“Freaks Out”: nel circo di Mainetti l’immaginazione diventa realtà e nulla è come sembra

“Freaks Out”: nel circo di Mainetti l’immaginazione diventa realtà e nulla è come sembra

Il circo Mezza Piotta di Gabriele Mainetti ha finalmente fatto tappa alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia. Il regista dell’acclamato “Lo chiamavano Jeeg Robot” del 2015 infatti, ha presentato il suo nuovo attesissimo secondo lungometraggio: “Freaks Out”, da lui scritto assieme a Nicola Guaglianone autore anche del precedente titolo di successo sopracitato.

“Benvenuti, Signori e Signore. Il mio nome è Israel, e sono qui per portarvi in un mondo fantastico popolato da personaggi bizzarri e mitologici. Reduci da successi in tutta Europa, conoscerete creature straordinarie, capaci di imprese memorabili e stupefacenti.  Perché soltanto al circo mezza piotta l’immaginazione diventa realtà, e niente e come sembra.”

Un progetto alquanto ambizioso e senza alcun dubbio innovativo per quanto riguarda il cinema italiano che ha richiesto anni di lavorazione e nei confronti del quale, come si può ben immaginare, c’era grande curiosità. Al centro della scena 4 freaks, creature definite speciali ma non straordinarie, costretti ad abbandonare le proprie speranze e sicurezze e a ricercare se stessi e il proprio posto in un mondo che non li accetta poiché ‘diversi’ e devastato dall’arrivo del secondo conflitto mondiale, con l’immaginazione che diventa realtà e niente è come sembra.

“Dopo ‘Lo chiamavano Jeeg Robot” io e Nicola ci siamo chiesti: ‘Mo che famo? Che cosa raccontiamo’” – svela Mainetti“Ci siamo incontrati in quello che adesso è lo studio della mia società di produzione e abbiamo scritto tutti i film che ci piacevano e volevamo fare, li abbiamo messi insieme e Nicola ha avuto l’idea, realizzare una storia ambientata nella seconda guerra mondiale. Ci divertiva accostare al freak, unico nella sua natura, un elemento fortemente conflittuale che in questo caso è il nazista, e vedere cosa sarebbe accaduto. E così è nata la storia di ‘Freaks Out’, il cui titolo tradotto dall’inglese vuol dire impazzire, ed è ciò che accade al nostro villain Franz, e si riferisce anche ai quattro freaks che si ritrovano fuori a lottare con l’esterno e la loro diversità a causa di un bombardamento che ha distrutto il piccolo circo in cui vivevano, la loro zona di protezione. Di conseguenza sono ‘out’.”

“Come ha detto Gabriele, l’idea di ‘Freaks Out’ è nata così, con gli stessi timori di quando realizzammo ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’ dal momento che è molto complesso ambientare un film nella seconda guerra mondiale, così come raccontare dei mostri che agivano come uomini e degli uomini che invece agivano come mostri. Ma è questo che ci ha fatto venire un brivido sulla pelle, e fatto capire che si trattava dell’dea giusta” – spiega Nicola Guaglianone.

Siamo a Roma nel 1943: Matilde (Aurora Giovinazzo), Cencio (Pietro Castellitto), Fulvio (Claudio Santamaria), e Mario (Giancarlo Martini), vivono come fratelli nel circo di Israel (Giorgio Tirabassi). Ognuno di loro possiede delle particolari doti, Matilde è in grado di generare energia elettrica e per questo è costretta ad evitare qualsiasi contatto fisico con le altre persone, Cencio può controllare gli insetti, Mario ha il dono del magnetismo, e Fulvio è una sorta di uomo lupo dalla forza sovraumana. I quattro ‘fenomeni da baraccone’ si spostano per la città offrendo al pubblico divertimento e stupore, ma con lo scoppio della guerra tutto finisce e la successiva improvvisa scomparsa di Israel, forse fuggito in America o catturato dai nazisti, la loro esistenza viene completamente stravolta, soprattutto quando, rimasti soli nella città occupata, il folle nazista Franz (Franz Rogowski), direttore del Zirkus Berlin, mette gli occhi su di loro con l’obiettivo di creare una sorta di squadra di super eroi che conduca la Germania e il Terzo Reich alla vittoria.

