MOLLY’S GAME – Recensione

MOLLY’S GAME – Recensione

Il drammaturgo sceneggiatore Aaron Sorkin, pluri-candidato e vincitore del Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura non Originale con il film The Social Network e di cinque Emmy per la serie Tv The Best Wing, sceglie la sorprendente storia della giovane promessa olimpica dello sci, categoria freestyle, Molly Bloom per esordire dietro la macchina da presa, e basandosi sull’autobiografia scritta da quest’ultima realizza: Molly’s Game.

La giovane spinta alle competizioni fin da piccola, come del resto i suoi due fratelli, dal severo ed inflessibile padre Larry (Kevin Costner) con il quale instaurò un turbolento rapporto, fù costretta, suo malgrado, a causa di una grave lesione fisica ad abbandonare la carriera sportiva, intraprendendo inaspettatamente, attraverso un modesto impiego estivo, la ben più proficua e lussuosa strada del gioco illegale attorno all’affascinante e maledetto tavolo del poker clandestino.

Bella e carismatica, Molly in breve tempo scala la vetta dell’ammaliante intrattenimento d’azzardo, conquistandosi il proprio spazio destreggiando e gestendo con maestria lo sfarzo delle serate  organizzate da lei stessa al Plaza Hotel di Manahattan, fino a quando tra star dello sport del cinema ed degli affari, la oramai affermata donna di successo, completamente assuefatta dall’imponente e ricco carosello, attirò involontariamente le attenzioni di alcuni sconosciuti e potenti membri della mafia russa naturalmente privi di scrupoli.

Improvvisamente la ricca giostra manovrata con astuta sapiente intelligenza dalla denominata “Principessa del poker” si inclina vertiginosamente sgretolandosi in modo definitivo con l’arresto della donna avvenuto in piena notte per mano di 17 agenti dell’FBI ben armati, catapultandola nel suo peggior incubo avendo come unico alleato l’avvocato difensore, inizialmente restio ad accettare l’incarico, Charlie Jaffey (Idris Elba).

Un’opera dall’intrigante entusiasmo, in grado coinvolgere catturando l’attenzione dello spettatore per tutti i 140 minuti, grazie al sottile vortice di adrenalina e tensione suscitato dalla concitata vicenda, trasmesso e percepito incisivamente sotto pelle dall’ammaliante rappresentazione glamour della scena costruita attorno all’accattivante personaggio femminile interpretato egregiamente dalla Chastian.

L’impeccabile attrice oltre ad esaltarne l’arguzia ed il sex appeal ne valorizza il lato di coerente correttezza, oscurato dall’immagine fredda e ambiziosa descritta con particolare accanimento dai tabloid, permettendogli di emergere grazie all’ostinato e determinato rifiuto di rivelare le identità degli illustri partecipanti, pur essendo consapevole delle ulteriori aggravanti alle quali sarebbe andata incontro, confermando il coraggio e la forza che le aveva permesso di sfidare ed imporsi in un mondo dalle regole spietate dominato dagli uomini.

Molly’s Game è una pellicola da non perdere nelle sale cinematografiche dal 19 aprile.

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