FESTA DEL CINEMA DI ROMA – “HALLOWEEN”: la Recensione dell’atteso sequel del cult di John Carpenter

FESTA DEL CINEMA DI ROMA – “HALLOWEEN”: la Recensione dell’atteso sequel del cult di John Carpenter.

Dal 19 ottobre nelle sale cinematografiche italiane, e proiettato nel medesimo giorno alla Tredicesima Edizione della Festa del Cinema di Roma, è approdato l’attesissimo: “HALLOWEEN”, diretto da David Gordon Green, sequel del celebre cult del 1978 che l’indiscusso maestro, John Carpenter, girò in soli 20 giorni con un budget di soli 300 mila dollari, ed in cui quest’ultimo è presente in veste di produttore esecutivo e consulente creativo.

La pellicola vede Jamie Lee Curtis, impeccabile la sua performance, tornare all’iconico ruolo di Laurie Strode, la quale, dopo essere scampata al massacro di quarant’anni prima, oramai adulta, madre e nonna giunge finalmente allo scontro finale con colui che incarna il male assoluto e allo stato puro: Michael Myers, Nick Castle, l’uomo nero con l’inquietante maschera, il coltello affilato, il passo deciso e la freddezza imperturbabile di un automa, deciso più che mai a portare a termine ciò che aveva precedentemente iniziato e, suo malgrado, interrotto, seminando, come di consueto, lungo il cammino, una serie di morti cruenti, facilmente riconducibili a lui.

Una rabbia ed un odio racchiusi e provati dal killer dalle inspiegabili origini, che Myers ha sempre custodito e celato dietro un comportamento serrato, da cui non traspare la benché minima emozione, sopita per lunghi anni e risvegliatasi definitivamente alla vista della sua maschera, mostratagli da un giornalista, al fine di ottenere una qualsivoglia reazione che facesse emergere la sua malata personalità.

Una sfida quella di Green, con “HALLOWEEN”, consapevole dei rischi e delle difficoltà a cui stava andato incontro, non facile, avendo deciso di annullare tutti gli episodi successivamente prodotti ripartendo direttamente dagli eventi del ’78, annullando tutti gli episodi successivi, costruendo e sviluppando un seguito assolutamente adeguato, coinvolgente e dinamico, in linea con la storia di successo che ha scritto le regole dell’horror a venire, ed inaugurato il genere slasher movie, e che il regista supera egregiamente.

Giocando sulla tensione e suggestione, attraverso una rappresentazione scenico narrativa, in linea con l’originale in grado di focalizzare l’attenzione del pubblico, evitando accuratamente di eccedere, sconvolgere ed alterare, inutilmente, le caratteristiche basilari conosciute della vicenda e dei protagonisti, forte anche delle musiche della colonna sonora di Carpenter, che ne valorizzano, naturalmente ancor di più l’angoscia provata dai personaggi, confermando, e non deludendo, le aspettative iniziali.

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