro terreno agricolo decidono di tenerlo e allevarlo come se fosse proprio. La prospettiva inaspettata di una nuova famiglia porta loro una grande gioia, prima di distruggerli definitivamente. Oltre alla mitologia norrena Jóhannsson sfrutta intelligentemente citazioni e metafore bibliche, dando alla sua opera uno spessore unico e numerose chiavi di lettura, attraverso un’allegoria terribile sulla concezione di un corpus così variegato, complesso e contradditorio come la famiglia.
EVENTI SPECIALI
Un altro atteso ritorno: la famiglia più spaventosa di tutti i tempi torna nel sequel d’animazione, “LA FAMIGLIA ADDAMS 2”. In questo nuovo capitolo, troviamo Morticia (Virginia Raffaele) e Gomez (Pino Insegno) sconvolti dal fatto che i loro figli stanno crescendo, rinunciando persino alle cene di famiglia per dedicarsi ai loro passatempi mostruosi. Per recuperare il rapporto con i figli, decidono di partire con Mercoledì (Eleonora Gaggero), Pugsley (Luciano Spinelli), Nonna Addams (Loredana Bertè), Zio Fester e il resto della famiglia con l’orribile camper stregato per avventurarsi in una terrificante vacanza di famiglia.
Diretto a sei mani da Sarah Smith, Jean-Philippe Vine e Octavio E. Rodriguez, “RON – Un amico fuori programma” è il titolo del nuovo film animato 20th Century Studios che ci fa fare la conoscenza del robottino protagonista della storia, un gadget che tutti i ragazzi vogliono avere, un amico virtuale superconnesso multifunzione! Anche Jayden, 11 anni, è al settimo cielo per averne ricevuto uno, solo che il suo… non sembra proprio funzionare come dovrebbe. Con tutti i suoi malfunzionamenti, questa versione buggata di “Bot” è molto più simpatica di quelle standard. Una storia che ragiona sul senso della parola normalità che spesso rende tutti uguali e sull’importanza di valorizzare il complesso sentiero della diversità.
Adattato da un libro per bambini di Iva Prochazkova e Even Mice “LIZZY E RED” di Denisa Grimmová & Jan Bubeníček è una bellissima favola animata in stop-motion sull’amicizia e su come il confronto con gli altri ci metta di fronte alle nostre contraddizioni. Dopo uno sfortunato incidente, un giovane topo dal carattere forte e una volpe piuttosto riservata si ritrovano nel paradiso degli animali. In questo nuovo mondo, devono lasciar andare i loro istinti naturali e seguire un intero viaggio verso una nuova vita. Un’avventura che si rivela irresistibile per quei bambini che vogliono crescere affrontando temi come il coraggio, la paura, il pregiudizio, la morte e il lutto e per tutti quelli che credono nello stra-ordinario del “C’era una volta”. Con il “Diario” di Anne Frank, il mondo scoprì il volto dello sterminio nazista attraverso gli occhi di una ragazzina. Oggi, grazie al regista Ari Folman, le parole di Anne si trasformano in un film che parla al presente, per mezzo di una prospettiva inedita ed emozionante, che rende viva la sua eredità. “WHERE IS ANNA FRANK?” mescola lo storico, il contemporaneo e il soprannaturale, attraverso una narrazione ricca d’immaginazione che con l’animazione curata da Yoni Goodman e i disegni di Lena Guberman punta all’incontro con le nuove generazioni per mantenere viva la memoria di un racconto che guarda al destino di tante famiglie di rifugiati che oggi sono minacciate da guerre, dittature e ingiustizie. Elisa Amoruso torna al festival con il suo nuovo progetto “TIME IS UP”: Vivien (Bella Thorne) e Roy (Benjamin Mascolo) sono due adolescenti dalle personalità apparentemente opposte, lei studentessa talentuosa, lui ragazzo problematico, tormentato da un trauma. La vita riesce a intrecciare i loro destini in modi sorprendente e inaspettata.
PANORAMA ITALIA
Punta sulla scoperta e sulla valorizzazione del giovane cinema italiano. Quello capace di raccontare storie intense e coraggiose nei modi inventivi del cinema indipendente. Documentari, film inediti in Italia, mai usciti in sala per il grande pubblico o passati velocemente in un festival. Sono 10 i film che comporranno la selezione in concorso a cui la giuria composta da Paolo Genovese (Presidente), Riccardo Milani, Lucia Ocone, Anna Ferzetti e Tania Pedroni assegnerà il Premio Raffaella Fioretta, sostenuto dalla Regione Lazio.