Uno spettacolo coraggioso, coinvolgente e dal grande impatto visivo, una scenografia curata e degli interpreti, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Claudio Santamaria e il cattivo Franz Rogowski, a proprio agio nel rispettivo ruolo.

“Nel leggere ancora volta una sceneggiatura di Gabriele mi sono nuovamente emozionato, e se ‘Jeeg Robot’ ha gettato le basi Freaks è il passo vero e proprio di un cinema che può divertire, essere fantasmagorico, spettacolare e nello stesso tempo credibile trovando una profondità in vicende umane che riguardano e toccano tutti, avvicinandosi al pubblico grazie ad una sorta di armata brancaleone” – afferma Claudio Santamaria“E’ un gruppo che possiede dei poteri speciali che però non sanno utilizzare se non all’interno di mondo infantile costituito da questo piccolo teatrino che li protegge. E’ come se fossero dei bambini che hanno imparato a camminare e a correre ma non hanno mai sperimentato la pista, e nel momento in cui le circostanze li lancia nella mischia devono cercare di aiutare gli altri attraverso ciò che sanno fare, diventando straordinari, eroi. Con Gabriele abbiamo lavorato sul personaggio di Fulvio costruendo una forte personalità, un passato che pur non essendo raccontato esiste nel presente del personaggio ed emerge dal suo comportamento” – prosegue – “Nel mio caso era necessario ci fosse una sostanza, altrimenti rischiava di essere una sorta di Chewbacca di Guerre Stellari. Abbiamo cercato di sviluppare la storia di questa figura mostruosa ma che in realtà proviene da una famiglia nobile ed è istruita.”

“Per me è un film spettacolare, nel senso che affronta lo spettacolo e non scappa da esso” – dice Pietro Castellitto“Qui invece la mattina leggevi la scena e il pomeriggio tutto accadeva realmente con un equilibrio emozionate, merito naturalmente della sceneggiatura una delle più belle che abbia mai letto e della credibilità di tutti i personaggi, Gabriele infatti considera il lavoro sugli attori più importante della regia, che lui cura in maniera maniacale. Ogni personaggio ha un suo orizzonte di idee dentro il quale si muove conferendogli una vita. Tutte le volte che guardo il film vedo il passato e il futuro di Fulvio, Mario, Matilde e Cencio. E’ stato un viaggio incredibile, un master di recitazione e regia, un esempio quello di Gabriele che mi porterò sempre dentro.”

“Con Gabriele abbiamo creato il personaggio e l’universo di Matilde anche grazie all’aiuto inconsapevole degli altri interpreti ed ovviamente di Gabriele” – dichiara Aurora Giovinazzo“Matilde è una ragazzina tormentata dal passato travagliato che condiziona il suo presente e che, forse, condizionerà il suo futuro. E’ molto fragile ed ha una dolcezza istintiva e ingenua, ha gli occhi pieni di amore nei confronti del genere umano ed è una guerriera inconsapevole.

“A dire la verità molto spesso non so bene il carattere del personaggio e non so bene chi sono” – spiega Franz Rogowski“Vedo il personaggio come componente del mio cerchio della vita, di me, ed in quel momento io ero parte del personaggio. C’era una storia nuova che raccontavamo e non sapevamo cosa sarebbe successo. E’ un percorso che permette di portare le mie emozioni nel personaggio, ma tutt’ora non so chi è Franz.”

Prodotto da Lucky Red e Goon Films con Rai Cinema, in co – produzione con Gapfinders, Belgio, “Freaks Out”, le cui musiche sono firmate da Michele Braga e Gabriele Mainetti, nonostante una sceneggiatura che a volte scivola in scene lunghe e caotiche, non delude affatto le aspettative, dando vita un racconto brillante, audace in grado di coinvolgere e catapultare il pubblico in un universo che gioca tra la cruda realtà e la fantasia, emozionando, commovendo, divertendo e facendo riflettere. Il film arriverà nelle sale il 28 ottobre.

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