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Abigail, la recensione: sangue e cliché, un horror che morde ma non graffia

La recensione di Abigail, il nuovo horror di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett nei cinema dal 16 maggio con Universal.

Le storie sui vampiri da sempre affascinano tutti noi, e l’enigmatica, ammaliante oscura seduzione del personaggio di Dracula, viene raccontata in ogni forma, tono e sfumatura. Dal capolavoro di Francis Ford Coppola Dracula di Bram Stoker, ai recenti Demeter – Il risveglio di Dracula, e Renfield, con Nicolas Cage nei panni di un’irresistibile, tanto ironico quanto brutale, Principe delle Tenebre, il vampiro senza alcun dubbio è una delle figure più intriganti.

Carisma e fascino diabolico che il team di registi Radio Silence, formato da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, dietro la macchina da presa di successi come: Finchè morte non ci separi, Scream e Scream VI, hanno deciso di portare sul grande schermo con: Abigail, una versione slasher molto poco horror ed estremamente splatter che, per alcuni aspetti, vista la protagonista, e che potrebbe far pensare  a una sorta di moderna de La figlia di Dracula del 1936 diretto da Lambert Hillver, seguito del primo film della trilogia su Dracula della Universal, terminata nel 1943 con Il Figlio di Dracula, il cui un remake non ufficiale è uscito nel 1994 dal titolo Nàdja, con Peter Fonda nel ruolo di Van Helsing.

Abigail, sinossi

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Scritto da Stephen Shields (Hole – L’abisso, Zombie Bashers) e Guy Busick (Scream Franchise, Finché morte non ci separi), al centro della scena di Abigail, la giovanissima attrice e cantante irlandese Alisha Weir, nota soprattutto per Matilda The Musical, e vista nel recente in Cattiverie a Domicilio al fianco di Olivia Colman e Jessie Buckley, nei panni per l’appunto di Abigail.

Una ragazzina dodicenne con la passione della danza e figlia di un misterioso, potente e pericoloso personaggio della malavita, rapita da un gruppo di criminali per ottenere l’ingente riscatto di 50 milioni di dollari, e rinchiusa nell’isolata villa di Wilhelm Manor, e che si renderà ben presto conto con crescente orrore, che la ragazzina è tutt’altro che ordinaria.

Incaricato di sorvegliarla per 24 ore, al termine delle quali ognuno di loro riceverà una parte dei soldi del riscatto, il gruppo infatti sarà vittima di una vera e propria mattanza. Un incubo a occhi aperti al macabro passo di danza de Il Lago dei Cigni, con Abigail, a conoscenza delle loro identità, segreti e storie, si rivelerà essere una vampira e alzerà il sipario sul sanguinolento spettacolo teatrale da lei orchestrato.

Abigail, una deludente macabra caccia a passo di danza

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Abigail è un film sui vampiri che tenta di rinnovare il genere giocando con i codici dello slasher e dello splatter, due sottogeneri ben codificati nel panorama horror. Nel primo caso, ci troviamo di fronte a un gruppo di personaggi intrappolati in uno spazio delimitato, cacciati da una minaccia letale, in questo caso incarnata da una giovane vampira dai denti affilati. Nel secondo, si scivola rapidamente in un’estetica iperbolica della violenza, tra sangue a fiotti ed effetti speciali volutamente esagerati.

I due registi, già noti per aver rivitalizzato il franchise di Scream, costruiscono un film dinamico, visivamente curato e dotato di un certo senso dell’ironia nera. Abigail sa divertire, soprattutto nel modo in cui ribalta la classica dialettica vittima-carnefice, e porta lo spettatore in una tetra danza macabra dove il ritmo non manca. Tuttavia, a frenare l’opera è una sceneggiatura che raramente sorprende e spesso cede alla tentazione del “già visto”, trascinandosi in svolte narrative prevedibili e poco incisive.

A risentirne è la costruzione dei personaggi: poco approfonditi, caricaturali, e quindi difficili da empatizzare. A brillare è però la protagonista, interpretata da una sorprendente Alisha Weir, che con la sua presenza riesce a conferire un minimo di spessore a un ruolo altrimenti rischioso per cadere nel grottesco gratuito. Accanto a lei troviamo Melissa Barrera, già collaboratrice dei due registi in Scream, e Angus Cloud, alla sua ultima interpretazione prima della prematura scomparsa nell’agosto 2023. Il film è dedicato a lui, e la sua presenza aggiunge un velo di malinconia all’intera operazione.

Il cast di supporto è di tutto rispetto: Dan Stevens, Kathryn Newton, William Catlett e Kevin Durand nei panni dei rapitori, mentre Matthew Goode e Giancarlo Esposito completano il quadro con ruoli più marginali ma di richiamo. Nonostante il potenziale sulla carta, però, nessuno dei personaggi riesce davvero a emergere, complice anche una narrazione che sacrifica lo sviluppo emotivo in favore dell’azione e dell’effetto shock.

Distribuito da Universal Pictures, Abigail arriva nelle sale italiane il 16 maggio con aspettative modeste, e purtroppo non riesce a superarle. Nonostante alcune intuizioni visive interessanti e una protagonista in stato di grazia, il film infatti si perde nel suo stesso labirinto di citazioni, cliché e meccanismi narrativi usurati, e il risultato è un intrattenimento effimero, che probabilmente scivolerà presto nel dimenticatoio.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

5


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