Al regista cinese Zhang Yimou il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2018 della Mostra del Cinema di Venezia

Al regista cinese Zhang Yimou il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2018 della Mostra del Cinema di Venezia.

Il suo nuovo film Ying (Shadow) presentato Fuori Concorso.

La Biennale di Venezia Jaeger-LeCoultre annunciano che è stato attribuito al grande regista cinese Zhang Yimou (Hero, Lanterne rosse, Ju Dou; due volte Leone d’oro a Venezia, nel 1992 con La storia di Qiu Ju e nel 1999 con Non uno di meno) il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2018 della 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (29 agosto-8 settembre 2018), dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.

La consegna del premio a Zhang Yimou avrà luogo il 6 settembre 2018 in Sala Grande (Palazzo del Cinema), prima della proiezione in prima mondiale Fuori Concorso del suo nuovo film Ying (Shadow).

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: “Zhang Yimou non è soltanto uno dei registi più importanti del cinema contemporaneo ma con la sua eclettica produzione ha saputo rappresentare l’evoluzione del linguaggio cinematografico mondiale e, al tempo stesso, l’enorme crescita del cinema cinese.  Zhang Yimou è stato un pioniere per la sua capacità di tradurre autori, storie e in generale la ricchezza della cultura cinese in uno stile visuale unico e inconfondibile. L’indimenticabile esordio Sorgo Rosso (1987), tratto dal premio Nobel Mo Yan, lo segnala al pubblico internazionale come uno dei registi più importanti della Quinta Generazione (insieme a Chen Kaige e Tian Zhuangzhuang). Da allora, l’abilità nel combinare l’eleganza della forma a un impianto narrativo di stampo universale gli valgono importanti riconoscimenti, tra cui i due Leoni d’Oro per La storia di Qiu Ju (1992) e Non uno di meno (1999). Al passaggio del secolo, il film di arti marziali Hero (2002) – la sua terza candidatura all’Oscar come miglior film straniero – lo definisce icona del cinema spettacolo a livello globale fino a garantirgli la regia delle cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Pechino (2008) seguite da una serie di grandi produzioni con star americane. Con Shadow (2018), presentato in anteprima mondiale FC alla 75. Mostra, Zhang Yimou torna al cinema di arti marziali con l’eleganza della forma e tutta l’inventiva che da sempre ha caratterizzato il suo cinema”.

Ying (Shadow) è un film di arti marziali (wuxia) sul conflitto tra due gruppi feudali. In Cina, nel periodo dei Tre Regni (220-280 circa d.C.), un re in esilio e il suo popolo ordiscono un complotto per riappropriarsi della loro terra. Le vicende vengono raccontate attraverso le prospettive del re, di sua sorella, del suo comandante, delle donne intrappolate nel palazzo reale e di un cittadino comune.

Quattro volte in Concorso alla Mostra di Venezia – nel 1991 con Lanterne rosse, nel 1992 con La storia di Qiu Ju, nel 1997 con Keep Cool e nel 1999 con Non uno di meno – vincitore di due Leoni d’Oro, rispettivamente nel 1992 e nel 1999,  un Leone d’Argento nel 1991 e una Coppa Volpi per la migliore interprete femminile (Gong Li, nel 1992 per La storia di Qiu Ju), Zhang Yimou è l’unico regista ad aver vinto tutti i premi più importanti della Mostra di Venezia in meno di dieci anni.

Jaeger-LeCoultre è per il quattordicesimo anno sponsor della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, e per il dodicesimo del premio Glory to the Filmmaker.  Il premio è stato assegnato negli anni precedenti a Takeshi Kitano (2007), Abbas Kiarostami (2008), Agnès Varda (2008), Sylvester Stallone (2009), Mani Ratnam (2010), Al Pacino (2011), Spike Lee (2012), Ettore Scola (2013), James Franco (2014), Brian De Palma (2015), Amir Naderi (2016), Stephen Frears (2017).