IN CONCORSO
L’identità dei personaggi dei film di questa edizione sono interessati al cambiamento, alla trasformazione, all’evoluzione più che a dare forma a un’apparente situazione: “Per me l’Italia è cambiata: questo è il tema. È cambiata e bisogna parlarne anche in modo non politicamente corretto”. Così il regista del lungometraggio “IL LEGIONARIO” si smarca dallo stereotipo del racconto della periferia romana e del conflitto multietnico. Partendo dal tema delle seconde generazioni, Hleb Papou, bielorusso “naturalizzato” romano, da poco diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, mette in scena uno scontro che in questo caso richiama l’antico mito di Caino e Abele, che significa non solo confronto tra fratelli ma anche confronto con se stessi e con la società. L’opera prima di Lorenzo Pallotta cerca di risalire alle origini per dirci realmente chi siamo. “SACRO MODERNO”, più che una visione di cinema, è una visione del mondo. Un’autentica piccola sorpresa del festival. Racconta la vita degli ultimi quattro ragazzi di un borgo fantasma delle montagne abruzzesi che sta scomparendo. Incentrato anch’esso quasi esclusivamente sulla vita di un gruppo di fratelli bosniaci, “BROTHERHOOD” scava in profondità nei meandri della mente di tre uomini in divenire fra responsabilità famigliari che pesano come macigni e un innato bisogno di libertà. Il secondo lungometraggio di Francesco Montagner esplora un momento molto delicato della vita, quello del passaggio dall’adolescenza alla vita adulta, con una delicatezza e un rigore analitico rari. Il regista si avvicina a tre giovani fratelli Jabir, Usama e Useir, che si trovano in stadi diversi della loro vita, mettendone in rilievo il rapporto complesso con il padre Ibrahim, un predicatore islamista radicale condannato a due anni di carcere per affiliazione terroristica. La fine di una guerra non è mai una fine, rimane attaccata al suolo e alle persone. Le macerie, la polvere, le città distrutte e abbandonate del Kurdistan iracheno sono ferite visibili che svelano quelle invisibili, che sono cicatrici delle anime. “WAR IS OVER” di Stefano Obino è un poema filmico dedicato a tutte le abilità di sopravvivenza. Un resoconto della resilienza universale dello spirito umano che è in grado di risorgere dalla distruzione e dalla morte.
Mentre nel film “COME PRIMA” di Tommy Weber si viaggia nelle atmosfere del road movie: le campagne della Borgogna, le Alpi, la frontiera italiana e poi la traversata fino a Procida saranno le tappe della riconciliazione di due fratelli, Fabio e Andrè, che si rincontrano dopo che Fabio ha lasciato Procida per combattere al fianco delle camicie nere di Mussolini 15 anni prima. Questo viaggio attraverso due Paesi traumatizzati dalla guerra offrirà ai fratelli l’occasione di ritrovarsi nonostante il dolore e le incomprensioni. L’opera prima di Beatrice Baldacci, realizzata nell’ambito di Biennale College, è un prezioso lavoro di scavo sui rapporti familiari. “LA TANA” tiene insieme cose tra loro diverse: da una parte la malattia, dall’altra la giovinezza. Giulio (Lorenzo Aloi) e Lia (Irene Vetere, già interprete di “Notti magiche” di Virzì) sono in cerca di una rotta, attratti da una forza misteriosa che li unisce. La natura, il lento scorrere del tempo, diventa lo spazio in cui sperimentare e imparare a conoscersi, attraverso la scoperta dei loro corpi. Condividono anche se in forme diverse, una grande solitudine, che immerge Lia nell’impegno di doversi prendere cura di una madre con una malattia neurodegenerativa. C’è una linea evidente di continuità tra il catalogo di questi destini adolescenti e lo sport agonistico presenti in questi tre film del concorso: in “MANCINO NATURALE”, diretto da Salvatore Allocca, lo sport mette in mostra tutte le ambivalenze e le ambiguità del mondo adulto, in cui le scelte sbagliate di una madre (Claudia Gerini) rovesciano il banco delle apparenze e le logiche del compromesso, aiutandola a trovare il coraggio per sostenere il talento di suo figlio e affrontare i fantasmi del suo passato con i quali non ha ancora fatto pace.
