7 Uomini a Mollo, la recensione: la divertente commedia francese di Gilles Lellouche

La recensione di 7 Uomini a Mollo, la divertente commedia francese diretta dal regista Gilles Lellouche nei cinema dal 20 dicembre.

Nel cuore di una crisi personale, Bertrand (interpretato da Mathieu Amalric), un uomo di quarant’anni, decide di unirsi alla squadra maschile di nuoto sincronizzato, un’azione che, pur senza premeditazione, darà finalmente un senso alla sua esistenza. Questo sport diventerà per lui una sorta di rifugio sicuro, un luogo dove poter esprimere se stesso, ma anche una valvola di sfogo per tutti i membri del gruppo, ognuno con le proprie difficoltà e fragilità. Da Laurent (Guillaume Canet), sempre esasperato e insoddisfatto, a Marcus (Benoît Poelvoorde), gravato da debiti e problemi finanziari, fino a Simon, il giovane insicuro, e Thierry (Philippe Katerine), un personaggio fuori posto ma che si rivelerà essenziale per il gruppo. Queste personalità apparentemente molto distanti si ritrovano unite dalla passione per il nuoto sincronizzato, che li spingerà a sfidare i propri limiti e partecipare ai campionati mondiali.

“7 Uomini a Mollo” si presenta come una commedia francese che richiama, senza essere una copia, lo spirito di “Full Monty”. Diretta da Gilles Lellouche, la pellicola riesce a intrattenere e divertire grazie a un mix di ironia, sensibilità e leggerezza, pur senza offrire colpi di scena particolarmente originali. Si tratta di una storia che, pur nel suo lato comico e spesso assurdo, non scivola mai nella superficialità. Al contrario, si sviluppa con una narrazione ben costruita, capace di sollevare tematiche importanti come la difficoltà di credere nelle proprie capacità e l’importanza fondamentale di avere fiducia in chi ci circonda.

La commedia evita sapientemente il rischio di cadere nel ridicolo o nel melodramma eccessivo, riuscendo a mantenere un tono coinvolgente e realistico. Questo aspetto è fondamentale, poiché la pellicola riesce a parlare di un tema universale, ovvero il bisogno di ritrovare un senso di appartenenza e di realizzazione personale, attraverso il confronto e la solidarietà con gli altri.

Lellouche, che firma anche la sceneggiatura, ha dichiarato di aver dedicato cinque anni alla scrittura di questo film, cercando di esplorare la stanchezza e la disillusione di molti appartenenti alla sua generazione. Un tema che si fa sempre più centrale in un mondo in cui la collettività, la passione e l’impegno sembrano venire meno. La sua ispirazione è arrivata da un documentario su ARTE, che mostrava un gruppo di uomini svedesi praticare il nuoto sincronizzato, un’attività normalmente associata al sesso femminile. Da questa scoperta, Lellouche ha costruito un racconto che, pur essendo corale, si distingue per il percorso personale di ogni protagonista.

Inoltre, la colonna sonora, che gioca un ruolo cruciale nella pellicola, è stata curata da Jon Brion, un compositore molto amato dal regista. La musica contribuisce a esprimere in modo sublime le varie sfumature emotive dei personaggi, portando lo spettatore a immergersi ancora di più nelle vicende dei protagonisti. La scelta di Brion rispecchia il desiderio di Lellouche di legare il film a un universo musicale che parla direttamente ai cuori degli spettatori, soprattutto quelli della generazione degli anni ’80.

“7 Uomini a Mollo” è un film che non solo intrattiene, ma che offre anche spunti di riflessione. Nonostante la sua apparente leggerezza, sa parlare con profondità di temi come la solitudine, la difficoltà di comunicare e l’importanza di non arrendersi. Il gruppo di uomini che si ritrova a praticare il nuoto sincronizzato diventa una metafora di come, in situazioni di difficoltà, l’unione e il sostegno reciproco possano portare a una realizzazione personale e collettiva. La pellicola è un inno alla possibilità di reinventarsi, di superare le proprie paure e di riscoprire il valore della comunità.

Distribuito da Eagle Pictures e Leone Film Group, “7 Uomini a Mollo” arriverà nelle sale italiane il 20 dicembre, promettendo di conquistare il pubblico con il suo mix di umorismo, emozione e riflessione. Un film che lascia un sorriso, ma che fa anche pensare, in una combinazione perfetta di leggerezza e profondità.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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