La 75. Mostra di Venezia si terrà al Lido dal 29 agosto all’8 settembre 2018, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

 

Note biografiche

Zhang Yimou è nato nella Repubblica Popolare Cinese a Xi’an (provincia dello Shaanxi) nel 1950. E’ sotto l’impulso del regista-produttore Wu Tianming – che diviene nel 1987 direttore degli Studi di Xi’an, chiamando a raccolta sotto di sé nuovi talenti – che Zhang può realizzare il suo primo film da regista, Sorgo rosso (Hong gaoliang, 1987), che adatta un fortunato romanzo del premio Nobel Mo Yan e vince l’Orso d’oro a Berlino del 1988, portando all’attenzione del pubblico e della critica Zhang e la sua musa, l’attrice Gong Li. Il loro sodalizio artistico-sentimentale durerà per ben cinque film. Nel 1990 il film Judou, interpretato da Gong Li, è il primo film cinese ad essere candidato all’Oscar come miglior film straniero, dopo essere stato presentato in concorso a Cannes. L’anno seguente Lanterne rosse (Da hong denglong gaogao gua)  vince il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia, e ottiene anche stavolta la nomination all’Oscar come miglior film straniero. Il film successivo La storia di Qiu Ju (Qiu Ju da guansi, 1992), vince il Leone d’Oro e la Coppa Volpi per Gong Li a Venezia. Il suo quinto film con Gong Li, Vivere! (Huozhe, 1994), adatta un celebre romanzo di Yu Hua e si aggiudica il Premio speciale della giuria e quello per la miglior interpretazione maschile a Cannes.

Nel 1995 la sua carriera conosce una prima svolta verso il cinema di genere con il film di gangster La triade di Shanghai (Yao ayao yao dao waipo qiao, 1995), che vince il Gran premio della tecnica a Cannes.  I due film che seguono sono lanciati con successo alla Mostra di Venezia: Keep Cool (Yohua haohao shuo, 1997), e Non uno di meno (Yige dou buneng shao, 1999), che vince a Venezia il Leone d’Oro. Nel 2000 con La strada verso casa (Wo de fuqin muqin)  si aggiudica l’Orso d’argento a Berlino e il Premio del pubblico al Sundance. Il film segna il debutto della nuova musa del regista Zhang Ziyi, che collaborerà con lui in altri tre film.

Dopo il pluripremiato La locanda della felicità (Xingfu shiguang, 2000), interpretato sempre da Zhang Ziyi, Zhang Yimou imprime al suo percorso una nuova sterzata verso il cinema di genere, – più precisamente verso il filone wuxia (marziale-cavalleresco), dapprima con Hero (Ying xiong, 2002), candidato all’Oscar come miglior film straniero, e poi con La foresta dei pugnali volanti (Shi mian mai fu, 2004). All’epoca in cui è stato girato, Hero era il più costoso film della storia del cinema cinese, distribuito internazionalmente in una nuova versione presentata da Quentin Tarantino, grande ammiratore del cineasta cinese. Due anni dopo, La foresta dei pugnali volanti ripete il successo internazionale del film precedente. Nel 2007 La città proibita (Mancheng jindai huangjin jia), è  ancora una volta un kolossal storico dal budget senza precedenti per la Cina, tragedia epica ambientata nella Cina della dinastia Tang, che vede come protagonisti Gong Li, che a distanza di dieci anni torna a lavorare con il regista, e l’hongkonghese Chow Yun Fat. Il film gli vale una nomination all’Oscar. Nel 2010 presenta a Berlino Sangue facile, remake dell’omonimo film dei Coen. Nel 2016 realizza il kolossal The Great Wall, suo primo film in lingua inglese, con protagonista Matt Damon, un fantasy ispirato alla costruzione della Grande muraglia cinese, che incassa in tutto il mondo 330 milioni di dollari, di cui 45 negli Stati Uniti.

La Redazione.


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