In programma ci sono storie di ragazze determinate, che hanno fisicità combattive e consapevoli che con la disciplina sportiva e il duro lavoro sfidano i destini già decisi. “Il corpo è un tempio meraviglioso a prescindere dalle sue cicatrici, anzi proprio in virtù di esse”. Veronica Yoko Plebani, atleta medaglia di bronzo nel triathlon alle scorse Paralimpiadi, porta sulla pelle i segni di una malattia sconfitta, ma il corpo ha continuato a mostrarlo e lo sport a praticarlo. Il documentario di Maria Iovine, “CORPO A CORPO”, è una riflessione audace, all’insegna di una consapevolezza rivoluzionaria della femminilità.
Con “TAKEAWAY”, Renzo Carbonera racconta la “marcia” di una sportiva ambiziosa. Maria, con l’aiuto del suo compagno Johnny, metterà alla prova i suoi sogni di successo sconvolti dal doping e dai piani di vendetta di Tom che sovvertiranno gli equilibri familiari. A prestare volto ai vari protagonisti, un cast di prim’ordine, in cui Carlotta Antonelli, Libero De Rienzo, Primo Reggiani, Paolo Calabresi e Anna Ferruzzo, ne sono l’anima. Sono tutte storie di battaglie insopprimibili, che spingono al cambiamento e alla gioia di vivere, come “LET’S KISS – Franco Grillini storia di una rivoluzione gentile”: Filippo Vendemmiati ridà luce alla figura di Franco Grillini, figlio di contadini, laureato in pedagogia, uomo politico e gay tardivo, da sempre impegnato per il riconoscimento dei diritti civili di gay, lesbiche e transessuali. Il racconto ricostruisce, con tono leggero e con materiale documentale inedito, oltre trent’anni di una lotta dura e gentile.
PROIEZIONI SPECIALI
A completare il programma del Panorama Italia un ciclo di proiezioni speciali che arricchiscono, ciascuna con il proprio tono e background d’immagini, il racconto di un’età di viva genialità: ipersensibile e romantica anche quando si finge cinica.
Esattamente 12 mesi dopo l’uscita dal primo film della trilogia (“Sul più bello”), torna ad Alice l’ultimo capitolo del teen dramedy portato al successo dalla Eagle Pictures. “SEMPRE PIÙ BELLO” completa un progetto di serialità cinematografica che rappresenta un unicum nel panorama produttivo italiano. Un lavoro lungo un anno che la produzione in piena pandemia, è riuscita a realizzare coinvolgendo un cast di giovanissimi e promettenti attori italiani guidati dalla regia di Claudio Norza. Ludovica Francesconi sarà ancora Marta, affiancata da Jozef Gjura, Gaja Masciale, Riccardo Niceforo e le new entry Giancarlo Commare, Jenny De Nucci, Giuseppe Futia e Diego Giangrasso.
“ANNI DA CANE” – prima produzione Amazon Original Italia – è un film con cui si può capire la fantasia e l’affascinante semplicità con cui i ragazzi di questa generazione tentano di cambiare la prospettiva del mondo da cui provengono. Stella (Aurora Giovinazzo) è una ragazza di sedici anni che, dopo un incidente d’auto, si convince che i suoi anni vadano contati come quelli dei cani, quindi di sette in sette. Dietro la macchina da presa c’è Fabio Mollo (“Il sud è niente”, “Il padre d’Italia”) che insieme a Sabrina Impacciatore, Federico Cesari, Isabella Mottinelli e un cameo di Achille Lauro, arricchiscono il cast di una produzione affidata a Notorius Pictures.
Infine, la nuova commedia diretta da Guido Chiesa con protagonista un’inedita coppia: Diego Abatantuono e Frank Matano. “UNA NOTTE DA DOTTORE” mette insieme un dottore burbero e per nulla empatico che lavora come guardia medica notturna ed un rider trentenne che consegna cibo a domicilio. I due, a causa di un incidente stradale notturno, rischiano di perdere il lavoro. Dopo una serie di rocambolesche (dis)avventure i due impareranno a sostenersi a vicenda e la notte volgerà al termine cambiando in meglio le loro vite.
“UN MONDO IN PIÙ” è l’opera prima di Luigi Pane. Nel mezzo della pandemia Diego, un ragazzo napoletano, ha appena compiuto diciotto anni. Il ragazzo vive in un quartiere periferico di Roma dove si è trasferito con suo padre Franco, dopo la perdita della madre. Le sue giornate trascorrono introverse e solitarie finché Franco non è costretto a ospitare in casa con loro una misteriosa ragazza, Tea.
La Redazione