“Ragazzaccio”, al #Giffoni2022 l’anteprima del film diretto da Paolo Ruffini

“Ragazzaccio”, al #Giffoni2022 l’anteprima del film diretto da Paolo Ruffini

Un progetto audace, delicato eppure potentissimo: Ragazzaccio”, il nuovo film diretto da Paolo Ruffini, arriva in anteprima al Giffoni Film Festival accompagnato da grande attesa e curiosità. In sala nella prossima stagione, racconta la storia di Mattia, bullo adolescente atipico. Siamo a marzo 2020, con il Covid alle porte e alla vigilia del lockdown, come racconta Ruffini: “Sembra un film in costume” – racconta – “per via dell’abbigliamento con le mascherine”. Per inciso, questa potrebbe essere l’unica storia finora concepita per il grande schermo a trattare questo tema. Per portarlo ai giffoner è accompagnato dai protagonisti Sabrina Impacciatore, Jenny De Nucci e Alessandro Bisegna

Per me” – racconta la Impacciatore ai microfoni tv – “si è trattato di una sorpresa incredibile, non me lo sarei mai aspettato, c’è dentro tanta sensibilità. Non conoscevo Paolo, perché non ero entusiasta di lui come personaggio. Ma quando invece l’ho incontrato ho capito tante cose: la qualità delle cose che mi ha detto, il calore con cui mi ha spiegato questo racconto mi hanno lasciato senza parole. E mi sono detta: “Ma quanto è bravo questo ragazzo”. È stato coraggioso e mi ha conquistata. Ricordo ancora la domenica mattina in cui mi sono messa sul letto a leggere la sceneggiatura e a piangere pensando che non potevo non farlo”. Il suo – spiega – è un ruolo genitoriale diverso dalle solite rappresentazioni: “Sono la mamma di Mattia, una donna frustrata, con segreti, incapace di ascoltare. Il figlio ha incanalato la sua aggressività per riversarla nel mondo: di fatto riproduce quello a cui ha assistito”.

Le fa eco il regista: “In scena mettiamo una famiglia di provincia, normale, con genitori distratti e un ragazzo che apprende in tv l’arrivo della malattia. Nel frattempo s’innamora con tutto il romanticismo adolescenziale e, come dice in una scena, si capisce che la cosa più contagiosa non è il Covid ma l’amore”. Stavolta Ruffini non è davanti alla macchina da presa, ma ha reclutato un cast di prim’ordine, che include anche Beppe Fiorello e Massimo Ghini. Ai giovanissimi giurati l’artista e il team creativo hanno presentato il film, con in volto una visibile emozione. Sembra un rischio aver raccontato un passato così vicino, il mondo in lockdown, che ancora non abbiamo del tutto metabolizzato. “L’incidenza psicologica di questa reclusione” – conclude Ruffini “d’altronde la scopriremo solo dopo”.

La Redazione


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