THE END? L’INFERNO FUORI, di Daniele Misischia

THE END? L’INFERNO FUORI, di Daniele Misischia.

In THE END? L’INFERNO FUORI, già presentato nella passata Dodicesima Edizione della Festa del Cinema di Roma, il cinico ed egocentrico uomo d’affari Claudio, interpretato da Alessandro Roja, si ritrova, per uno sfortunato imprevisto, intrappolato all’interno dell’ascensore del palazzo del suo ufficio, e mentre cerca freneticamente di risolvere il problema chiedendo aiuto, si ritroverà, suo malgrado, ad affrontare una situazione aberrante ed inimmaginabile, risultato drammatico di un virus letale che rapidamente stà trasformando le persone in disumani non morti.

Il giovane Daniele Misischia dopo aver collaborato per diversi anni al fianco dei Manetti Bros., nelle vesti di produttori assieme con i compagni di avventura la Beta e Carlo Macchitella con i quali hanno fondato la società di produzione Mompracem, come operatore e regista di una seconda unità, debutta dietra la macchina da presa con un racconto horror definito da lui stesso: “un esperimento”, nel riuscire a raccontare una storia di paura e suspense rimanendo chiusi tra le quattro mura metalliche claustrofobiche di un ascensore.

THE END? L’INFERNO FUORI, è stato un progetto complicato ma sicuramente divertente e stimolante. I film con un’unica location mi sono sempre piaciuti, darsi un enorme limite per poter crear qualcosa di originale, e l’idea, era quella di far dimenticare al pubblico che il film era solo in un unico piccolo ambiente. In fase di scrittura è necessario mantenere alta la concentrazione sul personaggio e sulle disavventure che gli capitano, quindi con buona fantasia creare una serie di situazioni sempre più pericolose e di conflitto, andando a sfociare in momenti puramente d’azione. Il film vuole essere una disturbante corsa sulle montagne russe, ovvero sul sistema nervoso del protagonista che, di scena in scena messo sempre più a dura prova.”

THE END? L’INFERNO FUORI, nelle sale cinematografiche dal 14 agosto, nonostante la pellicola non convinca del tutto, raggiunge in ogni caso l’obiettivo, riuscendo a coinvolgere lo spettatore focalizzando l’attenzione, trasmettendo, e facendo, percepire la tensione psicologica del protagonista, un percorso interiore duro attraverso il quale, quest’ultimo, riscoprirà il proprio lato umano e sensibile, fino a quel momento surclassato dalla frenesia dell’avido egoismo della società.

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